ica Bellaria Igea Marina, 18 Aprile 2023
Informazione N.W.O.
Forse hanno lavorato molto, forse hanno lavorato bene questi apprendisti stregoni del Nuovo Ordine Mondiale targato Schwab e company. Per rendersene conto basta un minimo di capacità di osservazione, riguardo sia alla scelta delle notizie/informazioni che al modo di trasmetterle agli utenti più o meno consapevoli. Chi ha un po' di senso critico si sarà infatti accorto della «ripetitività ossessiva» con cui vengono esposti annunci e comunicati, per certi versi come in tempo di covid a reti unificate. Per esempio su Google. Spesso si tratta di notizie noiose poiché mancanti di vero contenuto (in una parola vacue) e in molti casi il titolo delle pseudo informazioni è fuorviante, talora al punto che un personaggio più o meno noto sembra deceduto quando in realtà si tratta di ben altro. Come se si volesse giocare con la morte in un periodo storico in cui si pretende che il valore della vita svanisca quasi per magia e anche il valore della morte stessa viene aggredito attraverso la pratica sempre più diffusa della cremazione (vista in chiave pseudo ecologica): si vuole forse cancellare le tracce del passaggio terreno di tanti esseri umani, oggi considerati «cancro del mondo» ai vertici delle Istituzioni mondiali, in una fase storica in cui le morti per malore improvviso stanno gettando nello sconforto tante famiglie? A pensar male a volte ci si indovina, diceva qualcuno. Non era, forse, la pratica della cremazione, diffusa nei campi di sterminio nazisti dove migliaia di malcapitati «passavano per il camino» in quanto i loro corpi erano considerati scomodi? Un «lavoro pulito», diceva qualcuno...
Persino la Chiesa cattolica di stampo bergogliano si è aperta al rito della cremazione, un po' in contraddizione con se stessa poiché il fuoco fa in poche ore ciò che la natura compie impiegando più tempo (e anche in questo forse andrebbe rispettata). Sappiamo quanto sia dichiarata la devozione per “Madre Terra” (traducibile in Pacha Mama) da parte di un Pontefice che non perde occasione per confermare la latitanza della sua santità, scagliandosi contro chiunque si ponga sul suo cammino, come ha dichiarato qualcuno a mio avviso non ingiustificatamente. La motivazione sta nel fatto che l'effetto immediato del fuoco non agisce sull'immortalità dell'anima. Anche gli indiani d'America (Popolo del Grande Spirito) ponevano al centro madre natura, ciò che ai nostri occhi, a posteriori, li fa sembrare «simpatici», anche in quanto vittime del becero colonialismo europeo, mentre sappiamo che i nativi americani si stavano distruggendo con le proprie mani a causa di guerre intestine e attraverso crudeli sacrifici umani. Il solito mito del «buon selvaggio» ci fa spesso dimenticare che la natura non è univoca poiché, bando ai comodi semplicismi, ammette tutto e il suo contrario. Ragion per cui, per una questione di pura sopravvivenza, noi umani dovremmo tenere ben saldo il timone cercando di dirigere il veliero della nostra esistenza verso terre amiche (o ritenute tali), eludendo i luoghi comuni costruiti ad hoc da una stampa/informazione di regime, in questa «dittatura dolce» che rischia di fare più vittime dei peggiori regimi totalitari.
