DISEGNI e QUADRI 1 (di Davide Crociati)
Mi permetto di segnalare questa iniziativa del prof. Paolo Degli Angeli, che ritengo lodevole e che in parte mi vede coinvolto seppur immeritatamente
Qui sotto, un paio di miei lavori esposti alla Galleria del Carbone di Ferrara (tra opere di Luciano Paganelli, Massimo Rovereti e Luciano Navacchia)
Presentazione di una mostra a Seregno
Conosco Davide da almeno una decina d'anni, l'ho visto svariate volte impugnare una semplice Bic, silenzioso e invisibile, in mezzo a caotiche riunioni scolastiche, e produrre oniriche immagini fortemente poetiche.
Uomo silenzioso e di poche parole, musicista prestato alla pittura, colto conoscitore delle arti maggiori, antenna vivente di dissidi sociali e culturali, fornito di sensi supplementari, esprime misteriose figurazioni provenienti da mondi lontani.
Quando Davide comincia a lavorare è particolarmente interessante notare come procede (vedi “Limitazione”). Tratto dopo tratto senza un progetto prestabilito aggrega segni dopo segni e misteriosamente procede senza commettere errori. Mai indugi o ripensamenti. Se c'è qualcosa che non va si ferma un attimo, un'occhiata veloce, e riparte con la soluzione giusta che lo porta alla conclusione del lavoro avendo metabolizzato l'errore e avendo cambiato il segno alla valenza da negativa a positiva.
Non c'è un bozzetto iniziale, c'è lo sviluppo di idee fatte di segni che si agglutinano attorno a nuclei di significato che prendono forma e senso nel procedere stesso. Figure fatte di presente. Stati d'animo che si materializzano velocemente sul supporto come guidato da una realtà che sa dove è l'inizio e dove è la fine che gli permette di navigare a vista nel mare dell'incertezza trovando sempre la rotta per approdare in porti sicuri.
Davide uccide Golia in un combattimento apparentemente impari. Davide uccide il caos, esemplificazione di un contemporaneo ormai privo di identità culturali, per chi ne avverte l'assenza; un contemporaneo denso di sofferenze interiori che solo il fare o meglio il saper fare permette di tenere lontano. Il mandato di Davide allora diviene riorganizzazione, in un sistema di segni e colori, forme e metafore, di un nuovo umanesimo per sconfiggere la barbarie, per strutturare l'esistenza.
Esercizio di sopravvivenza, attività capace di rappresentare, per mezzo di linee e colori, la parte invisibile dell'essere, terapia del profondo, mezzo salvifico che sana i conflitti dell'inconscio, pittura automatica.
Quella pittura automatica che già nel 1924 A. Breton, nel primo manifesto del Surrealismo, fa derivare da un automatismo psichico capace di coniugare realtà e sogno (cioè inconscio), e che permette la sintesi in una nuova realtà: la “surrealtà”.
I surrealisti utilizzavano tecniche (frottage, grattage, collage) che lasciassero libero il pensiero. Davide, in questa fase del lavoro, abbandonando i riferimenti della pittura realistica, usa il nastro adesivo che struttura lo spazio, lo costruisce, lo deforma, ma anche lo cura e lo sana benignamente, fornisce al supporto cromatico quelle direttrici che danno senso alla tavola.
Paolo Degli Angeli
N.B. : i quadri che seguono non sono quelli presentati alla mostra di Seregno.