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                                              Bellaria Igea Marina, 29 giugno 2021

 

Una lettura in chiave geopolitica

 

Ieri ho sentito fare la seguente battuta, che mi ha stimolato una risata per la verità un po' amara: “chi volete, Montagnier o Floris e Sileri?”. Dentro di me percepivo un coro vibrante a favore dello scienziato il cui nome è legato soprattutto a importanti scoperte sull'HIV. Del resto sui canali televisivi, tra cui quelli “ufficiali”, per i quali volenti o nolenti paghiamo una tassa indiretta (chissà perché indiretta?), girano materiali che parlano da sé. Come la pubblicità in cui una ragazza vestita di bianco percorre una lunga scala che ricorda neppure tanto velatamente quella di un antico tempio azteco, in cima alla quale c'è un “altare sacrificale” stilizzato (bianco), al cui centro , sospeso nel vuoto, si libra un gelato (anch'esso bianco) che a livello subliminale potrebbe trasformarsi nel cuore strappato dal petto di una vittima. Un modo subdolo per dire una volta di più a noi teleutenti in fase di divorzio dalla “scatoletta magica” che è tornato il tempo dei sacrifici umani, oggi compiuti in nome del nuovo ordine mondiale? Molto facile liquidare come banalità speculazioni come quella ora esposta, ma già a suo tempo avevo individuato nella ghigliottina de “L'Eredità” uno strano “segnale” che sembrava volerci orientare verso una direzione nuova, o se vogliamo vecchissima. Del resto credo cominci ad essere abbastanza chiaro a buona parte dell'opinione pubblica che non pochi messaggi subliminali filtrano attraverso spettacoli leggeri, videoclip e quant'altro non richieda una particolare partecipazione a livello mentale. La storia ci insegna che non sono nuove certe strategie di manipolazione (a tale riguardo consiglierei il libro di Gianluca Magi: “Goebbles. 11 tattiche di manipolazione oscura”, con prefazione di Jean-Paul Fitoussi, edizioni PIANO B), come quella che mira a nascondere l'operato di valenti uomini d'informazione. Qual è Francesco Amodeo, che in “31 coincidenze sul coronavirus” ci parla con logica della situazione geopolitica e del legame vero o presunto tra COVID-19 e tecnologie di ultima generazione, senza avere tuttavia la pretesa di possedere la verità assoluta. Oltretutto indicando fonti e dati con rigore e puntualità. Leggendo il libro si evince che l'analisi forse più attendibile sulla drammatica fase che il mondo sta attraversando non poggia tanto sulla questione sanitaria (abbassamento delle difese immunitarie, ecc.) quanto sul predominio tecnologico, poiché il 5G rappresenta la porta d'accesso a una rivoluzione senza precedenti, che potrà cambiare (non si sa quanto in positivo) la vita di tutti noi. In effetti è cosa acclarata che ci sia in corso una “guerra fredda” tra USA e Cina per il controllo a livello planetario delle nuove tecnologie, e che le nazioni più colpite dal coronavirus (europee e non, Italia in primis anche per via delle contraddizioni tra Conte 1 e Conte 2) siano quelle che hanno aperto o hanno provato ad aprire le porte a Huawei, ossia alla Cina. In sincronia col Deep State cinese, quello americano che annovera tra le sue file personaggi come Bill Gates e il fosco Fauci stanno ostacolando (secondo Amodeo) l'espansione tecnologica unilaterale attraverso una guerra biologica (difficile dimenticare certe dichiarazioni dello stesso Bill Gates, e di chi come lui, su “possibili future guerre batteriologiche”). In fondo il conto sembra tornare. Per di più l'autore del libro, che consiglio a tutti di leggere (edizioni MATRIX), ha tracciato una mappa piuttosto accurata (verificabile, sempre dati alla mano) dei capi di stato e di importanti ministri che hanno contratto il COVID. Si tratta di personaggi scomodi a quello "Stato Profondo" che tra i suoi agganci politici di spicco vede Illary Clinton e quel G. W. Bush che, stranamente, pare abbia sovvenzionato la campagna elettorale della Clinton (non quella del repubblicano Trump, come ci si dovrebbe aspettare...). Nella “coincidenza” n.28 del libro viene citata una dichiarazione, siamo ancora in tempi non sospetti, di Antony Fauci e di Bill Gates secondo la quale “Trump si troverà ad affrontare una malattia infettiva a sorpresa durante la sua presidenza”. Quanta “lungimiranza”!

