davidecrociatidibellaria
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                Riflessione a ruota libera sulla fragilità umana

Oggi ci sentiamo tutti in colpa e allo stesso tempo ingiustamente colpevolizzati. In effetti, chi almeno una volta nella vita non ha accettato di pagare un conto senza ricevere lo scontrino dal venditore o dal barista di turno, per poi trovare una giustificazione nell’analogo, notoriamente generalizzato altrui comportamento?
Nel mondo della politica non si fa altro che condannare con veemenza le scelte sbagliate o peggio “socialmente devastanti” degli avversari oggi diventati “nemici” da combattere con ogni mezzo, e non si parla che di complotti criminosi e di abusi di potere (salvo poi favorire parenti, amici e conoscenti quando a propria volta ci si trovi in qualche posizione di privilegio grande o piccola, adducendo la giustificazione che almeno parenti e conoscenti non sono “estranei” e dovrebbero evitarci spiacevoli sorprese).
Si dice che le sregolatezze della controparte inducano a essere sregolati a propria volta onde evitare perdita di potere, quindi di “voce in capitolo”. In sostanza, ogni scusa è buona per evitare a se stessi di dover imboccare il percorso più difficile: quello dell’onestà intellettuale e della correttezza (di conseguenza). Ed ecco che nel nostro cervello si mettono in moto “processi filosofici” che portano alla solita “assoluzione”, come quella che ci fa dire con piglio un po’ fiero e un po’ arrogante: “se gli alleati non avessero fatto la guerra a Hitler a quest’ora parleremmo tutti il tedesco…”. Un chiarissimo “frammento di verità”, certo, ma spesso utilizzato come pretesto.
Oggi troviamo intriganti i “teoremi” di Paolo Barnard e di David Icke, e per come ci viene presentata la questione ci sentiamo agitati all’idea che il neo Presidente Hollande sia membro del famigerato “Bilderberg”! Ci vengono dati nomi e cognomi di presunti “grandi criminali” e ci vengono illustrati “fatti” che sembrerebbero inoppugnabili, o quanto meno ci vengono proposte interpretazioni verosimili di tali “fatti”. Si parla di futuri arresti di massa programmati da “membri sani” del Pentagono da sempre fedeli alla Costituzione americana che ha nel rispetto della libertà dei cittadini uno dei maggiori punti d’appoggio. E tutti a chiedersi con rabbia: “perché nessuno ha mai organizzato una “guerra santa” di alto livello per eliminare uno ad uno questi diabolici truffatori?…”.
Poi mi chiedo se non ci si trovi di fronte alla solita incapacità di riconoscere o anche solo di ammettere la pochezza umana, e se ancora una volta i “teoremi” di cui sopra non siano che “calmanti” elargiti alla massa ignorante e preoccupata (la cui speranza viene così mantenuta in vita, poiché se si è a conoscenza di certi fatti prima o poi qualcuno saprà prendere le dovute contromisur Fino a prova contraria...), facendo perno sul principio di “razionalizzazione” enunciato da Fromm, quindi sulla capacità umana di “aggiustare” la verità (ovviamente per soffrire di meno).
Anche oggi come al tempo della seconda guerra mondiale si parla con frequenza di “strane luci in cielo”, e appare quanto meno sospetta l’insistenza con la quale da anni si parla di profezie sulla fine del mondo che sarebbe imminente. In realtà stiamo assistendo alla fine di “un mondo”, e questa accozzaglia di “teoremi” e di “profezie”, di “strani oggetti volanti”, di cronaca nera ridotta a spettacolo e di culi nudi e farfalline a fare da contrappunto quotidiano, dovrebbero servire a distrarre i popoli ignoranti proponendo loro appigli psicologici e altrettante distrazioni che facciano perno su istinti reconditi (anche se a volte il senso di offesa provato dai singoli soggetti, se non dall’intero popolo, raggiunge livelli di surriscaldamento davvero preoccupanti!…).
Passando di palo in frasca, per vincere il torneo più importante a livello europeo una prestigiosa società calcistica italiana ha scelto di mettere in squadra quasi esclusivamente giocatori stranieri, impugnando evidentemente il “valore” della globalizzazione (se la parola “straniero” può ancora avere qualche significato non denigratoro). Certo viene il sospetto che una visione tanto “globale” trovi la sua ragione di essere “solo” nella volontà di vincere una finale internazionale (ciò che comporta grandi vantaggi a livello d’immagine e ovviamente di introiti): nel caso specifico “comprare” la sicurezza fuori dai confini nazionali ha significato ammettere l’inferiorità degli atleti tricolore denunciando il solito provincialismo, che nasconde l'impacciato solo quando vinciamo un campionato del mondo o quando viene assegnato il Nobel a un valente connazionale. Insomma, siamo sempre pronti a trovare una scusa plausibile solo in apparenza per celare qualche nostra fragilità interiore.

                                                            
       Davide Crociati

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