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                                                                             Bellaria I.M., 17 luglio 2019

 

Cappuccetto Rosso

 

Ci chiediamo a sufficienza cosa potrebbe significare l'abolizione di tutte le barriere, di tutti i confini, di tutti i limiti? Davvero si può immaginare un mondo totalmente aperto e (quindi) omologato, un mondo in cui persino le famiglie non abbiano più ragione di esistere se non come grumi umani talmente fluidi da non poter evitare la dispersione, soprattutto dei soggetti fragili, in quell'enorme lago prevedibilmente putrido, in quel marasma post sociale, informe, nel migliore dei casi “non lobotomizzato” ma proprio per questo capace di seppellire i più deboli, a cominciare dagli anziani, dai diversamente abili e dai fanciulli (nati o ancora attaccati al cordone ombelicale)? È davvero così esageratamente distopica questa visione di un possibile scenario futuro dentro il quale chiunque possa entrare nell'inconsistente territorio di chiunque altro senza permesso e forse con la pretesa di imporre di punto in bianco nuovi valori (pur sempre provvisori), nuove regole, nonché tempi e spazi diversi da quelli ritenuti più adeguati al gruppo familiare violato?

Difficile non credere che seguendo sino alle estreme conseguenze fin oltre il punto di non ritorno la direttrice ideologica relativa a un'idea fuorviante di libertà, persino i rapporti amorosi finirebbero di esistere poiché uomo e donna non sarebbero più in grado di fare quadrato attorno a un improbabile rifugio o spazio protetto, necessario soprattutto alla prole. È innegabile che un quadro simile faccia pensare più a una giungla che a una società come ancora oggi la intendiamo, coi suoi innumerevoli difetti ma anche con alcuni pregi. Un immenso deserto popolato da animali a quattro e a due zampe, sempre pronti a divorarsi a vicenda e a farsi guerra per la supremazia di un grumo post sociale su altri grumi umani: ecco cosa diventerebbe la terra senza più limiti e confini!

Già tra le pieghe di questa nostra società con la febbre da cavallo è possibile intravedere spaccati di pseudo-libertà insofferente ai confini, vere sacche di anarchia certamente non solo morale che si esprime attraverso furti e delitti, stupri e rapine, soprusi di ogni genere e quant'altro di peggio si possa immaginare. Altro che rose e fiori, altro che inclusione, altro che altruismo e collaborazione!

Chiaro che c'è qualcosa che non va nella filosofia della libertà senza argini, nell'ingenua speranza o se vogliamo nell'arrogante pretesa di uniformare tutti gli esseri umani dentro un unico, non definibile contenitore, prevedibilmente disordinato, nel migliore dei casi pericolosamente caotico.

L'idea di un essere umano ricondotto a ragione grazie all'annullamento di qualsiasi confine puzza di pericolosa innocenza e fa pensare alla pubblicità in cui Cappuccetto Rosso si avvia felicemente nel bosco in compagnia del lupo diventato buono, pubblicità che cozza terribilmente con il film drammatico (e verosimile!) “The grey” (2012) in cui i lupi, in un contesto estremamente difficile dove per i disperati protagonisti la sopravvivenza diventa l'unica aspirazione possibile, rappresentano “il nemico feroce e implacabile”, da cui è più che mai indispensabile difendersi con ogni mezzo. Il caso di Oseghale e della sventurata Pamela Mastropietro, uccisa e smembrata (verrebbe da dire “sbranata”) dal suo aguzzino, fa capire a chiare lettere che in determinate circostanze l'uomo può diventare feroce almeno quanto un lupo affamato tra i boschi innevati. Se poi pensiamo che in ambienti universitari della Nigeria si compiono i “rituals”, nell'ambito dei quali vengono eseguite uccisioni per per poi utilizzare parti del corpo delle vittime in macabri rituali (il 26 settembre 2010 The Daily Trust spiega che “i ritualisti, conosciuti anche come cacciatori di teste, vanno alla ricerca di parti umane su richiesta degli erboristi i quali le utilizzano per la preparazione di varie pozioni magiche”) si comprende quanto la nostra razza possa superare in ferocia qualsiasi altro predatore del pianeta! Personalmente stenterei a credere a certe cose se a mia volta non mi fossi trovato in un negozietto di Tunisi, in compagnia di una mia amica del posto, dove il proprietario, su richiesta dell'acquirente di turno, incartocciava come niente fosse frammenti di ossa... di drago da utilizzare per qualche pozione magica, e se non avessi assistito coi miei occhi a certi rituali magici eseguiti da due signore (forse gemelle) alle quali venivano attribuiti poteri particolari, come quello di togliere il malocchio. Ho visto intere famigliole in abito domenicale fare la fila davanti a queste due piccole, anziane fattucchiere che infilavano chissà che cosa nella bocca di uomini, donne e bambini speranzosi.