Quindi questa pseudo informazione gioca con la morte, forse per inculcare nelle menti angosciate, come si diceva anche a causa delle troppe morti inspiegabili, uno stato di fatalistica rassegnazione: quella verso cui viene spinto il gregge inerme e disorganizzato, o meglio, organizzato all'interno di un ovile/contenitore disegnato attraverso l'uso dei grandi mezzi di comunicazione. Basti pensare al gentile contributo del famigerato Tavistock alla causa dei Rockefeller, i quali nei loro piani per l'Europa del dopoguerra (a quanto sembra anche attraverso il «Piano Marshall») miravano, chissà perché, a impadronirsi di tutti i sindacati operai del mondo. Pensando a certe organizzazioni a difesa dei più vulnerabili, fa senso il «caloroso abbraccio» fra Draghi e Landini, quest'ultimo leader di un sindacato che in Italia dovrebbe essere il soggetto più rappresentativo delle relazioni tra lavoratori e industriali. Non dimentichiamo che a bordo del Britannia, panfilo della Famiglia Reale, fu proprio Draghi a consegnare nelle mani dei Rothschild (e di famiglie similari) il patrimonio pubblico industriale dell'Italia. Forse per questo motivo, in un secondo momento, l'ex Presidente della Bce è approdato a Palazzo Chigi? Sul Britannia c'era perfino Grillo, riferimento di quel M5S che sarebbe entrato nel governo dei vari Speranza, Lamorgese e «Colao meravigliao», senza dimenticare quel Cingolani a cui pare dar fastidio una popolazione mondiale tanto numerosa (quando fior di scienziati dichiarano che al mondo ci sarebbe benessere per tutti e in abbondanza, se soltanto lo si volesse).
Tra gli «effetti collaterali» di un Internet globalizzato, Klaus Schwab nel suo La quarta rivoluzione industriale indica un «aumento della possibilità di manipolare l'informazione e di amplificare una particolare versione di un fatto sino a renderla l'unica accettabile». Se nel campo della farmacologia pochi «effetti collaterali» gravi basterebbero a bloccare immediatamente la diffusione di un farmaco, parallelamente credo sia legittimo preoccuparsi di certa pseudo filantropia alla Schwab e alla Soros (quello dell'immigrazione «drogata» che sta mettendo in seria crisi l'Italia, con Lampedusa in prima linea e chi ci vive sa bene di cosa si parli). Pare che l'incontro tra Draghi e il Presidente esecutivo del World Economic Forum sia avvenuto proprio nelle ore cruciali dell'affaire TIM-KKR (la KRR - Kohlberg Kravis Roberts & Co., che aspira al controllo di TIM - è un operatore internazionale di private equity, sfera di investimenti finanziari mediante la quale un'entità apporta nuovi capitali e dunque finanzia una società target - il target è un obiettivo che un'azienda si prefigge di raggiungere - con l'acquisto di azioni immettendo nuovi capitali all'interno dell'obiettivo, ed è specializzato nel segmento di leveraged buyout, operazione di finanza che consiste nell'acquisire una società con denaro preso a prestito dalle banche). Ancora una volta «effetto Britannia»?...
Rimanendo su Schwab, tra gli «effetti collaterali» di una grande rete globalizzata ci sarebbe il rischio di una frammentazione politica e la creazione di «spazi chiusi» che permettano l'accesso solo attraverso l'autenticazione. Andrà tutto bene? C'è da dubitarne se, riguardo ai Social media, a pagina 110 de La quarta rivoluzione industriale Schwab e collaboratori scrivono che i canali digitali offrono sì la possibilità di diffondere informazioni, con la possibilità di sostenere con maggiore efficacia cause nobili (o più o meno nobili, permettetemi questa rettifica), sennonché tali strumenti di comunicazione possono essere utilizzati anche per promuovere la disinformazione (e sappiamo che i giovani sono particolarmente vulnerabili in quanto facilmente condizionabili) o per condurre attività di propaganda, per esempio da parte di gruppi estremisti, con l'intento di reclutare e mobilitare seguaci come nel caso dell'ISIS (poi si scopre che, come ci