davidecrociatidibellaria
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                                                                   Bellaria, 16 Novembre 2006
                              

                            Terminator e la tv "via Dante" 
 

"Parole mie mortacci vostra?" Ma via, non credo sia il motto giusto per la trasmissione di Broccoli l'Umberto, anche se i Gnocchi di mamma Rai sono spesso i migliori (forse perché non è poi così difficile esserlo, oggi, con la roba che circola...). L'altra domenica, passeggiando in centro con due signore mi sono imbattuto in una sfilata di soggetti in costume provenienti dal castello sforzesco: sembravano usciti dal medioevo (quello vero, o meglio, quello di una volta). E meno male che avevo un raffreddore boia, perché un cavallo un po' nervoso mi ha quasi sfiorato il naso: ridendo e scherzando ho rischiato di vedermi stampare in fronte lo zoccolo dell'animale...

Faccio un salto indietro (come spesso succede a "Con parole mie"...). ...in una tiepida notte riminese ero seduto sotto il gazebo di piazzale Boscovich, al porto di Rimini, quando arrivò Vittorio Sgarbi per presentare il suo nuovo libro, nell'Agosto del 2005. Il "Terminator" arrivò abbastanza in orario, naturalmente acclamato dai presenti accorsi in gran numero per vedere da vicino uno dei mostri sacri della critica d'arte. Mentre Sgarbi si faceva strada tra il pubblico "miagolante e devoto", io, che indossavo una maglietta nera da beccamorto e ridicoli occhialini dalla montatura volutamente un po' scrostata, simulavo un "colto disinteresse": anche se in fondo ero emozionato continuavo a "studiare" alcune belle immagini del libro come se non me ne fregasse nulla di partecipare a quell'entusiasmo collettivo per la verità un po' stucchevole. Così, con gli occhi ancora bassi su un'immagine lucida di angeli e santi mi trovai a fare i conti con due "baobab" color beige che per alcuni istanti, come "per punizione", m'impedirono quasi ogni movimento: erano le pertiche del Vittorione, che smarcatosi dalla folla era venuto proprio li, a mezzo passo. In  sostanza, ero seduto vicino a una signora che evidentemente il critico conosceva bene, forse una parente. Poi la rividi anche in successivi incontri con l'autore Sgarbi. Secondo voi quel contatto un po' brusco mi diede alla testa?... Bè, poi sono seguite cose, e se a qualcuno ora sento parlare di fantasia replico dicendo che la realtà la supera di gran lunga (come il dott. Fede a volte ci ricorda). Aneddoti d'un visionario? Giravolte d'una "palla impazzita" a causa d'una creatività non sufficientemente espressa (fino a prova contraria)? Forse, in realtà, i problemi sono altri e sono di tutti: le parole di Broccoli sul presunto "nuovo medioevo" fanno riflettere! Se un sapiente come Sgarbi viene trascinato maldestramente nel giogo infernale della tv spazzatura c'è da credere che anche le menti più evolute stiano dando il collo: ormai il mercato, autentica belva feroce dalle fauci affilate, opportunista e tutta agilità e nervi, copre la "realtà spirituale del tempo" che non può più esprimersi attraverso le Arti se non sporadicamente e nella presso che totale indifferenza. Eppure l'arte ha accompagnato l'uomo per buona parte del suo percorso. Oggi i linguaggi espressivi sono contaminati da una visione del mondo troppo legata a necessità materiali vere o presunte. Ciò non va bene perché abbiamo bisogno di comprenderci più a fondo, di auto-analizzarci anche attraverso i nostri lavori creativi di buon livello, in un contesto d'autenticità che a volte può intrecciarsi col mercato ma non necessariamente. In sostanza, ci stiamo privando d'una "cura fondamentale" ed è un po' come se in una banca l’interesse dei clienti fosse messa in secondo piano a favore di investimenti un po’ troppo spregiudicati e di interessi un po' troppo riservati. Ma chi vuole indossare il camice bianco sa già in partenza quali siano i doveri da assolvere, se il giuramento d'Ippocrate non è una burla.

...La Milano sotto un sole un po' così dell'altra domenica era un concentrato di miseria umana e chi camminava in via Dante aveva la sensazione di sfilare lungo una passerella triste e mortificante: musicanti da strada col viso cereo e incipriato che ricordavano certi personaggi di Fellini; giocolieri su trampoli stile medievale; il cantante solitario che rievocava note d'una celeberrima quanto patetica sceneggiata; buffoni d'ogni sorta che coinvolgevano passanti stanchi dai sorrisetti forzati e imbarazzati; la funerea processione di peruviani dai caratteristici tratti aztechi; venditori di rose; cileni col solito zufolo struggente; cinesi che vendevano oggetti variopinti; rendevano l'idea d'uno scenario pre-apocalittico (simile a quello televisivo), qui inteso come fine di un'epoca. E quando un lungo periodo storico sta per concludersi c'è da temere che si verifichino ulteriori sconvolgimenti, tutt'altro che indolori (non si dice forse che quando la società agricola giunse al termine iniziarono grossi problemi poi sfociati nei ben noti totalitalismi?).

