(Primavera 2013)
"Una perfetta giornata di noia"
Come posso scrivere musica se mi sento simile a un lago prosciugato dal fondale secco e arido e se tutti i miei sentimenti sembrano andati in vacanza senza avermi
informato circa la data del loro rientro in sede? Sono un po' come la mosca che vedo immobile sul vetro dello studio, dietro la tenda trasparente. Oltre è impossibile non notare una gru ferma sotto
il sole malato da chissà quanto tempo! Penso che forse sarebbe meglio fare qualche pastrocchio coi colori o semplicemente con la Bic, ma dove vado a cercare lo spunto che possa convincermi ad
appoggiare la punta della penna o della matita sul foglio bianco e vuoto come la mia testa? In questi casi sarebbe meglio sdraiarsi sul divano, accendere il televisore e ascoltare gli altri. Provo
con “La vita in diretta”, ma dopo un po' m’accorgo che il morale anziché risollevarsi scende di più. Com’è possibile che a parlare siano sempre gli stessi? Il loro pensiero ormai lo conosciamo e
vorremmo tanto che nel talk show di Rai 1 transitassero volti nuovi! Invece le stesse facce passano da una rete all’altra come per un’insana magia lasciando ben poche alternative al povero
telespettatore! Da Bearzot a Picozzi sembra che ormai a questo mondo tutti sappiano tutto, ma la realtà è un’altra. E’ il caso di continuare a fare zapping? Chiudo la tv e m'accorgo che non è facile
scrollarsi di dosso la noia in questa giornata interlocutoria e senza senso. Dovrei leggere un po' di più! Vero è che in questo periodo sono un frequentatore assiduo di librerie, ma di libri
veramente interessanti se ne vedono davvero pochi: oggi anche cani e porci scrivono la propria biografia, e penso che a dire il vero sarebbe interessante leggere sulle pagine di un libro il pensiero
di un cane autentico, o di un maiale in attesa del momento fatidico. Eh già, questa tv sta sedimentando in noi una curiosità malata per le cose orribili e mi chiedo se sia vero che stanno facendo di
tutto per prepararci alla terza guerra mondiale (che forse è già iniziata a nostra insaputa)! Qualcuno scrive che “quando ci sveglieremo potrebbe essere troppo tardi” e che “saremo prigionieri di un
incubo”. Si dice che l’attacco all’Iran sia inevitabile, oltre che pianificato da tempo! Perché quando iniziano a scarseggiare seriamente le risorse vitali come il petrolio e il gas naturale e la
politica non riesce più a gestire gli interessi nazionali o comunitari… bum! Riaccendo la tv e cerco un notiziario politico, ma è chiaro a tutti che dei tanti “mari e monti” promessi ci resta Mario
Monti, (già, la battutaccia “da mari e monti a Mario Monti” è fin troppo scontata!). Cosa può mai fare il neo Presidente del Consiglio se non prelevare soldi dove sa di poterne ancora trovare, o dove
sa di poterne trovare con più facilità?… Alla fine è sempre la solita storia! Abbiamo rivoltando il mondo come un calzino, ma rimane troppo uguale a se stesso: IdV e Lega si trovano insieme
all’opposizione (chi l’avrebbe detto, pochi mesi fa?) mentre il PD non sa più cosa pensare di fronte alle richieste “fuori moda” d’una Camusso dal vestiario semplice come quello di chi ha perso il
lavoro o sta per perderlo. Bersani le risponde con un sigaro alla Fidel Castro che comunque fa sempre un po’ chic, quasi a voler rievocare i cachemire di Bertinotti che tanto hanno fatto indignare
gli abbienti (altrettanto chic) di destra. La verità è che se prima ci permettevamo “qualcosa di più” da oggi sicuramente potremo permetterci assai di meno. L’apatia si sta impadronendo degli
italiani, molti non cercano neppure più un lavoro, chi ne ha la possibilità pensa di trasferirsi all’estero appena possibile e chi è condannato a restare in Italia nell’indigenza o quasi, o inizia a
fare pensieri cattivi (basta leggere certi commenti su Affariitaliani.it alla notizia del “volantino inquietante” stile BR che sarebbe pervenuto in una sede Rai di Genova per rendersene conto!) o si
