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                                                                 Bellaria Igea Marina, 15 Novembre 2020

 

Una storia vecchia

 

E così noi poveri mentecatti, telespettatori della domenica (pardòn, del sabato pomeriggio) interessati alla solita “trasmissione leggera”, etichettati dal conduttore e dai relativi “amici di parrocchia” come super ignoranti se non addirittura privi di senno in quanto sostenitori di teorie rettiliane, tuttora tremebondi al cospetto di draghi alati e unicorni, persecutori di vampiri ammazzabambini e per di più neo-crociati malevoli nei confronti di ebrei e musulmani, dovremmo pendere dalle labbra di un giovanotto come tanti (non dico «come troppi» poiché detesto i malthusiani), col cappelluzzo alla Capossela (grande la citazione della storica medievalista dal sorriso che sembrava un ghigno e che naturalmente scrive per La Repubblica e il Manifesto!) e ricolmo di un evidente risentimento post-adolescenziale? Certo verrebbe da ridere, se la situazione non fosse tremendamente seria!

Secondo loro Craxi era un “complottista” quando alla fine degli anni 90, dal suo esilio di Hammamet, diceva che «se nella migliore delle ipotesi il nostro Paese sarà un limbo, nella peggiore diventerà un inferno nonostante l'Europa abbia bisogno dell'Italia come l'Italia dell'Europa, tanto che dovremmo pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht»? Poiché ciò sarebbe stato legittimo! È un mero complottista Gotti Tedeschi, a suo tempo chiamato da Ratzinger alla presidenza dello IOR, salvo poi essere cacciati entrambi quando stavano per creare una solida «rete di protezione» attorno all'Istituto per le opere di religione, nel momento in cui scrive un libro contro quel “politicamente corretto” che potremmo tranquillamente definire «il linguaggio dei neo-cospiratori», naturalmente quelli reali come la mela di Tommaso D'Aquino (poiché l'idea di un governo unico mondiale pulsava già secoli fa)? Era complottista, la famiglia Moro, quando parlava pubblicamente di una minacciosa telefonata ricevuta da parte di un potentissimo uomo politico americano alla vigilia della tragedia di via Mario Fani? E i grandi misteri italiani, come quello di Ustica che Purgatori conosce molto bene, non meritano che i giornalisti continuino ad occuparsene dal momento che in parte sono ancora insoluti? Non erano forse inglesi le uniche fabbriche di armi chimiche trovate in Iraq? È così inverosimile pensare che gli accordi di Monaco fossero alquanto mal sopportati da chi poteva avere un reale interesse a spingere l'Europa e il mondo verso il secondo conflitto mondiale, dopo le sciagurate (e per questo assai sospette) giornate di Versailles? C'è sicuramente un motivo se nei dizionari troviamo parole come «complotto» (intrigo rivolto copertamente a danno di enti o persone), o come «congiura» (patto segreto fra più persone decise a rovesciare un regime politico e chi lo rappresenta). Dunque non illudiamoci: i complotti sono sempre esistiti e non è una bufala. Tra quelli riconosciuti come «reali» e addirittura considerati da manuale ricordiamo l'incendio del palazzo del Reichstag e le grandi purghe attuate da Stalin con la gentile collaborazione dei servizi segreti (sempre loro!), per non parlare della mafia nostrana e di quelle internazionali che campano di intrighi e sotterfugi della peggiore specie. Si può dire qualunque cosa, ma non che in questo mondo la storia viaggi da sé, senza la manina maldestra dell'Homo sapiens...