ricorda Franco Fracassi a pag. 170 del suo Burning Down, prima dell'11 settembre l'affarista arabo Yasin al Qadi era sotto l'osservazione dell'Fbi in quanto sospettato di essere un grande finanziatore del terrorismo, oltre che uno dei principali finanziatori della campagna presidenziale di George W. Bush e amico personale di Dick Cheney, a proposito di certa massoneria internazionale di cui facevano parte anche membri della fratellanza musulmana per quanto riguarda i vertici non statunitensi). Quale Istituto Luce occidentale ha mai posto quesiti sulla reale natura dell'«ISIS Spa»? «Attentati in Francia, Germania, Belgio, Inghilterra, … Siamo sotto assedio, gli estremisti islamici ci attaccano, tuonano i media. E i governi si affrettano a varare misure straordinarie, i controlli si moltiplicano, le nostre libertà personali diminuiscono in nome della sicurezza collettiva», si riporta in una presentazione d'un interessante libro di Daniel Estulin, autore fra l'altro de «Il club Bilderberg - la storia segreta dei padroni del mondo», in cui viene fatto il punto sull'inquietante organizzazione occulta che ha avuto ed ha tra i suoi protagonisti molti personaggi della vita politica, economica e finanziaria italiana e alle cui riunioni hanno spesso partecipato giornalisti nostrani, tra cui, negli anni 1954/'58/'63 tale Pietro Quaroni in qualità di Direttore Rai (a proposito dei grandi mezzi d'informazione). Cito anche il noto Alberto Ronchey dal viso rassicurante, che vi partecipò negli anni 1968/'74 in qualità di giornalista de Il Corriere della Sera e che nel '92 divenne ministro dei beni culturali e ambientali nei governi Amato I e Ciampi (oggi Amato viene ricordato anche per i famosi «prelievi notturni» sui conti correnti degli italiani, Ciampi anche per ciò che accadde nell'estate del 1981, allorché cessò l'obbligo, da parte dello Stato, di comprare titoli di Stato invenduti alle aste indirette del Tesoro, smettendo perciò di calmierare i tassi). Aggiungerei l'ebreo Ugo Stille (1968/'73/'88) giornalista de Il Corriere della Sera; Fabio Luca Cavazza (1969), direttore de Il Sole 24 ore e fondatore della casa editrice Il Mulino; Piero Ottone, altro giornalista de Il Corriere della Sera (giornale molto gettonato in «certi ambienti», come appare evidente), anche direttore del Secolo XIX e in seguito editorialista per Repubblica; Arrigo Levi (1970/'72/'74/'75), editorialista de Il Corriere della Sera e de La Stampa, nonché notissimo conduttore televisivo; Emanuele Gazzo (1971), giornalista, fondatore della prima agenzia stampa dell'UE; Giuseppe Glisenti (1971), Direttore Generale Rai e Amministratore delegato della Rinascente, ruolo affidatogli da Agnelli; Gianfranco Piazzesi (1971), membro della P2 di Licio Gelli, scrittore e giornalista de Il Corriere della Sera e de Il Giornale di Montanelli; Marcella Glisenti (1977), coniuge di Giuseppe Glisenti, in qualità di scrittrice e autrice di «Cronache Sociali»; Enzo Bettizza (1974), giornalista e parlamentare europeo; Carlo Sartori (1977), dirigente Rai; Luigi Barzini (1980), scrittore e giornalista per Il Corriere della Sera, La Stampa e L'Europeo; Barbara Spinelli (1980/'93), giornalista e scrittrice, compagna di Tommaso Padoa Schioppa, cofondatrice de La Repubblica; Gaetano Scardocchia (1986/'87), direttore de La Stampa, una cui inchiesta nel 1976 fece dimettere Giovanni Leone, allora Presidente del Consiglio in carica: si trattò del caso Lockheed, una storia di tangenti a politici e militari di alcuni Stati per vendere aerei militari; Carlo Rossella (1997), giornalista e direttore del Tg5 (iscritto al Partito Comunista prima di incontrare Berlusconi: difficile non ammettere che si sia trattato di uno strano connubio, così come lo è stato quello fra Berlusconi e Maurizio Costanzo, a sua volta comunista e membro della famigerata P2. Soprattutto se si pensa al ruolo assunto da Costanzo in seno a Mediaset avendo ricoperto il ruolo di