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                                                                 Bellaria Igea Marina, 8 luglio 2022

 

OMOLOGAZIONE degli OPPOSTI

 

Trovo terribile e per certi versi fa pensare alla situazione attuale l'ipotesi secondo cui l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ex fallimentare Società delle Nazioni), anticamera del Governo Unico Planetario, ovvero futura sede centrale del Nuovo Ordine Mondiale di cui oggi si sente parlare con crescente insistenza, non sarebbe che il risultato di un insano processo iniziato molti decenni fa e portato a compimento attraverso una strategia geopolitica (o di geopolitica criminale, se vogliamo riprendere a utilizzare parole sensate in quanto più aderenti alla realtà) basata sul dualismo «Tesi marxista - Antitesi nazista», quindi sulla Rivoluzione russa del 1917 e sulla costituzione del movimento nazionalsocialista, con conseguente presa di potere da parte del carnefice Hitler (1933). Sintomatica l'ammirazione del fabiano irlandese George Bernard Shaw (scrittore, drammaturgo, linguista e critico musicale) per dittatori di opposte ideologie (almeno in apparenza), come Stalin, Mussolini e forse lo stesso Hitler. Il collettivismo fabiano è una forma di socialismo, ma fabiano era Elza Pound da alcuni definito «il poeta fascista», del resto anche Mussolini veniva dal socialismo.

Parlando dei magnati del suo tempo un illustre storico dell'Alta Finanza affermò che, ben distanti dal voler salvare il mondo, i padroni dell'industria erano i primi promotori del primo conflitto planetario e spingevano per l'entrata in guerra degli Stati Uniti nonostante finanziassero le campagne pacifiste!

Secondo il torbido Brzezinski il marxismo ha rappresentto una vittoria della Ragione sulla Fede, una tappa vitale e creatrice per la maturazione della visione internazionalista dell'uomo, mentre per l'economista Levinson «parole come capitalismo, democrazia, socialismo, comunismo e perfino nazionalismo non hanno più significato: le élites mondiali pensano in termini di problemi mondiali».

In sostanza, la sintesi tra la realtà marxista e quella nazista avrebbe rappresentato il motore, il mezzo necessario per giungere allo step successivo, a un'Istituzione Internazionale (l'ONU) capace di riassumere in sé lo spirito gnostico nella sua versione più destabilizzante soprattutto dal punto di vista dei valori cristiani, mantenuti in vita solo in apparenza attraverso interpretazioni progressivamente fuorvianti, allo scopo di incanalare le ignare genti all'interno di oscure tubature, per condurle al terreno impervio del caos valoriale, quello che oggi stiamo riscontrando non sempre con la dovuta chiarezza in ogni ambito della società. In sostanza, in un momento così difficile come quello che stiamo attraversando, fa ancora più scalpore prendere coscienza del fatto che potentissimi banchieri internazionali (inglesi, americani, tedeschi, francesi, ecc.) abbiano sovvenzionato e alimentato di proposito sia la Rivoluzione russa che il nazionalsocialismo allo scopo di gettare le fondamenta per definire una «nuova realtà», quella che sta minando le basi della nostra democrazia. Del resto «in politica nulla accade a caso, ogni qualvolta sopravviene un avvenimento si può star certi che esso era stato previsto per svolgersi in quel modo». All'origine dell'influenza politica esercitata dall'ONU ci sarebbe una spinta ideologica dai colori arcobaleno, input di un piano progressista di lungo respiro testimoniato ampiamente dalla presenza in ogni dove dei colori «politicamente corretti» quanto esteticamente deprimenti. Così oggi provano a privarci del vero arcobaleno, il quale pur tuttavia continua a dileguarsi delicatamente poco dopo averci allietati con la sua presenza tenue e suggestiva (mediamente dopo un'ora) e se ne guarda dal volersi imporre in maniera continuativa nelle scuole e nella pubblicità, nella moda e nelle pessime scenografie televisive, nei negozi di oggettistica e ovviamente nelle volgari sfilate LGBT. Direi ovunque, oggi. Tutto ciò è umano, troppo umano.