Io stesso, molto più modestamente, in una precedente riflessione avevo fatto accenno a “strane coincidenze”, riferendomi allo Strategic Trends Report 2007-2036, nel cui testo, lo voglio ricordare, si dice che «un virus completamente nuovo, di cui non si conosca la cura, che si diffondesse rapidamente tra la popolazione umana portando gravi conseguenze sul piano sanitario, costituirebbe una minaccia seria per ogni società. Il fenomeno potrebbe poi essere amplificato dalla sempre maggiore concentrazione di popolazione negli ambienti urbani e anche dalla diffusione dei moderni sistemi di trasporto per le masse. Una pandemia di questo tipo sarebbe estremamente difficile da contenere e potrebbe avere effetti catastrofici al di là di quelli immediati sul piano medico; tra questi, non va esclusa nemmeno la possibilità di un collasso dell'economia globale (ormai caratterizzata da un'elevata interdipendenza) con tutte le sue complesse reti di relazioni intersecate (...)».

Sulle “strane coincidenze” potrei continuare a lungo. Non me ne vogliate più di tanto, allora, se ho dato sfogo alle mie tensioni, credo abbastanza comprensibili, pubblicando su facebook e sul sito www.davidecrociati.it le seguenti parole: Guardiamoli bene e se possibile anche con un pizzico di compassione, questi piccoli della tv. Guardiamo i loro sorrisi furbetti mentre con due ditina prima invitano alla doppia vaccinazione poi fanno il segno di vittoria, come se la vittoria sul virus fosse imprescindibile dalla vaccinazione di massa, neonati compresi. "Perché lo dice la scienza", balbettano o lasciano intendere. Ma la “loro” scienza oggi non può passare da Montagnier, diventato improvvisamente “lo scemo del villaggio globale”. Certo vien da ridere, seppur con amarezza. Forse i poverini non sanno nulla sui mega interessi delle multinazionali del farmaco e sulle perversioni del neoliberismo progressista – definizione rubata a Diego Fusaro –, del resto sempre più evidenti? Ma dove vivono, queste animelle, oltre che nella "scatoletta magica" che li vizia e che non a caso li strapaga per fare i camerieri di un sistema che nel migliore dei casi neppure conoscono, o che non vogliono conoscere (a dire il vero non so quale delle due cose sia peggiore)? Lo dico da tempo e purtroppo avevo mille ragioni: oggi più che mai sui media mainstream non ci lavorano "i migliori" bensì coloro che hanno un'anima piccola e per questo servile. Per loro noi siamo tutti coglioni – da cui lo sfogo – (certo in giro ce ne sono!), ma questi servi vanagloriosi, spesso maestri di volgarità e di ignoranza, che davvero sembra lavorino solo per riempirsi le tasche di quattrini, alla faccia di noi poveracci che oltretutto paghiamo (anche) il canone, hanno una visione delle cose semplicemente infantile. Continuiamo pure a mettere davanti i bambini, strapagandoli a spese di una collettività sempre più sofferente! Sono cose che fanno male al mondo, non ci sono dubbi. (DaCr)”. In una mia precedente riflessione avevo altresì detto, seppur a malincuore, che “è tempo di non fidarsi”. Da quale angolo della fantasia, infatti, dovremmo trarre fiducia se nel libro intervista di Sallusti a Palamara emerge un substrato sottoculturale fatto di inganni e di manipolazioni indebite riguardo alle nomine di uomini di legge anche importanti e nel modo di trattare questioni serie come il traffico di esseri umani che tanti benefici ha portato e porta alle mafie e ai nuovi negrieri (mi si passi il termine, che ovviamente va contestualizzato)? Se questa è stata o è la magistratura, come fidarsi dei mass media “ufficiali” quando è persino evidente che traggono spunti a piene mani dalle sopra citate tecniche di manipolazione, a suo tempo utilizzate da un uomo che in crudeltà ha forse superato il suo capo politico, o sarebbe meglio dire “ideologico”?

