Bellaria Igea Marina, 14 Aprile 2022
Lettera a Bergoglio
(Plico postale AR inviato a Città del Vaticano in data 14 Aprile 2022)
Sua Santità Papa Francesco,
ho ascoltato con particolare interesse e attenzione l'intervista da Lei rilasciata in data 06 febbraio 2022 a Che tempo che fa, trasmissione di Rai 3 di palese orientamento progressista per i temi in essa abitualmente trattati e per la posizione degli opinionisti che con periodica frequenza vi trovano ospitalità e visibilità. Dalle Sue riflessioni, espresse con la pacatezza e l'umiltà che Le vengono quasi unanimemente riconosciute, ho dedotto che anche la posizione della Chiesa Cattolica da Lei guidata con coraggio e spirito innovativo sia inquadrabile in un contesto improntato al dialogo tra le religioni e al rispetto di posizioni altre, come quella di chi non vorrebbe più confini secondo un'ottica globalista che a mio avviso rischia di farci sconfinare oltre i limiti persino biologici della nostra esistenza.
Scusandomi umilmente per la franchezza che uso nel rivolgermi alla Sua Illustrissima persona, sicuro di essere compreso anche nelle mie umane e forse meschine perplessità, sicuramente non espresse nel migliore dei modi, sarei pertanto onorato di conoscere più approfonditamente la Sua opinione circa l'opportunità da parte di tutti gli uomini di recuperare il rispetto nei confronti della «madre terra», altresì definita Pachamama in un'accezione mitologica. Trattandosi infatti di una divinità pagana del Sudamerica che prevedeva sacrifici di esseri viventi, mi risulta accolta in Vaticano anche sotto forma di moneta dello Stato pontificio, mi chiedo con sincera perplessità come possano conciliarsi i dogmi cristiani coi riti talora cruenti compiuti in nome della dea Pachamama (traducibile, lo ricordo, con «madre terra», espressione da Lei usata frequentemente nel corso dell'intervista in oggetto).
Oltretutto, l'espressione «madre terra» viene comunemente usata anche in ambito New Age, movimento che com'è noto dovrà condurre all'«Uomo Nuovo» senza confini, senza distinzioni etniche, culturali, religiose e via dicendo, quindi a un'umanità omologata secondo i dettami di Davos.
Nella mia umile richiesta di incontrare Sua Santià mi permetto di allegare a questa lettera alcune modeste riflessioni, sperando di non risultare offensivo laddove ho voluto esprimermi più liberamente, al di fuori di quegli schemi che forse, in determinate circostanze, sarebbe opportuno rispettare in maniera genuflessa. Mi affido quindi con fiducia alla Sua altissima sensibilità ed intelligenza.
Con ogni migliore augurio a Sua Santità, cordialmente
prof. Davide Crociati
Bellaria Igea Marina, 14 Aprile 2022