A proposito di dualismi, non dimentichiamo che dai «Superiori Incogniti» Satana (inteso come ideale incarnazione di una nichilistica assenza di valori) viene descritto come il Logos (la Dea Ragione, ecc.), ovvero «il solo Dio del nostro pianeta». Ritengono pertanto che ricusando Satana la Chiesa maledica il suo stesso Dio per il semplice fatto di non voler considerare la natura nel suo duplice, innegabile aspetto di Luce e Ombra. Oggi tuttavia tale critica viene formulata senza voler considerare, per puro e semplice opportunismo, che ammettere l'esistenza dell'Ombra come parte integrante della natura non significa necessariamente utilizzarla per togliere spazio alla Luce, se è vero che il sonno della ragione, l'abbandonarsi ai mostri del buio inconscio che hanno sede nella parte arcaica del cervello umano, può produrre situazioni terrificanti sul piano degli accadimenti sociali. Come del resto è già accaduto abbondantemente nella storia. Così, in ragione di «motivi superiori» (superiori per chi?) le «Sette sorelle» del petrolio (notoriamente americane, più l'inglese British Petroleum) decisero di eliminare fisicamente il «pericoloso» Enrico Mattei, mentre le odierne “Sorelle” del cartello farmaceutico internazionale, i cui interessi legati alla vaccinazione di massa in tempo di COVID-19 sono esorbitanti e per questo, com'è ormai noto a molti, dall'alto del loro gigantesco potere economico impongono un viscido TSO attraverso governi fantoccio, stanno piegando i diritti universali dell'uomo alle loro opulente esigenze. Infatti, anche nel caso di Big Pharma, dove risiedono i «motivi di ordine superiore» se non negli interessi economici delle grandi case farmaceutiche, senza voler scomodare l'ideologia che gonfia le loro ampie vele e che rappresenta il terreno di coltura ideale per le multinazionali che stanno distruggendo una miriade di piccole e medie aziende spudoratamente definite «zombi» da Draghi il «vile affarista» (Cossiga docet)? Vorrei ricordare che il predecessore di Scalfaro, Napolitano e Mattarella era molto vicino agli ambienti massonici e non si può escludere che proprio in quel contesto abbia potuto conoscere più approfonditamente l'attuale Premier. Memorabile la dichiarazione in diretta televisiva di Cossiga stimolato dalle domande del giornalista Luca Giurato, riguardo all'ipotesi «Draghi Presidente del Consiglio»: «Un vile affarista, non si può nominare Presidente del Consiglio dei Ministri chi è stato sotto la Goldman Sachs, grande banca d'affari americana. E male, molto male io feci ad appoggiarne, quasi a imporne la candidatura a Silvio Berlusconi. Male, molto male! È il liquidatore, dopo la famosa crociera sul Britannia, dell'industria pubblica, (…) la svendita dell'industria pubblica italiana quando era Direttore del Tesoro, e immagina che cosa farebbe da Presidente del Consiglio dei Ministri ...svenderebbe quel che rimane: FINMECCANICA, ENEL, ENI...». Parole pesanti come macigni che credo rendano ampiamente ingiustificata la fiducia riposta in Draghi da buona parte dell'opinione pubblica, quella che ancora vuol credere alle «favole» raccontate nei canali televisivi a reti unificate e su gran parte dei Quotidiani; quella che oggi si mette in fila agli Hub Vaccinali per farsi inoculare la quarta dose (oggi definita delicatamente «richiamo», quando è sempre più chiaro che le varianti della cosiddetta COVID-19 sono causate proprio dai vaccini e che i vaccinati con terza dose finiscono in ospedale come i non marchiati, salvo quando sono esclusi dalla terapia intensiva per evitare che rientrino in qualche scomoda statistica). A tale riguardo, col viscido TSO che si cerca insistentemente di giustificare usando forme di illusionismo giuridico-costituzionale sembra non si voglia tenere conto in alcun modo di quel Codice di Norimberga che traccia una chiara linea demarcativa tra sperimentazione lecita e tortura, ponendo altresì l'indice sulle sperimentazioni non regolate, prive di fondamenta etiche. Vi si si legge che il consenso volontario è assolutamente essenziale, quindi la persona interessata deve avere capacità legale di esprimere il consenso, deve quindi essere posta nella condizione di poter esercitare un libero potere decisionale senza che si intervenga con la forza, con l'inganno, con le minacce o esagerando con qualsiasi forma di vincolo o coercizione (leggasi sospensione dal lavoro o licenziamento, come nel caso di quei medici veri che pretendono una certificazione a tutela dei loro pazienti con determinate caratteristiche prima che vengano sottoposti a vaccinazione sperimentale, poiché, lo si ricordi a chiare lettere, esattamente di questo si tratta! Medici che oggi rischiano la radiazione, come il Dott. Milani e l'anestesista Balanzoni, come il Prof. Frajese e molti altri! E che le frottole le raccontassero ai loro parenti, questi governanti senza scrupoli, invece che al popolo di cui invece dovrebbero aver cura non fosse che per il mega stipendio che si concedono!).