presidente di Mediatrade, società dell'azienda italiana controllata dalla società olandese MFE-MediaFor Europe N.V., preposta a occuparsi di tutto ciò che riguarda la fiction televisiva. Nel 2000 fondò la società Maurizio Costanzo Comunicazione insieme all'imprenditore Alessandro Benetton, sul cui nome peserà sempre la tragedia del ponte Morandi, come lui stesso ammette); Gianni Riotta (2000/''1/''4), scrittore e giornalista sostenitore della globalizzazione, con frequenti apparizioni televisive; Rodolfo De Benedetti (2003/''4), membro del Consiglio di amministrazione del gruppo editoriale L'Espresso (di area progressista); Marco Panara (2003), scrittore e giornalista, da oltre trent'anni alla redazione di Repubblica, corrispondente per l'Estremo Oriente; Roberto Poli (2003), che partecipò alla riunione Bilderberg in qualità di Presidente della Rizzoli-Corriere della Sera S.p.A., nonché membro della Trilaterale (creata dagli artefici del Nuovo Ordine Mondiale per estendere i propri interessi a livello internazionale); Ferruccio De Bortoli (2004), in qualità di Direttore de Il Corriere della Sera; Lucio Caracciolo (2004), saggista ed esperto di geopolitica; Lilli Gruber, notissimo volto di La7, ma prima ancora giornalista Rai; Monica Maggioni (2014, Bilderberg di Copenaghen), successivamente diventata Presidente della Rai, nel 2003 unica giornalista ammessa in Iraq tra le file dei militari americani e a sua volta membro della commissione Trilaterale (fondata dai Rockefeller nel giugno del '73); Maurizio Molinari (2017), in qualità di editore de La Stampa. Dal 2020 Molinari è direttore del Quotidiano La Repubblica; Beppe Severgnini (2017), del solito Il Corriere della Sera, saggista e opinionista, spesso ospite di Lilli Gruber su La7; Stefano Feltri (2019), che partecipò a una riunione del Club Bilderberg in qualità di Vicedirettore de Il Fatto Quotidiano, giornale che si auto-definisce «dalla parte del popolo»; … Stampa a parte, vorrei proseguire annotando vari protagonisti della vita politica mondiale che hanno visto la loro partecipazione a riunioni del gruppo prima di ricoprire incarichi di grande prestigio (fonte: La Matrix Europea, di Francesco Amodeo): Bill Clinton; Tony Blair; Angela Merkel; Christine Lagarde; Ursula Von Der Leyen, presente nel giugno del 2019 e (guarda caso) nuovo Presidente della Commissione Europea dal luglio dello stesso anno; Romano Prodi; Emma Bonino, amica di Soros, noto «speculatore senza scrupoli e nemico dell'Italia, sostenitore dell'immigrazione clandestina e finanziatore di Ong di ultrasinistra» (parole e musica di Matteo Salvini in versione «Capitano, mio Capitano»); Renato Ruggiero, Ministro degli Esteri nel secondo Governo Berlusconi; Giulio Tremonti, Ministro dell'Economia e delle Finanze ancora una volta del Governo Berlusconi; Tommaso Padoa Schioppa (quello della battuta sui «ragazzi bamboccioni»), nel Gruppo dei 30 (come Mario Draghi), diventato Ministro dell'Economia nel Governo Prodi II e dirigente del Fondo Monetario Internazionale; Ignazio Visco, alla Banca d'Italia dal 2007 al posto di Draghi; Corrado Passera, considerato uno dei banchieri più importanti a livello europeo, chiamato al Governo da Mario Monti con doppio incarico: Ministro dello sviluppo economico e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; Enrico Letta, nominato Presidente del Consiglio da Giorgio Napolitano al posto di Mario Monti; Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dopo Enrico Letta. Tra i numerosi altri ricordo Alessandro Profumo, già Presidente del Monte dei Paschi di Siena e Marco Tronchetti Provera, Presidente della Pirelli (multinazionale italiana). Per non parlare di Gianni Agnelli, presente a ben 32 riunioni del gruppo Bilderberg (dal 1958 al 2000), e dello stesso Mario Monti, assiduo frequentatore del «Club». E naturalmente non va dimenticato Draghi. Tutti personaggi che in qualche modo hanno influenzato la vita degli italiani.
