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                                                                                 Bellaria Igea Marina, 05 febbraio 2022

 

La ragione in soffitta

 

Tra serate in buona compagnia, momenti creativi e attimi di malinconica solitudine in questa soffitta ho trascorso i miei anni a cavallo tra i due millenni. In questo luogo appartato, tra alti e bassi, ho rafforzato il mio carattere schivo, selettivo e adornato di pessimismo, un pessimismo tanto attivo da diventare quasi ottimismo nonostante la percezione che già allora il mondo si trovasse su un piano inclinato e che sarebbe stato assai complicato, se non impossibile, poterlo raddrizzare chissà poi a quali condizioni. In questa soffitta ho letto libri, ho scritto musica e ho fatto altri lavori. Ed ho iniziato a pensare che forse sarebbe stato il caso di dare una forma alle mie riflessioni mettendole nero su bianco per poi inviarle sistematicamente a tv, radio e giornali. Così ho fatto.

Dopo anni mi ritrovo di nuovo qui, in questo spazio dal soffitto pendente, dall'ampia finestra affacciata su una splendida terrazza con vista Appennini, quelli tosco-romagnoli dai dolci pendii le cui cime vagamente profilate all'orizzonte, smussate e misteriose, sembrano voler custodire ricordi indimenticabili dell'infanzia e dell'adolescenza, soprattutto all'imbrunire quando la luce del sole non distrae più la mente e questa si espande fino a sconfinare in un passato avvolto da magia. Ed è in questa cella di lusso ad uso civile che mi trovo quasi costretto a confrontare il mondo di due decenni fa con quello trasfigurato da uno strano virus dal nome ambiguo, neutro almeno in apparenza, poiché al termine femminile Sars è stato aggiunto il termine Covid che nell'uso comune è diventato maschile. Un virus che ancora non vuole andarsene, e che ci costringe a prendere atto di una situazione talmente distopica da sembrare surreale, sicuramente inimmaginabile da chi per anni ha avuto l'ingenua convinzione che la storia fosse davvero finita, che il mondo occidentale non sarebbe mai più ricaduto in qualche forma di marcato totalitarismo, tanto meno di tipo sanitario. Vent'anni fa era naturale uscire di casa senza portarsi appresso pensieri e preoccupazioni eccessive, mentre i problemi venivano affrontati bene o male con la certezza di poterli risolvere in modo tradizionale e con la dovuta tolleranza da parte della società civile; forse per strada circolavano ancora i cani e i fiocchi sulle loro teste si vedevano solo nei cartoni animati; sicuramente ci si poteva aspettare di trovare oggetti lasciati sul terreno, meno che mai che potesse trattarsi di mascherine chirurgiche come quelle usate dai dottori nelle sale operatorie degli ospedali. Negli anni precedenti la tragedia dell'11 settembre si aveva sentore che qualcosa di grosso e di pesante sarebbe potuto accadere, ma in fondo non ci si pensava troppo: finché le cose non succedono realmente rendendosi drammaticamente visibili, nei più vive la speranza che tutto in fondo sia risolvibile ai piani alti, da professionisti di notevole statura che si auspica abbiano una coscienza evoluta oltre che una tecnica sopraffina. Oggi con grande delusione scopriamo che quantomeno etica e tecnica possono stare tra loro in un rapporto inversamente proporzionale, così come la bomba atomica pur rappresentando un prodotto sofisticato della scienza non ha sortito che pessimi risultati dal punto di vista umano: secondo gli psicologi la spada di Damocle di un conflitto nucleare, di una situazione di forte rischio per l'umanità intera, rischio affacciatosi al mondo reale in occasione della crisi cubana del '62 e forse non solo, ha prodotto una psicosi di massa determinando nei singoli individui un tale stato d'incertezza latente e permanente da cambiare il loro modo di vivere. Non certamente in meglio. Ed è stato un proliferare di nevrosi. Ciò nonostante, anche oggi tutti riteniamo alquanto remota la possibilità che un fungo atomico possa sollevarsi all'orizzonte, che città come Roma, Parigi o Berlino possano subire la stessa sorte di Hiroshima e Nagasaki. Ma nonostante i tempi cambino i rischi rimangono ed anzi si acuiscono con lo sviluppo esponenziale della scienza: bombe atomiche microscopiche possono oggi insinuarsi in modo strisciante e invisibile nell'organismo umano fino a «esplodere» determinandone il tracollo. Roba da fantascienza, roba che soltanto due decenni prima nessuno avrebbe neppure immaginato. Del resto è noto che al processo di Norimberga 1 si abbia voluto chiudere un occhio o entrambi su un buon numero di talentuosi scienziati corrotti e su una cinquantina almeno di gerarchi nazisti, per poi perderne le tracce e ritrovarli impegnati in alcuni colpi di Stato in Sudamerica (leggasi Operazione Condor) o dentro laboratori istituiti da facoltose Associazioni che portano nomi altisonanti e storici del panorama finanziario.

