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                                                               Bellaria Igea Marina, 21 Agosto 2018

 

La pena capitale

 

L'idea che in alcuni Stati degli USA e in vari Paesi del mondo continui a resistere una pratica punitiva medievale, crudele e per giunta inefficace (stando a certe statistiche) mi fa inorridire. E sono intimamente convinto che se Trump cercasse di contribuire seriamente all'eliminazione della pena capitale spiazzando il mondo intero la nostra stima nei suoi confronti crescerebbe in maniera stratosferica! Per onestà intellettuale dobbiamo ricordare che in otto anni di presidenza neppure il premio Nobel “per la pace” Barak Obama ha saputo evitare che la pratica  dell'omicidio legalizzato continuasse, anche se va riconosciuto che nell'arco del suo mandato egli ha graziato numerosi detenuti (sempre che non si tratti di una fake news).

E mo' ci risiamo! Ora i buonisti dal pensiero a vicolo cieco provano un'altra stada per scuotere le coscienze, in maniera inappropriata poiché è quanto meno azzardato associare i limiti e l'immoralità della pena capitale alla presunta inopportunità di arginare in maniera sensibile un'esodo di massa che sicuramente, se continuasse, in un tempo relativamente breve decreterebbe la condanna a morte della società italiana o quanto meno dei suoi valori fondanti. Società già di per sé malata e che andrebbe curata evitando azzardate sperimentazioni dall'esito più che incerto!
Non dimentichiamo che il tempo oggi scorre molto velocemente e che tanti problemi ci piombano addosso senza che noi si abbia la possibilità di reagire o di trovare soluzioni accettabili: se come il ponte di Genova anche i confini dell'europa cedessero di schianto a chi attribuire la responabilità se non a chi cerca quotidianamente di mettere un bastone tra le ruote alla politica salviniana che poi, come vediamo in ogni circostanza critica, è tendenzialmente la politica dell'UE? Se la diga crollerà, un fiume in piena travolgerà tutti, nessuno escluso, e i primi responsabili politici dovranno sperare di non rimanere vittime loro stessi di pratiche tribali che nulla hanno a che vedere coi valori civili faticosamente raggiunti in ambito occidentale (con tutti i difetti che l'occidente può avere!).
Non si dimentichi che la natura tende al disordine: in certi luoghi abbandonati lo scenario cambia velocemente e decisamente in peggio, o almeno invivibile per l'uomo (ma non per topi, serpenti e scarafaggi). L'erbaccia cresce copiosa, come si suol dire. Allo stesso modo, se smettiamo di “annaffiare” i valori fondanti della nostra società, se scioccamente finiamo col credere che ospitare qualcuno significhi regalargli la nostra casa per diventare noi nomadi senza più radici e allo stato brado, ci troveremo a dover spiegare alle future generazioni i motivi di tanta dabbenaggine!
In precedenza riflettevo sul significato relativo dei numeri (un incontro di calcio tra undici professionisti di primo livello e undici dilettanti farebbe pensare a una nota pubblicità malandrina in cui si invita a “giocare facile”). Ma poiché tutto è relativo ci sono casi in cui il numero rappresenta un valore oggettivo, e se l'Italia diventerà il molo d'Europa destinato ad accogliere gommoni pieni di gente senza documenti, barche e barconi traboccanti di non si sa chi, “navi da guerra” provenienti da Paesi culturalmente ostili; se nel frattempo le Alpi diventassero un muro invalicabile anche per noi italiani, poiché già oggi i nostri “cugini” sembrano tutt'altro che concilianti rispetto alla questione migranti; come ci ridurremo? Non ha forse ragione, Salvini, quando chiede al resto d'europa che l'Italia (coi suoi valori) non venga abbandonata a un destino che sarebbe già scritto, quindi a una sicura condanna a morte?
Già da tempo stiamo inoculando nelle nostre vene una sostanza demografica che non definirei deleteria se non nella misura in cui è incompatibile col nostro fisico-sistema. L'incompatibilità a cui faccio riferimento è relativa (per esempio) alle leggi coraniche. Se credo si debba provare un grande rispetto per l'Islam, allo stesso tempo sono convinto che sia sacrosanto averne timore nella misura in cui le leggi coraniche hanno assai poco a che vedere coi nostri principi morali e con le nostre stesse leggi (basti pensare al rapporto tra uomo e donna, problema che ovviamente dovrebbe stare particolarmente a cuore alle femministe o più in generale all'ex gentil sesso...).
Si parla di pena di morte negli USA, ma poi dimentichiamo che nei Paesi islamici la condanna capitale è ampiamente praticata! Dimentichiamo che mentre i musulmani sono sempre di più, noi stiamo smettendo di fare figli. Dimentichiamo che quando i numeri lo consentiranno ci troveremo un parlamento pieno di personaggi di fede e di cultura musulmana che, non c'è dubbio, saranno ben poco disposti a rinunciare alla loro fede e ai relativi valori, frutto di una storia intensa e profonda. Una storia di tutto rispetto...

 

                                               Davide Crociati

 

Siamo alle solite: questa mattina in una trasmissione di Rai 1 parlavano di pena di morte, poi hanno dirottato il discorso verso la migrazione come se le due questioni fossero sovrapponibili. Mi sono precipitato d'impulso al PC e in maniera un po' convulsa, tra uno strafalcione e l'altro anche per i tempi troppo rapidi, ho scritto la mia riflessione...

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