Nel Trattato di Oviedo (1997), convenzione per la protezione dei Diritti dell'Uomo e della dignità dell'essere umano nei confronti della biologia e della medicina, in «Oggetto e finalità» si dice che, fatte le dovute premesse, «Le Parti di cui alla presente Convenzione proteggono l'essere umano nella sua dignità e garantiscono ad ogni persona, senza discriminazioni, il rispetto della sua integrità e dei suoi altri diritti e libertà fondamentali riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina». A seguire, «l'interesse e il bene dell'essere umano debbono prevalere sul solo interesse della società o della scienza». Non sembra affatto che quanto sta oggi accadendo, per mezzo di governi fantoccio, collimi con quanto scritto anche in questa Convenzione Internazionale! E i Capi di Stato tacciono! E gran parte della magistratura, dell'informazione, ecc., ha cessato di svolgere la propria importantissima funzione, calando le brache per paura e/o per sete di potere. Motivo per cui gli artefici fallimentari del «nuovo ordine» hanno o credono di avere tutto l'interesse a mettere in discussione anche i valori etici sui quali reggono le società civili, affinché nel marasma generale, nella nuova Babele voluta dai poteri forti (quelli delle multinazionali, delle OGM, della droga libera e delle guerre di potere costruite a danno dei popoli) passino inosservati il Codice di Norimberga, il Trattato di Oviedo e tutte quelle forme di tutela che affondano le radici nella sofferta esperienza umana, quella che giustificherebbe ampiamente uno spazio ben maggiore, nelle scuole, alla storia vera (non a quella costruita su basi scioccamente ideologiche come troppo spesso accade).

Ma torniamo al meccanismo perverso che sta alla base del «nuovo caos» planetario, quello che affonda le radici nel pensiero gnostico degli opposti, per sostenere e alimentare il quale si fa oggi amplissimo uso del linguaggio «politicamente corretto» di stampo davosiano. Ho iniziato questa mia ennesima riflessione su tematiche relative al «Nuovo Ordine» ponendo l'indice sulla sintesi «marxismo - nazionalsocialismo», ma la questione degli «opposti» è di grande attualità e interessa ogni ambito sociale e individuale. Per chi non l'avesse ancora capito, oggi in maniera crescente e progressiva, in perfetto stile fabiano, si vuole spacciare la consapevolezza del male con la sua giustificazione e addirittura con la sua necessarietà. Si cerca pertanto di stornare l'attenzione della gente comune dal fatto che le leggi hanno ragione di esistere proprio in virtù della loro funzione di contrasto al crimine, in senso lato, laddove per crimine si intenda un'azione che può compromettere un equilibrio a discapito dei più vulnerabili (ed ecco che rientrano in gioco le pseudo-verità darwiniane). Il caos babelico che avanza come il deserto nel Sud del pianeta rappresenta il luogo ideale solo per chi ha già eretto le proprie monadistiche cattedrali, per chi è già dotato di lussuosi rifugi atomici (in senso figurato e non), per chi ha disprezzo per l'essere umano dopo avere fatto di tutto affinché uomo e donna si riducessero a ciò che oggi sono o appaiono: senza identità, senza storia, costretti nell'incertezza culturale a causa di uno stupro etnico continuato e accelerato che i soliti furbastri del «Nuovo (dis)Ordine» cercano in tutti i modi di far passare per processo umanitario, immerso in un eterno presente fatto di aridi opportunismi, equiparato a tutte le altre creature viventi (compresi topi e scarafaggi, che presto dovremo cominciare a vedere sulle nostre tavole e perfino apprezzarne le caratteristiche culinarie!), manipolabile qual piuma al vento e «artisticamente» orientabile, incapace di distinguere tra conoscenza e sapienza, tra sviluppo tecnologico e spirituale, senza certezze economiche (ciò che può alimentare il crimine a causa della disperazione ma anche perché, com'è noto, in tante situazioni l'occasione fa l'uomo ladro o peggio). Potremmo continuare all'infinito dal momento che il pozzo delle bassezze umane è profondo come l'inconscio inconoscibile.