Condurre la gente a credere che le opinioni siano condivise da tutti. Creare l'illusione che siano opinioni approvate, universalmente diffuse e professate. In tal modo si crea una falsa impressione di unanimità.” Si tratta della tecnica di manipolazione n.2 nell'elenco tracciato da Magi. Alla n.3 troviamo la “volgarizzazione”: “tutta la propaganda deve essere popolare, semplice, chiara, stereotipata, fare appello ai sentimenti e alla fantasia, adattandosi al meno intelligente degli individui ai quali è diretta. Quanto più è grande la massa da convincere, più piccolo deve essere lo sforzo mentale da realizzare. La capacità ricettiva delle masse è molto limitata e la loro comprensione media scarsa, così come la loro memoria.” Forse dovremmo ridare il giusto significato alle parole “quantità” e “qualità”... Non me ne vogliano gli autori dei libri da me presi sbrigativamente in esame se ne stralcio alcuni passaggi significativi: lo faccio solo perché credo sia importante riflettere in maniera non troppo aleatoria, stereotipata, o basata unicamente sull'intuito, anche se Jung ci ha insegnato che i canali dell'intelligenza sono molteplici.

Se, come ci ricorda Amodeo nelle 31 coincidenze, “nel 2004 i membri di tutte le agenzie di intelligence statunitensi erano concordi sul fatto che nel 2020 la globalizzazione sarebbe stata guidata da nuove superpotenze come la Cina e ad arrestare questo processo non sarebbe stata una guerra ma un evento come una pandemia”, se “è emerso ufficialmente che esistono dei bond (Titoli di borsa) che scommettevano su una pandemia che doveva verificarsi entro il 2020”, coinvolta la Banca Mondiale, come possiamo oggi liquidare a cuor leggero un premio Nobel, se anche altri personaggi come Francyis Boyl, professore di diritto al''università dell'Illinois e creatore del Biological Weapons Act, gettano nuove ombre sul virus che si pensa abbia visto la luce nella città cinese di Wuhan? Non ci dette, Luca Liguori, una notizia di primo pelo secondo la quale, come già era emerso in passato grazie a una trasmissione RAI, il coronavirus oggi in circolazione sarebbe stato costruito in un laboratorio segreto di Wuhan? “Buona la prima”, come direbbe Dario Argento per evitare ulteriori guai all'attore/attrice di turno?...

