davidecrociatidibellaria
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                                Lettera del 16 Novembre 2005

Dall'Ausonia alla d'Eusanio il passo è stato relativamente breve! Un po' come quel calciatore gonfio d'adrenalina che dopo una sgroppata di 100 metri scarta anche l'ultimo difensore e giunto a un metro e mezzo dalla porta sbuccia il pallone facendolo sfarfallare miseramente oltre la linea di fondo per farne concludere la corsa a pochi centimetri da una telecamera RAI o MEDIASET, come se anche il "gonfiato" volesse far bella mostra di sé (per l'immensa gioia degli avversari!). A proposito, quanto ho scritto finora (vedi e-mail precedenti, bontà Vostra) può estendersi per certi versi al calcio o più in generale a un certo modo d'intendere lo sport... Noto che la gente comune parla esplicitamente fino a un certo punto (forse perché preferisce evitare rogne oltre a quelle già esistenti), ma sono sicuro che molti considerano il calcio un carrozzone ultra miliardario utile soprattutto a lobby (tutto sommato non è un a parolaccia a priori) che mirano a consolidare una certa impostazione economico-sociale. In pratica, c'è chi pensa che non sia per niente giusto sfruttare l'ingenua (a volte "drogata") passione di modesti lavoratori, disoccupati giovani o cronici, precari senza certezze, o di poveri diavoli in senso lato, per giustificare l'incredibile giro di soldoni che ruota attorno al calcio. Mi spiego meglio (Prodi docet): che cactus se ne fa il classico poveraccio d'un bel gol di Totti, o di del Piero?... Eppure quel disgraziato cerca regolarmente una soddisfazione catartica che dura solo il tempo d'una partita di pallone, perché ogni volta i problemi quotidiani (quelli veri!) si ripresentano, per di più aggravati da un ulteriore vuoto economico a causa d'un “ricco biglietto” diventato ormai carta straccia. In tal modo, chi ha più interesse a mantenere in piedi un malato obeso dal viso gonfio e cianotico, sempre più simile a un cadavere, fa leva sul "tifo" costruito ad hoc da bravissimi professionisti del giornalismo sportivo, magari in collegamento più o meno stretto con le suddette lobby, affinché gli altresì citati poveracci, senza rendersene neppure troppo conto, contribuiscano a mantenere in piedi altrui interessi opulenti in cambio d'un tozzo di divertimento. E come al solito il gioco illusionistico è fatto. Chi scrive è il primo a credere che non sia giusto (volevo dire opportuno) sbandierare verità vere o presunte col rischio d'infuocare gli animi. La capacità di "andarci cauti pur nella consapevolezza" è forse una delle doti migliori dei docenti moderni, dote che però, spesso, nell'immaginario pubblico, si fa "difetto" se non "piccolezza" o addirittura "meschinità". Io stesso ho provato forte disagio nel momento in cui, su viva richiesta dell'utenza, ho consentito di cantare canzoni di Vasco Rossi nonostante temo seriamente sia come dare alcolici a minorenni, non ancora in grado di capire perché mai un personaggio tanto ricco (si presume) e famoso (certamente) si sia drogato e continui a farlo (almeno che io sappia, in caso contrario chiedo scusa al "dottore") col chiaro beneplacito dei media e della società intera, salvo "pochi frustrati"... Del resto, si dovrebbe lavorare insieme per un maggiore benessere sociale che davvero non è sinonimo di comunismo, né di consumismo, e che potrebbe andare a maggior vantaggio di tutti, quindi anche dei più fortunati. Come scrissi a suo tempo al "jazzista" Sgarbi, "non tutti capiscono che vivere fra gente meno stupida, meno malata, meno violenta, è un bene anche per chi gode di qualche privilegio in più..." Tornando per un attimo alla scuola, cito un breve ma interessante passaggio tratto dall'articolo di Maria Stella Conte su "La Repubblica" di Martedì 15 Novembre: "Tredici anni e un desiderio: avere più tempo per gli amici". Scrive, la Conte, citando Saggese: "...e sono più adulti di certi adulti quando si fidano poco o nulla (in oltre il novanta per cento) di quel che dice la tv." Driinnn, campanello d'allarme!! Chi ha scritto ciò o non ha mai insegnato o si è dimenticato di quanto sia ostica l'età che va dagli 11 ai 15 anni (e direi oltre): la più difficile proprio anche per la fortissima condizionabilità dei preadolescenti che non hanno più troppa fiducia negli adulti, i quali però, più dei figli, ma inevitabilmente con forti ripercussioni sugli stessi, sono davvero molto contaminati da certi modelli culturali e non raramente considerano il rock più trasgressivo un'aspirina di cui abusare come e quando si vuole, compreso il rock dei "mitici" Rolling Stones, per i quali la droga era un vero "toccasana"! Fra l’altro mi risulta che i "nonni volanti" con la mano sempre nei coglioni siano ancora in circolazione e belli vispi (si fa per dire...). Se non mi ritenessi una persona sufficientemente educata userei lo stesso linguaggio del pappagallo di Sgarbi (acquisito dallo sventurato animale dopo un solo mese trascorso su un'ipotetica "isola degli impenitenti", vedi lettera dell'11 Novembre scorso). A proposito, credo che ognuno di noi farebbe bene a procurarsi un "portobello" personale, per verificare ogni tanto, attraverso le "sintesi" del pennuto, se vi siano parole troppo frequenti nel nostro frasario quotidiano... Non oso pensare all'animale di Biscardi! Tornando al rock inteso come "medicina" contro pericolosi "virus sociali" (poveri tibetani!...), c'è da sperare che coloro che ne fanno uso non si lascino andare a forme più o meno subdole di assuefazione! Come dire: dalla padella alla brace (spesso è solo questione di tempo). Pare che recentemente Sergio Zavoli (qui in Romagna non siamo certo carenti di grandi personaggi...) abbia auspicato l'inizio d'una maggiore collaborazione fra tv e scuola, perché la società del futuro non è così lontana. Interessante, infine, la teoria di "occhi di ghiaccio" relativa alle piramidi d'Egitto che vengono da lui associate ai grandi progetti pubblici di oggi (ponte sullo stretto nella fattispecie). Posso dire la mia in tutta umiltà, da normale cittadino? Credo ci siano piramidi e piramidi. Per fortuna "l'architetto del diavolo" non riuscì a portare a compimento il progetto di costruire mega città, e meno male che quella "storiaccia" è finita prima che ciò potesse accadere, per il sollievo di molti milioni di persone! Naturalmente si ragiona per casi estremi, e senza allusioni particolari a personaggi di oggi. Così, solo per il gusto di riflettere. Giuliano Ferrara avrà ragione su tante cose e forse anche sulle "piramidi moderne", ma la gente non dimentica tanto facilmente e, seppure con una certa superficialità, sovrappone le paure del presente alle tragedie del passato. Si può anche capire, no?...

                                                                              Davide Crociati

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