Il male esiste, dunque, ma non per questo è giusto e sensato invocarlo a viva voce; non necessariamente in quanto realtà inconfutabile deve rappresentare la nostra meta prioritaria, anche perché l'inflazione del male può sortire effetti devastanti su tutti, nessuno escluso.

La società degli opposti rischia dunque di diventare la società delle contraddizioni istituzionalizzate (la si giri come si vuole, la composizione dell'attuale governo dei peggiori ne è un chiarissimo esempio). Ciò emerge anche dalle dichiarazioni di Farina (già UNICEF): «a titolo personale io dico che l'aborto è un omicidio, ma non posso dirlo come Presidente del Comitato italiano per l'UNICEF» (della serie: «ho solo obbedito agli ordini», una frase già sentita prima che inaugurassero le forche riservate ai «migliori» del '33). E ancora: «la posizione ufficiale del Fondo è che il problema dell'aborto sia un fatto politico e, soprattutto, una questione personale. Non crediamo che si debba farlo rientrare nei diritti dell'infanzia». Un chiaro esempio di come in questo arido sistema meccanicistico la coscienza individuale è costretta a cozzare contro l'ideologia dominante sostenuta solo da un esorbitante potere finanziario e tecnologico! Piace ricordare le parole di un grande uomo di cultura, morto in circostanze poco chiare soltanto 10 mesi dopo averle pronunciate: «Sono traumatizzato dalla legalizzazione dell'aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell'omicidio» (Pier Paolo Pasolini - Corriere della Sera, 19 gennaio 1975). Sempre dalla sede UNESCO una dichiarazione risalente ai primi anni del dopoguerra, secondo la quale si sarebbe reso necessario condurre le società verso un umanesimo laico attraverso una «pianificazione» della cultura (alla faccia di chi ancora crede che non sia in pieno svolgimento un'ingegneristica manipolazione sociale!).