Alla luce di quanto detto (e tanto ci sarebbe da dire) siamo certi che l'informazione definita «ufficiale», e perfino parte della cosiddetta «controinformazione», non siano il prodotto di un sistema che ha legato i fili a livello planetario? Ormai sembra ci siano pochi dubbi sul fatto che i mass media rappresentino strumenti del potere in chiave N.W.O., non dimenticando che già Mussolini definiva il cinema «un'arma più potente del cannone». Eppure molti ci cascano, o si rendono conto di ciò che sta accadendo ma accettano fatalisticamente (quindi passivamente) una realtà che potrebbe essere cambiata se il risveglio delle coscienze fosse accompagnato da un risveglio della rabbia, la quale ahimè è facilmente inquadrabile per mezzo di coloro a cui viene data voce e visibilità (per gentile concessione di chi possiede tanto denaro, quindi tanto potere materiale). Così, la meschinità si sta ricollocando al centro dei cuori. Anche di coloro che avrebbero accettato o addirittura apprezzato quanto meno l'idea di un mondo migliore e più equo.
Come dicevo all'inizio della riflessione, fatto un quadro approssimativo e non certo esaustivo degli «intrallazzi internazionali», è quasi impossibile non accorgersi della «ripetitività ossessiva» con cui oggi vengono esposti annunci e comunicati. Leggo le info che arrivano sul cellulare: dopo un'inchiesta sui «mariti infedeli» ecco che si parla della farina di grillo. A seguire, una Presidente di Provincia spezzata dal dolore per la fine di un amore quasi divide la scena con l'orso che si rilassa a bordo di una piscina californiana. In tema di orsi, non manca quello «assassino» che in tanti vorrebbero morto, dimenticando che in precedenza il motto «nessuno tocchi l'orso» imperava nelle cronache quotidiane. «Divorzio ed ecatombe» sul matrimonio di Alex Del Piero con la moglie Sonia; una «ecoteppista» potrebbe andare in studio da Formigli (embè?), la solita notizia contro la Russia e a favore dell'Ucraina, Rudy Zerbi è il padre di Wax (?) e sembra ci si riferisca a una trasmissione della solita De Filippi, ormai tristemente istituzionalizzata. Segue una barzelletta in video, per la verità un po' così. Eppure c'è chi ne ride sonoramente (ma si tratta di autentica ilarità?). Il solito giochetto per testare l'intelligenza o la genialità, roba da polli che hanno tempo da perdere. Poi si parla di pasta sfoglia ripiena (ormai la cucina è la «nuova arte»). Quindi, ancora i «russi cattivi»: questa volta decapitano un soldato ucraino, ma come al solito la faccenda è poco chiara. Del resto, se si vuole incolpare un nemico di avere commesso una mostruosità basta compiere quella mostruosità indossando la divisa del nemico. È sufficiente un cellulare per riprendere la scena e divulgarla in tutto il globo. C'est facile! Ferragni e Fedez in crisi (che tristezza...). Un vero blob, questa informazione per dementi: vi si mischiano banalità e tragedie, stramberie e giochini per genietti sulla carta, catastrofismi meteorologici e strane creature venute dal nulla, o da passato. L'onnipresente Al Bano gareggia con presunti extraterrestri in questo teatrino senza senso, messo in piedi solo per mortificare i cervelli. Oggi leggo che a Treviso l'istituto salesiano vieta di indossare mini, canotte, top, infradito e pantaloncini, quasi si trattasse di chissà quale bigottismo: un monito del sistema agli «stupidi tradizionalisti» per intimarli a mollare la presa in questo «mondo nuovo» che non li vuole più tra i piedi? Eppure c'è ancora da chiedersi se non sia giusto invitare i giovani a non mostrare tette e culo in un istituto salesiano (almeno in quello!). Subito dopo leggo che un signore abbandona i figli di 3 anni in strada, di sera, solo per fare dispetto alla moglie. Nella «notizia» successiva si dice che «accadrà il 21 Aprile ad alcuni segni zodiacali». Roba da medioevo 4.0. A seguire, sulla superstrada per Firenze (area di Siena) alcuni automobilisti rimangono stupefatti per l'apparizione di un grosso animale (siamo alle solite). Subito dopo viene mostrata la foto di un «bellone», che a parte la barba si presenta come una sventola in gonnella. Ma andiamo oltre: da un esopianeta (o pianeta extrasolare) simile alla Terra sta arrivando un segnale rapido ripetuto. Dovremmo forse stare a naso insù immaginando alieni e dischi volanti, per non pensare troppo a quello che ci stanno combinando sulla Terra? Potrei proseguire a lungo. Mi riservo di farlo in una riflessione successiva.
