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                                                           Bellaria Igea Marina, 31 Luglio 2020

 

IL BARBONCINO

 

E allora facciamolo questo commento sul «barboncino», visto che tutti ne parlano come se si trattasse di un problema talmente serio da meritare un posto d'onore nei Tg e sui principali quotidiani nazionali. E forse la questione non è così banale se viene inquadrata nel “giusto modo”.

Infatti, basta farsi un giretto su facebook per constatare che è tutto un dilagare di cagnolini, micetti e creature d'ogni sorta, più o meno pelose, il tutto corredato da cuori e cuoricini e da commenti in genere stucchevoli, dai quali si dovrebbe desumere che l'essere umano è il vero «cancro del mondo» mentre l'animale «antropomorfizzato», quello sì, meriterebbe tutti i diritti del'universo, compresi quelli a noi oggi preclusi in quanto «tiranni del globo». Non a caso, coloro che amano definirsi verdi, ambientalisti o ecologisti sostengono a spada tratta l'uguaglianza (quanto meno) tra uomini e animali. E noi bipedi computerizzati, dopo un lungo e robusto trattamento a base di cartoni animati ed altro, abbiamo trasferito i nostri sentimenti più genuini sulle pelose creature per auto-relegarci in una sfera oscura e demoniaca. Condizione demoniaca che tuttavia non ci ha impedito di venerare le creature inferiori figlie legittime della dea Terra, «The fiends oh Eearth» docet...

E così il conto torna, poiché non occorre essere occidentali per godere di un minimo di capacità introspettiva: pensate che il migrante sceso dal barcone col suo barboncino «bianco» non abbia colto le nostre fisime ambientaliste, ecologiste e animaliste? Pensate che un «beduino computerizzato» non sappia leggere le nostre debolezze, le nostre fragilità tipiche di una società in decadenza a causa delle droghe, dell'incontinenza che troppe volte amiamo definire «libertà» e delle sempre più sofisticate strategie di addormentamento dei «trascurabili», ossia delle masse o del "gregge"? No, il migrante di turno, che evidentemente stupido non è, ha capito che qui da noi quella «pelosa, candida presenza» poteva essere più utile di qualsiasi credenziale.

 

                                                                       Davide Crociati

 

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