La «rivoluzione verde» venne lanciata alla fine degli anni 60 negli onnipresenti Stati Uniti, attraverso fondazioni esentasse sovvenzionatrici di migliaia di gruppi ecologisti e animalisti. Tra i finanziatori l'EGA di area Rockefeller. A proposito di ecologia, di ieri la notizia che a Marina di Ravenna è stato abbattuto un filare di 65 metri di tamerici per «adeguare» lo spazio destinato a un concerto dell'ambientalista Lorenzo Cherubini in arte Jonanotti, il quale in un suo intervento all'università di Firenze (giugno 2015), si è lasciato scappare di aver partecipato a un «Summit segreto» tenutosi in Italia e organizzato da una delle più grandi aziende a livello planetario. Si sarebbe trattato di uno di quegli incontri internazionali, chissà perché sistematicamente ignorati dalla stampa, nel cui ambito vengono prese decisioni importanti a livello mondiale. I partecipanti sarebbero stati circa un'ottantina tra premi Nobel, rappresentanti di multinazionali farmaceutiche e tecnologiche, nonché attivisti per i diritti umani (già, proprio così, c'erano anche sostenitori di quei diritti che ormai sono tali sulla carta ma non nei fatti, poiché ne perdiamo pezzi ad ogni giorno che passa, giusto per evidenziare la coerenza e per ipotizzare i veri scopi di chi si trova a disegnare in gran segreto - ma neppure tanto - il futuro di tutti noi). Il rapper ha definito «drammatico» questo stato di cose (bontà sua!), tanto da non sentirsi nello spirito di saltare su un palco come un grillo impazzito. Ma trovo piuttosto bizzarro che nel discorso fiorentino Jovanotti (forse sarebbe opportuno commutasse il suo nome d'arte in Vecchiotti, ma c'è già Vecchioni e si rischierebbe di fare confusione e comunque sempre di progressisti si tratta) faccia coincidere la figura del tecnocrate con quella del politico (forse per «aggiornare» il senso di una sua canzone ormai fuori moda?) e lo fa invitando il pubblico a prendere atto della realtà che va profilandosi a livello planetario per «adeguarsi» con spirito resiliente al nuovo ordine che ne dovrà derivare e che a quanto pare verrà deciso da privati senza volto e senza scrupoli (quindi a beneficio dei relativi mega interessi). Jovanotti ha fatto accenno anche alla funzione degli «artisti» che in una dimensione globale dovranno «influenzare le persone» (non sarebbe stato molto meglio se avesse detto «svegliare» o «far riflettere» le persone?). I punti di contraddizione di chi oggi si professa ecologista rischiano di superare i limiti del sopportabile! Ma, come si è detto e ripetuto, ci troviamo nella società degli opposti istituzionalizzati e non ci deve sorprendere che il nostro rapper sia arrivato a vestire i panni del sacerdote laico celebrando matrimoni in seno ai suoi spettacoli scatenati e scatenanti dal sapore marcatamente progressista. Ma d'altra parte oggi vengono definiti «i migliori» quei politici che non hanno fatto della coerenza la loro dote principale («mai col partito di Bibbiano» e via discorrendo, per intenderci). Si badi bene, se vien meno il valore della coerenza tutto diventa possibile in un contesto in cui è molto più facile distruggere che costruire (ma, d'altra parte, con un tocco di «bacchetta magica» il nostro Draghi ha fatto diventare «creativa» la distruzione delle piccole e medie aziende da lui definite «zombi», come si è detto, potenza delle parole anche quando valgono poco o meno di nulla, purché pronunciate in diretta tv da una sede istituzionale e da chi ha ricoperto cariche ritenute prestigiose a livello internazionale, se non altro nella forma...). Tanto per rendere l'idea, oggi si chiede ai cittadini di attraversare l'oceano senza barca (ossia senza un punto fermo sul quale poter fare qualche affidamento), quando c'è chi viaggia in transatlantico o sul proprio yacht personale potendosi permettere di ingurgitare pizze costosissime sul ponte accarezzato dalla brezza marina (figuriamoci che lusso), magari in compagnia di qualche olgettina provocante. Giustizia divina? Forse, ma solo se l'uomo si sostituisce a Dio. In realtà, senza Dio e in assenza di valori e di etica, non è più possibile parlare di giustizia. Forse proprio per questo oggi si tende a criminalizzare la vittima di una rapina, o a giustificare uno stupratore solo perché l'autore del crimine viene da un paese in cui è normale violentare donne. Evviva l'integrazione, pardòn, l'inclusione!

Potenza degli opposti, dottrina massonica prometeica e dichiaratamente anticristiana, i cui simboli imperano ovunque in un mondo in cui c'è ormai ben poco di casuale, com'è testimoniato anche da certa simbologia pacchianamente utilizzata nella modesta località in cui abito: dal pentalfa associato al delfino (simbolo New Age) in Piazza Matteotti, in pieno periodo natalizio, al ponte «Fausto Coppi» che richiama neppure tanto velatamente squadra e compasso. E come gli opposti hanno condotto alla sintesi marxismo-nazionalsocialismo, sulle passerelle di moda si sta giungendo rapidamente alla sintesi tra uomo e donna con ricadute sempre più evidenti nella società, tanto che in un suo articolo del 31 luglio 2017 Annalisa Chirico parla di «maschio in via di estinzione», a metà tra Homer Simpson e Mr. Bean», con gli arti allungati a discapito di «qualcosa» che invece tende ad accorciarsi in maniera preoccupante. Dagospia ci fa sapere che oggi le donne preferiscono gli uomini effeminati a quelli mascolini, poiché «in una società stabile e sicura - evidentemente l'articolo è di qualche anno fa dal momento che di sicuro e di stabile c'è rimasto ben poco - , dove la salute non è una minaccia alla sopravvivenza, la mascolinità perde di importanza per una donna». Del resto «il futuro dell'umanità è bisex, come profetizzava il professor Umberto Veronesi alludendo ai cambiamenti ormonali in atto legati ai diversi ruoli sociali», si dice sempre nell'articolo di Annalisa Chirico. Oggi mi chiedo se con questa scienza troppo spesso rivelatasi priva di coscienza, anche la farmacologia non abbia contribuito ad accelerare la preoccupante mutazione, che riesce difficile inquadrare unicamente in un contesto culturale e abitudinario. Anche nel caso della sessualità gli opposti stanno quindi amalgamandosi quando il problema vero sta forse nell'eliminazione dei confini demarcativi tra generi in senso lato. Anche il male, la parte oscura della natura, serve a creare un contrasto nella sua opposizione al bene che in tal modo diventa più riconoscibile. Quindi il problema vero si crea quando i due elementi opposti si fondono, o per meglio dire si confondono, poiché come si è detto sono nati per rendersi vicendevolmente visibili e riconoscibili (nonché controllabili) e per produrre energia nella loro lotta per la supremazia, fermo restando che l'esperienza dovrebbe aiutare progressivamente ad evolversi nella direzione della luce. Forse per questo la storia dà fastidio a molti, come nel caso dell'Ucraina i cui problemi secondo i mass media corrotti sarebbero iniziati con l'invasione russa e non con l'antecedente infiltrazione nazista ad opera degli Stati Uniti, o più in generale della NATO.