A causa di questi pensieri perfino gli Appennini tosco-romagnoli sembrano avere abdicato rinunciando a parte del loro fascino, poiché, come in un alambicco in cui si mischiano poche sostanze buone e molte cattive, nella mia mente si affollano pensieri pesanti come macigni che lasciano ben poco spazio alla leggerezza dell'immaginazione e dei ricordi rientranti nella normale consuetudine. Anche il caminetto che ho qui di fianco ha perso un po' suggestione, il pensiero non riesce a immaginare l'atmosfera unica che solo il fuoco e la legna crepitante sanno ricreare. Ma provo ugualmente a riportare indietro le lancette della storia, seppur di pochi anni... Tra serie A e serie B le partite a Cesena erano momenti particolari e di grandi suggestioni. Per quanto io non fossi un tifoso «praticante» andavo sempre volentieri a seguire le gesta degli eroi bianconeri di Romagna e dei loro spesso gloriosi avversari, mentre oggi per un paria noVax non è neppure pensabile avvicinarsi a un botteghino, fosse anche quello dello stadio alla cui inaugurazione una giovane Carrà coi capelli rossicci svirgolò il pallone suscitando l'ilarità del pubblico bellariese. Oggi sembra proprio che non ci sia spazio per chi facendo appello al codice di Norimberga decida di non partecipare alla sperimentazione di massa, soprattutto nel momento in cui si viene a sapere da fonti parlamentari che la Pfizer avrebbe promesso ai suoi azionisti di far passare l'obbligo più o meno indiretto della terza dose. Come si trattasse di questioni di ordine finanziario e non sanitario! Confesso che nell'ultimo periodo sto ricevendo email che m'invitano a investire sulla nota casa farmaceutica, dato che il momento sembra propizio... In questo periodo insano fra un po' ci chiederanno di green pass per fare il tampone. In questa «nuova società» che assomiglia sempre più a un triste manicomio a cielo aperto si può ancora entrare in una caserma dei CC senza «passaporto verde» per presentare denunce urgenti (come da disposizioni dall'alto), ma poi non ti fanno entrare per via di altre «disposizioni fantasma» che i cittadini considerati ormai alla stregua di idioti privi di senno dovrebbero accettare supinamente e senza far domande. Ma non è forse urgente denunciare questo governo per le restrizioni subite da troppi cittadini «pensanti», fortemente lesive della loro dignità di lavoratori e di padri/madri di famiglia? Si rischia di perdere progressivamente il contatto con la realtà per effetto di una strategia ipnotica e non dovrebbero destare troppa meraviglia le ultime dichiarazioni del Ministro della Pubblica Istruzione secondo le quali le restrizioni disumane a cui stanno sottoponendo i no sperimentazione coatta indicherebbero «il percorso di marcia»! Come limano le parole questi furbacchioni figli di un dio mercato...

No, ipotetici lettori di queste misere pagine, non è un bel momento quello che stiamo attraversando perché chi dovrebbe fare il bene del popolo italiano, o del popolo tout court, ossia questa pseudo politica venduta ai mercati internazionali, cerca di sopperire alla mancanza di ragione e di sostanza facendo uso di parole vuote costruite in laboratorio, come forse lo è stato questo virus che a qualcuno potrebbe far comodo continuare a tenere in vita, almeno fino a economia distrutta. Ed è troppo facile parlare di «complottismo», termine coniato dalla CIA al tempo dell'omicidio Kennedy per etichettare i «sospettosi ficcanaso».