Tornando a noi, non è difficile capire che la “vera” intelligenza umana sta nella capacità di organizzare un tessuto sociale in grado di gestire nel modo meno peggiore gli istinti distruttivi insiti nella nostra natura. Quindi in ogni ambito della cosiddetta società civile è necessario vi siano valori di riferimento e regole atte a preservarli, allo scopo di prevenire situazioni di degrado abbandonarsi alle quali, attraverso fasi progressive, può di fatto portare all'anarchia, al disordine più totale.

Ma neppure le società sono tutte uguali: qui in occidente il reato di pedofilia è considerato molto grave (si auspica che nessuno voglia metterlo seriamente in dubbio!), ma ben sappiamo che ci sono parti del mondo in cui avvengono matrimoni tra uomini adulti e bambine anche al di sotto dei quindici anni, con la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo costretta a chiudere uno o entrambi gli occhi sul fatto incontrovertibile che nel 620, all'età di 50 anni, Maometto sposò una bambina di soli 6 anni (Aisha). E sappiamo quale importanza riveste ancora oggi, nel mondo islamico, la figura di Maometto. Praticamente tutto è incentrato su di essa. Ovviamente ne parlo col rispetto che è dovuto a una cultura millenaria che ha contribuito notevolmente a fare la storia del mondo, anche se è innegabile che la mentalità occidentale è lontana anni luce da quella musulmana, checché ne dicano coloro che sono preposti a risolvere problemi molto complessi ma non avendo in mano bacchette magiche vorrebbero imporre la mentalità del “volemose bene”, dei Cappuccetti Rossi un po' gretini che in ultimo vanno a braccetto coi loro lupacchiotti da favole a lieto fine. Purtroppo non è stato il caso di Pamela Mastropietro.

Proviamo, qui in occidente, a dire al fanciullo che i limiti lui imposti dalla giovane/giovanissima età sono solo illusori, che a sei anni può e quindi deve comportarsi come un adulto navigato perché essere maturi è meglio, e soprattutto sgrava i padri e le madri dal problema dell'educazione e del rispetto lui dovuto, che dei genitori o degli adulti in genere riflette tanti, forse "troppi" difetti...

Proviamo a dire all'adolescente che gli sbalzi ormonali “sono da evitare” perché possono far assumere atteggiamenti aggressivi e quindi inopportuni, o che in fondo la droga non gli farà granché male. Proviamo a dirgli che neppure i limiti dettati dall'età ormai non hanno più senso. Perché anche a questo si rischia di arrivare se ci si abbandonerà senza speranza, in maniera fatalistica, a una dottrina ideologica (o post-ideologica) che non è esagerato definire folle e finanche perversa!

Del resto, già i sintomi di tanta follia sono riscontrabili nella tolleranza che parte rilevante della società dimostra di avere verso l'uso di tanti veleni, alla portata di adulti e bambini di età sempre inferiore come dicono certe statistiche. Droghe di ogni tipo, alcol, barbarie culturali, tolleranza verso chi tende a distruggere e insofferenza nei confronti di chi vuol costruire, forse perché una costruzione può sempre essere ingombrante per qualcuno (mentre non deve essere criticata la distruzione di quanto di buono ci hanno lasciato i predecessori!) sono alcuni tratti caratteristici della "nuova filosofia" che gurada al "governo unico mondiale".

È innegabile che la crisi economica globale, per molti aspetti determinante, non basta a spiegare la profonda insoddisfazione intrisa di autolesionismo che caratterizza la nostra sempre più povera e disgraziata società.

E non si può inibire impunemente l'istinto di conservazione di un singolo individuo o di un'intera collettività.

 

                                                                 Davide Crociati

 

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