Purtroppo il potere dei mass media “ufficiali” ha annullao le distanze e i tempi di diffusione delle notizie – come dice qualcuno – e fungono da cassa di risonanza dell'Establishment dominante, ormai di chiaro stampo anglosassone. Le vibrazioni emesse vengono avvertite in ogni angolo della terra, persino dai beduini del deserto, che anche se si spostano in cammello il computer lo conoscono! Così, in tempo reale è possibile far passare fischi per fiaschi, affibiando una valenza di verità a bufale tanto più colossali quanto maggiori sono i mezzi coi quali vengono diffuse. Credo sia sotto gli occhi di tutti l'influenza esercitata dai media, soprattutto dalla televisione e dal cinema. Da sempre cinema e televisione dettano mode, creano modelli, gusti e abitudini. Chi può negarlo? Allora, se questo è il presupposto poniamoci qualche sano dubbio: forse l'aggressività giovanile, certamente accentuatasi negli ultimi mesi, non esisteva anche prima del lockdown? Droghe, alcool, modelli sbagliati, contraddizioni tutt'altro che “creative” (espresse da coloro che dovrebbero educarli), giustizia corrotta, politica debole (quando non anch'essa corrotta), giornalisti e scrittori prezzolati, la diffusione di un concetto di libertà che in ultimo si traduce in squallida licenziosità, hanno fatto sì che questi giovani sviluppassero convinzioni malsane rispetto alla vita umana e alla società. I risultati li vediamo, sia a scuola che nelle piazze notturne. Li vediamo nelle discoteche ubriacanti e dentro casa, dove spesso i pischelli sono prigionieri di famiglie inesistenti. Credo che se mia madre e mio padre si fossero fatti stampare un tatuaggio nel fondoschiena non avrei esitato ad aggiungervi lo stampo del mio piede. Perché quando la follia mondialista non aveva ancora pigiato sull'acceleratore noi ragazzetti sapevamo cogliere l'importanza dell'esperienza, sapevamo attendere anche se per nostra natura eravamo proiettati verso il futuro, verso qualcosa di più grande...

Così, questi giovani si trovano ora reclusi dentro un Mega laboratorio pseudoculturale i cui apprendisti stregoni costruiscono valori artificiali infettando quelli naturali. In questo ambito sperimentale si elaborano mantra sotto forma di “parole chiave”, poi ripetute in maniera ipnotizzante. Parole come resilienza e accoglienza (perché integrazione non basta più!). In tal modo sono indotti a ripiegare su se stessi, questi poveri giovani, non avendo riferimenti credibili. Molti finiscono preda di un'angosciosa necessità: quella di aggrapparsi al nulla dei loro non-educatori inspirandone a pieni polmoni il fumo nichilista. E finiscono per dare ragione a chi li tiene assoggettati, a chi li istruisce a dimenticare ogni limite, come se lo stesso corpo di cui sono fatti, autentico “tempio di vita”, di limiti naturali non ne avesse.

Scusate ma a me sembravano scolaretti, Floris e Sileri, mentre negavano attenzione a quello scienziato di primissimo livello, permettendosi anche di definire “false” le sue dichiarazioni. E allora, se proprio siamo chiamati ad agire “per fede” il mio cuore pulserà per Montagnier ma non per Sileri o Floris; pulserà per la “denigrata” Bolgan ma non per Bassetti (buon per lui se si ritiene un sex symbol, gira in Ferrari, gioca nella nazionale cantanti – non sapevo che il “Bernardo Gui” della virologia avesse anche qualità canore! – e pubblicizza libri in tv, libri che forse in assenza di pandemia nessuno avrebbe letto, posto che anche in queste circostanze disgraziate qualcuno voglia prendersi la briga di sfogliare); il mio cuore non pulserà per Burioni ma per Didier Raoult, che definisce “da secolo scorso” le misure adottate contro il COVID-19, aggiungendo che “questo è un mondo folle" e che “invitare le persone a stare a casa e a non curarsi non è nemmeno una cosa da medioevo”; il mio cuore pulserà forse per Vladimiro Giua, negli USA da 30 anni e medico di fiducia del Consolato Generale di Italia a Miami, ma non per il “sessantottino” Galli. Sarà che al pari di altri ritengo fallimentare la controcultura di quegli anni, che ha prodotto una marea di smidollati. Oltretutto non dimentichiamo che personaggi che hanno fatto il sessantotto, come Timothy Lery, hanno infine dovuto rivelare la loro vera identità. Lery era un uomo della CIA, il cui compito consisteva nel creare comunità di depravati. Il solito Deep State USA contava di poter “controllare” la gioventù con droghe, alcool, musica ed eccessi di ogni tipo. Quindi in modo ingannevole. Purtroppo quella storia oggi prosegue sotto altre spoglie.

 

                                                                         Davide Crociati

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