Personaggi come il «mago» Crowley, ovvero ispiratori di comportamenti, a modo loro dei veri «influecer», anelavano ad allargare la coscienza allo scopo di scardinare i valori legati al monoteismo cristiano (in fondo i temi fondamentali sono sempre gli stessi, a testimonianza di una strategia di lungo respiro destinata nel tempo a utilizzare finanza creativa e tecnologia robotica per far valere certi convincimenti elitari dal colore neutro e ormai dichiaratamente anticristiani!). Questi personaggi potevano adattarsi alle forme della destra come a quelle della sinistra, in barba alla ben nota contrapposizione ideologica che avrebbe causato morti e disabili in grande quantità (pensiamo alla strategia della tensione di marca P2, agli anni di piombo, alla notte della repubblica, definizione, quest'ultima, del compianto Sergio Zavoli riferentesi a una sua nota trasmissione televisiva Rai, d'inchiesta storica).

Anche il mondo della musica popolare ha fatto la sua parte nell'espandere il pensiero gnostico basato sugli opposti a livello planetario, se è vero che i divi del rock/pop incarnavano (e incarnano) in sé valori almeno in apparenza contrastanti: la difesa dei diritti civili (pacifismo, ecologia e quant'altro) e la sponsorizzazione delle droghe naturali e sintetiche che tanti danni hanno prodotto alla mente e al fisico in una quantità abnorme di giovani e non, quindi all'intera società (altro che tutela dell'«ambiente cerebrale»! Evidentemente il «naturalismo» di certi benpensanti guardava e guarda all'esterno senza tenere in debita considerazione la natura fisica e mentale dei singoli individui, ovvero il loro stato di salute psicologica/psichiatrica). Per anni la popstar Madonna Luise Veronica Ciccone, nonni abruzzesi, cantante simbolo degli anni Novanta, in perfetto stile gnostico ha incarnato l'immagine della ragazza ambigua in cui convivono neo-femminismo e celebrazione della donna-oggetto, romanticismo e provocazione, fede in Dio e dissociazione dei valori. Un vero esempio di «modernità» tutta incentrata sugli opposti, quindi. I proseliti soprattutto di sesso femminile di questa showgirl internazionale sostenuta da un potente Sistema, quindi da una montagna di pubblicità, non si contano. Cosicché Madonna può essere considerata una delle maggiori icone ed influencer del nostro tempo, capace di attirare a sé milioni di fans plasmandone il look ma soprattutto la sensibilità e in ultimo il pensiero.