...Perché mi guardava in quel modo, nell'estate del 2004? Lui neppure ricorderà, perché tutto sono tranne che una bella donna. Temevo volesse acchiapparmi per farmi coprire un probabile posto vacante: quello dell'Orlandini, ma a testa in giù! Ricordate, su RETE 4?... Non l'avrei mai fatto! Credetemi sulla parola miei gentili, eventuali lettori. Mai! Eppoi mica assomiglio minimamente a quell'Orlandini... Una volta ho avvicinato "Terminator" per un autografo con dedica (dai caratteri incomprensibili) e prima di allontanarmi gli ho stretto un po' maleducatamente un braccio, con forza, per sentire la tensione corporea di quell'uomo famoso dalla mente lucida e poco conciliante (per una questione di privacy evito di fare commenti su ciò che è rimasto nelle mie dita elettrizzate, quasi "carbonizzate"!). Se vedevo in lui il "moderno per eccellenza" ora devo un po' ricredermi: "la valanga" travolge tutti, anche i più acuti e intelligenti, anche i testimoni del tempo più illustri. Tutti! Figuriamoci se nella scuola le cose possano andare meglio per quei docenti pezzenti che non hanno neppure la possibilità di viaggiare per fare esperienze formative... Per dirne un'altra, se è vero che da Cucuzza assistiamo quotidianamente a teatrini di "nobildonne" e di improbabili prìncipi che si fanno intervistare all'interno di ville esageratamente sfarzose, quando noi pezzi di pezzenti con le pezze al culo e la pizzetta in mano ci vediamo costretti a infilare la fede nuziale (roba da pazzi!) preghiamo il demonio più nero affinché al momento di cedere l'anulare ci venga almeno praticata l'anestesia totale (e perché non permanente?). Diverso è il discorso per i "nuovi barbari" che riescono ancora a fare della natività un evento gioioso, ciò che fa dubitare del Supremo in versione cristiana, il quale per primo induce a procreare come niente fosse! La verità sta nel mezzo? Ebbene, questo "mezzo" ormai piace davvero a pochi!  Oggi c'è da togliersi il cappello davanti a Claudio Lippi che non è riuscito a smarrire fino in fondo la via del buon senso: quale "voce contro" più significativa di chi proviene direttamente dall'elettrodomestico (giustamente) più chiacchierato? Ho visto troppa brava gente involgarire all'interno del "tritacarne catodico" e troppi personaggi veri allontanarvisi per sempre o quasi! Non sarà più tempo di "Jazz al Conservatorio", de "L'amico flauto" (ricordate "quel" Renzo Arbore?): i Gazzelloni, i Marinacci, i Zagnoni, i Gaslini, sono spariti come dinosauri estinti dal gelo dell'istupidimento collettivo (anche se l'estate scorsa, a Bellaria, il "sempre elegante" mi ha detto che qualche suo pezzo in tv lo si può ancora ascoltare, chi poteva immaginarlo? L'altra sera al "Giuditta Pasta" di Saronno parlava invece di sentimenti con le sue Songs, in risposta a certi "artisti - o filosofi - pazzi" ai quali sembrava voler dire: BASTA! Anzi, lo ha proprio detto...). Parlavo di Giorgio Gaslini. A volte mi chiedo se Maestri come il mitico Ballotta (che "dava voce" a personaggi come Pino Calvi), siano tenuti chiusi nell'armadione RAI pieno di naftalina (e di tarme) o se operino ancora per il "tritacarne". Nel caso, fanno arrangiamenti per scimmiottatori d'un jazz lontano e per orchestrine di musica leggera? Ancora. Sembra che Uto Ughi, che forse sarebbe più giusto chiamare "Ito Ughi", in tv non abbia più molti spazi e che dalla Scala di Milano sparito Muti... muti tutti! Penso anche a quei 20 e più operai che alla Scala di Milano vedevo alquanto impegnati nell'allestimento d'una scenografia d'opera: sapessero... E chi sente più parlare del Pollini rimasto in bianco e nero? Se ormai a questo nome illustre la gente associa i gustosi prodotti dal 10+ facile facile un po' di preoccupazione deve esserci!...  Dove sono finiti i Cervi e i Fernandel, i vari Maigret, Peppone e Don Camillo? No, no, non mi riferisco a quei film datati, omai "da museo", ma a quel modo sublime di recitare: le "sovrastrutture mentali" fredde e vuote del nostro tempo si sentono anche nella recitazione "moderna" che non è più coinvolgente. Noto che nelle cosiddette fiction è tutto esageratamente in primo piano (soprattutto l'audio!): sembrano quasi "fumetti" ed è un vero peccato, visti gli argomenti per lo più di carattere storico e sociale in esse trattati.

                                                                                   

                                                                       Davide Crociati

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