«L'uomo di oggi rischia di impigliarsi nei tentacoli dei mille messaggi senza senso, mixati ad arte dal potere per disorientare le coscienze e far rantolare il cuore verso una vita appiattita solo su obiettivi mondani. Con il risultato di distruggere appartenenze, non riconoscere più alcuna autorità e confondere il bene con il male»: è quanto si legge su un settimanale cattolico locale (articolo datato). Leggiamo di vip (figli di papà, in genere, senza troppo talento e con tempo da perdere) che stando al titolo vivono una tragedia immane. A volte la curiosità spicciola ti fa aprire la «notizia», e che cosa trovi? Un'informazione banale ripetuta all'infinito per poi risolvere regolarmente in un deciso ridimensionamento dell'annunciata «tragedia». Come a volerti far sentire un idiota, perché ti accorgi che ci sei cascato di nuovo. In questo giochetto ipnotico, congegnato da psicopatici dotati di sola forza materiale, l'utente viene risucchiato in un vortice di idiozia da cui esce facilmente solo chi è dotato di una certa capacità riflessiva. Del resto ne basta poca, ma il problema non va per nulla sottovalutato poiché gli artefici della viscida ragnatela contano sull'abitudine a spendere superficialmente il poco tempo disponibile da parte della gente cosiddetta comune, oggi presa da mille problemi di varia natura (economica, esistenziale, il lavoro che manca o non dà certezze, e così via). «Quando un modello di menzogna ha funzionato ed è riuscito a ingannare una volta, esso viene replicato fino all'evidente parodia di sé», scrive una nota autrice di «controinformazione». La presa in giro perpetrata attraverso i media non è certo iniziata oggi, anche se i recenti inganni sanitari, legislativi ed economici hanno costretto a porre il focus sulla fragilità democratica e sulla potenza di fuoco dei poteri forti sovranazionali. Da anni i grandi mezzi di comunicazione, cinema compreso, svolgono un'azione martellante volta a destabilizzare tanti principi etici sui quali bene o male reggeva la società e che andrebbero forse re-inquadrati nel loro ambito originale, poiché svolgevano e forse potrebbero ancora svolgere una funzione costruttiva secondo modelli di equità. Il motivo di questa azione martellante risiede nella volontà da parte di certe élite internazionali dal comune denominatore anticristiano (al di là delle apparenze) di reimpostare il mondo agendo anche sulla natura, per dimostrare che bene e male sono concetti relativi, che ogni essere umano apprende soltanto in seguito a un'eredità culturale e sociale (poi bisogna vedere con quali altri «concetti relativi» è possibile sostituirli al fine di migliorare la vita delle persone...). Non credo si possa negare che l'utopia esposta ne La quarta rivoluzione industriale sia di stampo nichilista rispetto ai valori tradizionali, sennonché delinea «nuovi valori» sulla base di un relativismo utile solo a chi oggi si sente di appartenere a una casta di «eletti». Ma Ingannano se stessi, questi illusi in tait, dal momento che hanno voluto dimenticare la cosa più importante: anche loro sono esseri umani come tutti gli altri, con caratteristiche somatiche proprie della specie d'appartenenza, con bisogni fisiologici e crisi depressive (non si può escludere anche gravi, visti gli esiti dei loro pensieri e delle loro azioni). E naturalmente sono tutt'altro che immortali. E neppure sono immorali quanto piuttosto «amorali». Distruggono monumenti espressione di un passato loro poco congegnale per costruirne altri, artificiosamente, facendo tabula rasa delle proprie stesse radici. La loro energia è distruttiva poiché emana da un ingannevole gioco di opposti congegnato al fine di confondere le menti, ed è proprio ciò che si nota sbirciando le notizie sull'iPod che quotidianamente esprimono il nulla valoriale, fiaccano la volontà, indeboliscono il senso critico (forse in alcuni casi lo rafforzano involontariamente, a testimonianza dell'esistenza di una matrice divina nel cervello umano, «una forma di energia quantica che esiste in ogni momento e che è sempre esistita».