lascia andare alla depressione e all’inattività aggiungendo nuovi problemi ai tanti che già questa povera società corrotta si ritrova. Già, la corruzione! Quand’ero ragazzino m’insegnavano che
l’esempio era ciò che contava, mi mettevano in guardia da chi predicava bene e razzolava male. E oggi? Basta avere un’intelligenza mediocre per rendersi conto di quanto sia peggiorata la televisione,
soprattutto dal punto di vista dello spettacolo! Ragazzi chiusi in una casa per mesi senza fare nulla se non dover dimostrare di essere all’altezza di certi personaggi televisivi che meriterebbero il
depennamento immediato per le scemenze che esprimono. Giovani chiusi in gabbia a fare sesso in diretta forse per mostrare a tutti, bambini compresi, quanto sia animale l’uomo. Begli esempi! Chiudo di
nuovo la tv e penso di guardare un bel film. Oggi sono stanco e stressato perché vengo da un periodo lavorativo intenso e faticoso, quindi non potrei fare qualcosa di serio senza dovermi fermare
troppo presto. Un bel film, dicevo. Provo con “2012”. Poche sequenze bastano a farmi cambiare idea! Niente film, niente dvd, niente cd, niente di niente! Oggi va così, e non ho detto gioia! Torno
nello studio e mi piazzo al computer. C’è sempre facebook a far compagnia. Dopo un po' stacco perché mi sembra di essere un “guardone”! Che noia, che barba… La mosca sul vetro non c’è più! Mi ha
fregato anche lei, evidentemente a differenza del sottoscritto ha trovato qualcosa di meglio da fare! Però la gru sta sempre là, sotto il sole pallido e malato. Non si è mossa d’un filo! Sembra quasi
la rappresentazione meccanica dell'immobilità umana (o di questa Italia in deperimento). Prendo in mano la chitarra e faccio qualche accordo. Questione di pochi secondi e riappoggio lo strumento per
impugnare un libro. Do un’occhiata alla libreria e leggo il nome di Enzo Biagi, di Giampaolo Pansa, di Giulio Tremonti,… Anche leggere è impossibile in una giornata come questa. Forse l’unica è
scrivere io stesso qualcosa, qualsiasi cosa. Ma le idee non arrivano se non a brevi folate. Troppo bevi perché un minimo di ragionamento che sia degno di questo termine possa attecchire. Sdraiarmi
sul letto? Guardo di fuori, dalla parte della ferrovia, perché le gru immobili sotto il pallore d’un sole insignificante mi infastidiscono. Sull’altro versante le sbarre sono abbassate. Lo sono quasi
sempre. Il problema della ferrovia e dei passaggi a livello che rimangono chiusi per troppo tempo è di quelli che meriterebbero una soluzione veloce, ma si ha la sensazione che alla questione non vi
sia affatto un rimedio rapido e neppure in tempi accettabili. Vedo qualcuno che aspetta con impazienza in sella a un motociclo, altri in fila ai bordi della strada, chiusi nelle loro auto col
finestrino semiaperto e il lampeggiante inserito. A tratti fa già caldo. Lungo viale Panzini transitano stancamente alcune macchine e decido di togliermi da lì. Riaccendo la tv. Naturalmente si parla
di Schettino e di zio Michele. A proposito della “Concordia”, ho letto che alcune agenzie organizzano viaggi all’isola del Giglio per permettere ai soliti turisti curiosi di farsi fotografare davanti
a quel che resta del novello Titanic! La dice lunga sui tempi che vivamo! Ascolto per altri cinque minuti ma le chiacchiere sono sempre quelle. Non c’è speranza! Chiudo la tv con sdegno, imbocco le
scale e salgo in soffitta. Appoggiandomi stancamente alla ringhiera della terrazza coperta guardo il modesto via vai sulla strada. Vedo passare un giovane col cagnolino al guinzaglio: che sembri un
vecchio in pensione lo deduco dal suo sguardo spento, senza tensione e senza futuro. Però altro che pensione, mi dico, questi non ci andranno mai! Alcuni inizieranno a lavorare molto tardi, altri non