Chi pensa che la musica colta sia al di fuori dei giochi ideologici del secondo Novecento si sbaglia di grosso, poiché in quei decenni si delinearono due poli opposti ma uniti da evidenti tratti comuni: da un lato si sviluppò il cosiddetto determinismo che prese il testimone dai dodecafonisti di primo Novecento e che portò i suoi esponenti a organizzare in maniera ossessiva e con precisione millimetrica tutti i parametri del suono, dall'altezza alla durata, dall'intensità al timbro; dal lato opposto si sviluppò l'aleatorismo caratterizzato da assenza di regole. Uno dei principali tratti comuni tra determinismo e musica aleatoria consistette nella volontà di allontanare la sensibilità collettiva dalla tradizione tonale e dai suoi dogmi artistici, per così dire. In sostanza, come si trattasse di un grande ouroboros, maniacale organizzazione del materiale da un lato e completa libertà (o quasi) dall'altra trovarono un punto di contatto e di unione nella più totale disinibizione rispetto alla grande tradizione romantica, punto d'arrivo del grande tonalismo destinato tuttavia a rimanere in vita col contributo non indifferente della musica popolare e commerciale, quella destinata alla massa e caratterizzata da robusti centri gravitazionali, quella saldamente aggrappata alla gonnona vellutata e pesante di mamma tonalità.

L'ideologia globalista riassunta in Imagine dei Beatles, che in ambito musicale ha trovato il suo fulcro attorno agli anni Sessanta, non solo è riuscita a unire concezioni diametralmente opposte nel modo di trattare il materiale musicale ma è riuscita anche a unire nella stessa lotta contro la tradizione culturale di reminiscenza cristiana musica colta e musica leggera, o popolare che si voglia, in senso lato. Molti confini cominciavano così a cedere, per molti inaspettatamente. Lo sfondo rimaneva quello progressista.

Se la battaglia per la liberalizzazione delle droghe ha assunto spesso connotati di sinistra, pur tuttavia l'«influencer» Aldous Huxley, il cui nome è legato a doppio filo alla diffusione dell'Lsd (a volte somministrata da santoni laici che negli anni della controcultura sessantottina distribuivano la «sacra ostia» nell'ambito di veri e propri rituali iniziatici), era un aristocratico dalle tendenze razziste e un convinto sostenitore dell'eugenetica, riteneva che l'umanità fosse composta prevalentemente da «inferiori». Bei presupposti per assumere un ruolo guida, ma evidentemente lui come altri suoi simili in quel momento storico rappresentavano le figure adatte per sostenere le cause delle elites transnazionali unite da primari obiettivi finali (ossia dei cosiddetti «poteri forti» la cui esistenza ancora oggi viene negata da certa parte dell'informazione, forse quella più corrotta), quelle élites che vedevano (e vedono) nelle sostanze alteranti il mezzo per togliere ogni limite alla corteccia cerebrale a dispetto di troppi bigotti e benpensanti frequentatori di Chiese (quando si parla di comode etichette adatte per tutte le occasioni!). Negli anni della controcultura qualcuno arrivò a sostenere che l'Lsd avrebbe trasformato la cristianità proprio attraverso pericolose iniziazioni di massa, prive di quella riservatezza che in un certo qual modo ancora poteva tutelare i più. Capitava che venissero iniziati personaggi di spicco come Andy Warhol e il jazzista Charles Mingus, i quali avrebbero finito per costituire poli di attrazione per altri potenziali iniziati.

Insomma, da molti decenni a questa parte pare proprio che la filosofia del «tutto e il suo contrario» abbia preso piede grazie al contributo della cultura, delle arti, della politica, dell'informazione, della finanza (sempre più «creativa», come si vorrebbe lo fossero certe droghe impropriamente definite «leggere») e in ultimo, ahimé, della scienza. Della serie, «non basta la parola». Se come recita una canzone di un noto cantautore (oggi bersagliato forse per la sua bravura) «Io sono un uomo giusto, ma sono giusto un uomo», anche i migliori possono sbagliare in quanto la natura umana è caratterizzata da mille fragilità, figuriamoci quando a governarci sono i peggiori, ovvero i camerieri «troppo umani» (come molti altri) di un Sistema che sta perdendo il controllo della Ragione e che rischia di condurci a un mondo peggiore e difficilmente raddrizzabile. Speriamo così che il valore della diversità torni a prevalere sul disvalore dell'omologazione foriero di conflitti sociali e di possibili guerre devastanti, come in un certo senso ammette lo stesso Schwab nel suo «La quarta rivoluzione industriale», vero manifesto del «Nuovo (dis)Ordine Mondiale» che si va delineando. Poiché evidentemente ha colto l'opportunità di introdurre nel suo libro qualche contrappeso a livello comunicativo.

 

                                                                     Davide Crociati

 

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