Si avvicina il tramonto, a occidente di sera è sempre uno spettacolo della natura, esco sulla terrazza grande e il mio sguardo si perde all'orizzonte, residui di ricordi riappaiono sfocati e parlano un linguaggio dimenticato; in strada vedo passare un uomo con la Ffp2, riaprendo velocemente gli occhi dopo averli chiusi per qualche istante mi sembra di vedere un alieno venuto da chissà quale dimensione, nulla a che fare con l'umanità conosciuta fino a due anni prima. Al festival di San Remo Amadeus e Fiorello prendono in giro i presunti noVax imitando quei disgraziati che dopo il «siero magico» hanno effettivamente avuto convulsioni anche gravi. A tale riguardo, al convegno di Verona tenutosi a dicembre 2021 al Teatro «Stimate», presenti il dottor Citro, Zambron (ex OMS), Fracassi, Maria Giovanna Maglie e diversi altri ospiti illustri, è stato mostrato un video impressionante sulla ragazzina «prestata» come cavia alla Pfizer dai genitori pentitissimi, ora ridotta da far pietà. Uno sketch davvero di pessimo gusto, dunque, quello consumatosi a San Remo. Una volgare esibizione di stupidità che ha messo in rilievo la scarsa caratura umana dei due ometti in abito da sera e ridacchianti come ragazzini fatti di qualcosa, come resi insensibili dentro una bolla insana creata per loro da un «sistema» in versione governativa, da una mafia internazionale che come una gigantesca piovra sta tenendo sotto pressione i popoli, privandoli di molti diritti anche naturali e dissanguandone le economie. L'ennesimo spettacolo triste e riprovevole, dunque, quello sanremese, di cui si spera che un giorno qualcuno sarà chiamato a rispondere! Al convegno di Verona il dottor Zambron (ex funzionario ONU, dell'OMS nella fattispecia) ha dichiarato di avere ricevuto un'offerta in denaro per frenare il proprio impeto polemico rispetto al mancato rinnovo del piano pandemico, fermo al 2006! Così come un'Avvocatessa presente tra gli ospiti ha dichiarato di avere ricevuto un'offerta in denaro per tacere su certe verità emerse in merito al presunto decesso per Covid di due suoi familiari! Ma come si è ridotta, questa nostra società? Dalle parole del Presidente Mattarella emerge forte la preoccupazione che l'Italia non sappia tenere testa ai forti cambiamenti geopolitici: «Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e a imporsi aggirando il processo democratico», ha ammesso il Capo dello Stato nel suo discorso introduttivo al secondo mandato. Ma questo spaccato di verità, questa forte ammissione, non ci tranquillizza rispetto ai «provvedimenti» che il governo Draghi sta assumendo, poiché da un'indagine psicologica emerge che in Italia si sta attuando una vera e propria strategia ipnotica, come si evince con grande chiarezza da un'analisi della dottoressa Lucia Giovannini, la quale in una sua dichiarazione pubblica ci ricorda quanto è stato scritto sul Washington Post sulla situazione nostrana: «Questa strategia italiana è un perfetto esperimento sociale per testare fino a che punto sia possibile calpestare la costituzione e togliere la libertà ad un popolo in un apparente regime di democrazia». In un video uscito di recente sui social la Giovannini espone con sintesi e chiarezze i punti essenziali di questa strategia, individuandone tre i particolare:

 

1 - stato di paura prolungato + isolamento sociale;

 

2 - impossibilità di programmare liberamente la propria vita;

 

3 - narrazione ripetuta ostinatamente affinché sembri plausibile (attraverso il

controllo dei media).