Ci tempestano di notizie sulla Famiglia Reale, mentre nell'ex Bel Paese non sappiamo se esiste ancora un Presidente. Ci mostrano i contrasti (veri o presunti) tra il principe William ed Harry, e tra le rispettive consorti, nonché tra Harry e il padre, ma per la gente i veri guai risiedono altrove, ad esempio nella precarietà del lavoro che sta «formando» generazioni di nomadi senza stabilità e quindi senza futuro. «Noi abbiamo sempre pensato che la flessibilità del lavoro non sia un male, ma che lo sia la precarietà che deriva da una società incapace di adeguarsi a un mercato del lavoro che cambia. Da una parte il tuo lavoro è sempre più flessibile, dall'altra la banca pretende il contratto fisso per prestarti i soldi», scrive l'attuale Presidente del Consiglio nel suo libro autobiografico. Certo, la società è incapace di adeguarsi a un mercato del lavoro che cambia perché sta succedendo tutto troppo in fretta (e troppo male, mi si consenta) per il capriccio di alcuni balordi altolocati. E il rischio di un cortocircuito sociale è forte, anche perché molti giovani non studiano e non lavorano per effetto di un degrado morale e culturale senza precedenti che questa informazione anarcocapitalistica targata Silicon valley amplifica a dismisura creando dipendenza soprattutto nelle menti più fertili (che rappresentano gli uomini e le donne di domani!), distraendole dalla realtà. Cosa indubbiamente grave. Interessante il libro di Del Debbio in cui viene trattato il tema degli «hikikomori», se non fosse che una soluzione al problema secondo il noto conduttore televisivo risiede nell'affidarsi agli «esperti», i quali a volte invitano i genitori a non disprezzare i social, poiché per bambini e adolescenti rappresentano forse l'unico luogo di «socializzazione». Non ci credevo finché non l'ho udito con le mie orecchie a un incontro serale con psicologi locali! Senza dimenticare il caso «Bibbiano», che stranamente ha creato una linea di demarcazione tra persone civili poiché ho sentito (ancora una volta con le mie dannate orecchie) alcuni individui che ritenevo di buonsenso giustificare in «non laureato» Foti e compagnia cantante. Cosa non si fa per difendere un'ideologia politica, alla faccia del vero relativismo...
Davide Crociati
John Swinton pronunciò queste attualissime parole nel 1880. Frasi che dimostrano come la libertà di informazione fosse già in pericolo dagli albori!
“In America, in questo periodo della storia del mondo, una stampa indipendente non esiste, lo sapete voi e lo so pure io. Non c’è nessuno di voi che oserebbe scrivere le proprie vere opinioni, e già sapete anticipatamente che se lo facesse esse non verrebbero mai pubblicate. Io sono pagato un tanto alla settimana per tenere le mie opinioni oneste fuori dal giornale col quale ho rapporti.
Altri di voi sono pagati in modo simile per cose simili, e chi di voi fosse così pazzo da scrivere opinioni oneste, si ritroverebbe subito per strada a cercarsi un altro lavoro. Se io permettessi alle mie vere opinioni di apparire su un numero del mio giornale, prima di ventiquattrore la mia occupazione sarebbe liquidata.
Il lavoro del giornalista è quello dì distruggere la verità, di mentire spudoratamente, di corrompere, di diffamare, di scodinzolare ai piedi della ricchezza, e di vendere il proprio paese e la sua gente per il suo pane quotidiano. Lo sapete voi e lo so pure io. E allora, che pazzia è mai questa di brindare a una stampa indipendente?
Noi siamo gli arnesi e i vassalli di uomini ricchi che stanno dietro le quinte. Noi siamo dei burattini, loro tirano i fili e noi balliamo. I nostri talenti, le nostre possibilità, le nostre vite, sono tutto proprietà di altri. Noi siamo delle prostitute intellettuali“.