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                                                              Bellaria I.M., 4 Agosto 2009

 

                                          Figli della Storia  
 

Provo emozione e un velo di malinconia quando penso che quel 2 Agosto ebbi appena il tempo di stringergli la mano e di fargli dono di un CD contenente alcune mie "idee musicali" (sono cose che ogni tanto faccio, così, solo per il gusto di comunicare, per trovare nuovi stimoli sapendo che qualcuno forse mi ascolterà, mi leggerà, guarderà quei pastrocchi fatti con le chine che qualche volta realizzo di sera ascoltando distrattamente la Tv, oppure di pomeriggio quando è festa e non ho voglia di uscire).

Era venuto a presentare il suo nuovo libro: "Ultimo atto". Si, ultimo in tutti i sensi, quasi un congedo da questo mondo che lo aveva visto protagonista suo malgrado in un momento terribile della storia umana. Romano Mussolini, figlio del Duce e jazzista di professione anche se non conosceva la musica (cosa che lui stesso non mancava di puntualizzare per non dover sembrare troppo vanitoso, forse per una forma di pudore col quale cercava di difendersi da chi ancora oggi nutre astio verso quel suo amato padre dal nome assai ingombrante).

L' incontro con l'autore si fece alla vecchia macelleria di Igea Marina, una piccola sala un po' angusta e inquietante se si pensa all'attività che vi si svolgeva (entrando in quel posto non potei fare a meno di ricordare la terribile saletta di Mauthausen dove impiccavano ebrei, comunisti e tanti disgraziati definiti "asociali"). L'anziano signore arrivò in ritardo, con un cappello da spiaggia in testa, e dopo la presentazione di rito cominciò a parlare di musica, la sua musica, facendo spesso dimenticare il libro per il quale egli era lì, davanti a noi che gremivamo la modesta sala col tipico imbarazzo che sempre si prova quando ci si trova al cospetto di un pezzo di storia non solo italiana. Di fianco a me, in piedi, davanti all'ingresso aperto lato monte, c'erano persone che conoscevo bene ma che in quell'occasione sembravano cambiate, quasi "ostili", incapaci perfino d'inviare un saluto con un semplice cenno della testa come si fa usualmente in "condizioni normali": dovetti rendermi conto una volta di più che nomi cognomi quello di Mussolini creano una sorta di spartiacque invisibile che quasi impone di prendere posizione, da una parte o dall'altra. Tuttavia, personalmente mi sentivo dalla parte di chi guarda la storia con pietoso distacco, con l'animo sereno di chi accetta la complessità della vita come un dato di fatto, complessità che impone, quando se ne ha sufficiente coscienza, di non provare odio. Per nessuno.


                                                                        Davide Crociati                                                                                                                                                          

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© Davide Crociati Via Sebenico 2/a 47814 Bellaria-Igea Marina