Dispiace che un giornalista tecnicamente virtuoso come Purgatori consenta che nella trasmissione da lui condotta vengano sistematicamente mischiati capra e cavoli, esattamente come succede (parliamoci chiaro) nella pubblicità ingannevole, nella quale è abitudine calare una goccia di verità per far digerire una montagna di fandonie! Sempre parlando di pubblicità, quella certa tendenza all'inganno (complotto = inganno), ossessione di tanti animali a due zampe, è emersa quando si è venuto a sapere dei messaggi subliminali, sperimentati anche nella televisione italiana. La volontà di scavalcare la coscienza delle persone equivale dunque alla volontà di ingannarle. Elementare. È forse, questo, il pensiero di un complottista sognatore? Se l'adrenacromo non mi fa sognare (lo confesso), provo tuttavia un interesse concreto per vicende inquietanti come quella di cui tempo fa si occuparono i maggiori giornali francesi: si scoprì che alcuni personaggi delle «alte sfere» si riunivano in gran segreto per dare luogo a riti che prevedevano atti di pedofilia e peggio. Si pensò bene di insabbiare la verità, perché dinanzi al dio denaro tutto diventa possibile e legittimo. E come non riflettere sugli orrori recentemente scoperti nel sottosuolo di New York? Mi riesce quindi difficile non dedicare un pensiero alle vicende di Bibbiano e al caso Palamara, di cui si parla sempre meno. Qualcuno ancora si meraviglia se la gente diventa sospettosa? Poi, certamente, tra i semplici ci sono quelli che, per la loro tendenza a estremizzare, vengono sopraffatti da fantasie che indubbiamente possono affondare le radici in qualche patologia. Nessuno, sia chiaro, lo può/vuole negare. Il fatto è che questo «anello debole» oggi viene sfruttato ad hoc nel tentativo, a volte palesemente maldestro (forse anche un po' naif) di far crollare l'intero «impianto accusatorio», che comprende tanti indizi da sembrare quasi una prova.

Insomma, dall'aggressione della Polonia alla guerra in Vietnam; dalle vicende fosche narrate da autori come Ploncard D'Assac, d'Argile e Béarn, ai fattacci di casa nostra, forse solo in apparenza di matrici opposte; dal ruolo avuto dai servizi segreti americani negli anni della «controcultura» alle conferenze internazionali «pro stupefacenti» sovvenzionate da notissimi speculatori internazionali; la lista delle vicende inquietanti è lunga come la tratta ferroviaria Spagna-Cina! E questi ci parlano di unicorni e di draghi, di finti allunaggi e di cavalieri medievali con la croce sul petto (che in realtà, come ci ricorda il «censurato» Magdi Allam, andavano a difendere le terre cristiane aggredite dai musulmani)? Era forse un cavaliere medievale, l'atipico JFK, se per lui la parola segretezza era in sé ripugnante in una società libera e aperta, se voleva opporsi storicamente alle società segrete, ai giuramenti segreti, alle procedure segrete? Certo per essere soltanto un «ridicolo complottista» è finito male! Partendo dalle colonie ariane in Paraguay, «sulle tracce di Elisabeth Nietzsche» si può arrivare a ben altri luoghi e centri di potere, e per fortuna esiste un giornalismo investigativo serio e prodigo di dettagli (spesso verificabili). Ecco i famosi «squarci» che rendono visibile l'invisibile!

La7 avrebbe potuto propinarci ospiti migliori: la ricerca su internet e facebook mi ha reso un'immagine chiara di questi «paladini della sinistra pro-capitalismo», e sono certo che per ragionare con la nostra testa non abbiamo bisogno di barbalu, barbanera o barbagianni (roba da cartoons massonici anche un po' ridicoli). Direi, anzi, che i segnali che giungono dai mass media ci parlano di una nuova coscienza collettiva, ciò che infastidisce e non poco gli «orwelliani» sostenitori del pensiero unico da difendere con unghie e denti a qualsiasi costo (a proposito, quanti sanno che Orwell stesso era legato alla massoneria e forse per questo possedeva la «sfera di cristallo»?). Chi sente di perdere potere e lucidità, nulla è casuale, si adopera per intorbidire le acque della ragione, spesso assumendo atteggiamenti denigratori e persino derisori verso chiunque possa rappresentare un ostacolo. Atteggiamenti che ricordano sin troppo le «spettacolari» strategie fasciste e goebbeliane.

 

                                                                          Davide Crociati

 

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