 

Quest'ultimo punto ci riconduce a una delle strategie di manipolazione collettiva messe a punto dal nazista Goebbels per ipnotizzare il popolo tedesco, una strategia che prevedeva slogan ripetuti con grande decisione e in maniera ossessiva e che confidava sulla memoria corta del «gregge», nonché sulla sua predisposizione a ricordare le idee più semplici soprattutto se imposte con sfrontatezza. Proviamo a far caso alla persistenza con cui i media italiani, praticamente a reti unificate, da molti mesi ci invitano alla vaccinazione trascurando volutamente il fatto che a pandemia in corso mai si dovrebbe bucare a titolo preventivo, anche se Burioni afferma esattamente il contrario. «Se il coronavirus circola in maniera sostenuta fra la popolazione già vaccinata, che sta sviluppando la risposta immunitaria, questo può facilitare l'emergere di ceppi resistenti agli anticorpi generati dal vaccino. In altre parole potrebbe accadere che nuove mutazioni prodotte in maniera spontanea e casuale, che normalmente in gruppi di persone non vaccinate non prenderebbero piede, potrebbero invece diventare prevalenti», dice lo «scienziato» Massimo Andreoni, Direttore dell'UOC (acronimo di Unità Operativa Complessa) Malattie Infettive del Policlinico romano di Tor Vergata. A chi dare maggior credito se si tratta di veri scienziati in entrambi i casi? Certo non è piaciuta la sfilata sul tappeto rosso di Roberto Burioni al Festiva del Cinema di Venezia, il quale in un momento così difficile per il popolo ha forse immaginato di poter acquistare maggior credito comportandosi da «divo» del grande schermo, così come lo sconosciuto Bassetti è salito sugli altari della cronaca auto definendosi «figo» e ostentando la sua passione per la Ferrari, nonché rendendosi disponibile a scendere in campo per una «partita del cuore» con la nazionale cantanti, con buona pace di Ligabue...

Personalmente, credo che la grande confusione creatasi nella mente degli italiani in questi ultimi due anni rientri a pieno titolo in una strategia atta ad abbassare il loro quoziente intellettivo, per poterli meglio gestire e manipolare.

Gli oggetti che in questa mansarda appartata catturavano la mia attenzione favorendo lo sviluppo di pensieri poetici passano ora inosservati, mentre le mie mani scorrono velocemente sulla tastiera del computer per sviluppare «riflessioni» nella speranza di scuotere almeno qualche coscienza (a cominciare dalla mia). Gli appennini tosco-romagnoli sono ora celati da una foschia pre-carnevalesca. Il carnevale non mi è mai piaciuto tanto, forse l'ultimo che mi suscitò qualche emozione fu quello in cui nonno Alessandro mi portò a vedere le escavatrici che tanto mi affascinavano. Ero vestito da Zorro, un classico di quei tempi...

Come la mettiamo coi vari Montagnier, Raoul, Malone, Bolgan, De Donno e altri importanti/importantissimi esponenti del mondo scientifico, denigrati dalla «scienza televisiva» che nel salotto di Fazio ha trovato un palcoscenico progressista sempre disponibile? Ora pare voglia approfittarne anche il «papa nero» Bergoglio, stando a certe dichiarazioni che ahimè non sembrano bufale! Come la mettiamo con personaggi come Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti, e l'acculturatissimo Alessandro Meluzzi che sui social lanciano ripetuti allarmi sul rischio dittatura a livello planetario? Come la mettiamo con certe testimonianze che definire «inquietanti» è del tutto eufemistico, emerse solo grazie alla cosiddetta controinformazione da Pulitzer, almeno in un mondo riposizionato per il verso giusto? Come mai certi ricconi del pianeta sapevano in anticipo che «certe cose» sarebbero accadute ed esattamente come le stiamo vedendo? E così dovremmo chiudere gli occhi su tutto? Oggi la ricerca della verità viene etichettata come «atteggiamento complottista», ma se solo qualche occhietto in più iniziasse ad aprirsi su ciò che sta avvenendo, forse qualcuno dovrebbe iniziare a preoccuparsi. Mi riferisco anche alla rosa dei potenti della terra, agli apprendisti stregoni del nostro tempo che rischiano di segare il ramo su cui loro stessi sono appollaiati. Giunti a questo punto non possiamo che confidare sulla capacità rigenerativa della Natura... Forse gli appennini tosco-romagnoli torneranno a rendesi visibili all'orizzonte e ad emanare il loro fascino antico...

 

                                                                       Davide Crociati

 

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