lavoreranno per tutta la vita e mi chiedo come faranno quando non ci saranno più i genitori ma in qualche modo (non si sa quale) gli sventurati dovranno imparare a vivere autonomamente! Vedo un altro
ragazzetto transitare rumorosamente a bordo del suo motorino, con la solita giacca di pelle scura e la cresta dritta da indiano Sioux che certo non lascia presagire un grandissimo futuro per lui e
per quelli come lui (salvo poche eccezioni che comunque tendono a confermare la regola). In questi casi spero sempre di sbagliarmi, ma di giovani dal look “galletto in padella” ne stiamo
vedendo tanti, troppi. E spesso finiscono piuttosto male. Non è confortante. Del resto, tante madri e nonne di famiglia hanno tatuaggi e pearcings sul naso e sulle sopracciglia, alcune anche ai bordi
delle labbra, per non dire in quali altre parti nacoste del corpo. Sembrano banalità ma la preoccupazione è legittima. Distolgo lo sguardo dalla strada. Alla signora della finestra di fronte è morto
il marito di recente: lo hanno trovato in fondo a una vasca piena d’acqua dove lo sventurato era scivolato nel tentativo di salvare il proprio cane. La storia è finita anche su “il Resto del Carlino”
e pare che nel giorno del funerale la chiesa fosse piena di gente. In questa giornata di noia profonda non riesco a produrre un solo pensiero positivo! Non mi va di ridere, anche perché francamente
c’è ben poco di che gioire. Vado sull’altra terrazza, quella grande e scoperta dove fra poco io e Anna Maria potremo gustare grigliate di carne o di pesce al tramonto. Cenare in terrazza sul far
della sera è sempre stato il nostro pallino. L’occhio cade istintivamente sulla finestrella della mansarda dove abitava una mia vecchia conoscenza. Si è trasferita in territorio aquilano, lei, forse
anche per rifarsi una vita lontano da qui… A volte le vicende prendono una strana piega. Non ci metto molto a capire che neppure in quell’angolo della casa riuscirò a trovare un po’ di serenità, in
questa giornata interlocutoria. Mi dico che è quasi meglio lavorare piuttosto che rimanere a casa senza fare nulla. Non mi capita spesso di stare con le mani in mano, ma quando succede si salvi chi
può! Evidentemente ho dello stress da smaltire. Un po’ come quando si è talmente stanchi da non riuscire neppure a prendere sonno. Torno giù e riaccendo la televisione. Su un canale privato si vedono
giovani trasandati che si dimenano in maniera forsennata al ritmo di musica rap, cantano e parlano in inglese. Riprendo a fare zapping. Ora torno su Rai 1. Pensavo che nel frattempo avessero cambiato
argomento e probabilmente è così, ma, sarà un caso, ogni volta che mi sintonizzo sulla rete ammiraglia si raccontano le gesta di Schettino e di zio Michele, o in alternativa di Salvatore Parolisi. Ma
gli ex Presidenti della Camera che parlano di omicidi mischiandosi tra la folla di criminologi non mi hanno mai interessato troppo (mannaggia a quando Picozzi ha introdotto in Italia il criminal
profiling!). Possibile che nel nostro beneamato Paese non capitino più cose belle, degne di nota? Così non si fa altro che alimentare la curiosità morbosa di tanti poveri cervelli… Trovo un altro
canale e mi ci soffermo un po’: Alessandro Orlando sta illustrando quadri di Athos Faccincani su Telemarket. Si dice che il Maestro di Peschiera del Garda abbia trasmesso sulle tele la gioia di
vivere recuperata dopo una grave malattia. A me i quadri di Faccincani trasmettono gioia fino a un certo punto. Faccio e rifaccio zapping fino a “cadere” su un tg. Finalmente! Finalmente un corno!
Tutti sembrano implicati in qualche fattaccio e tutti parlano di complotto! Ma è proprio vero che i nostri giudici sono una massa di corrotti? A volte riescono quasi a farcelo credere! Cerco un altro
tg ma la salsa non cambia. Sul volto sofferente dell’ultimo Bossi vi riconosco quello di Monti nella versione “the day after”. Naturalmente spero di non essere un buon profeta.
Scherzi a parte, per un attimo ho provato a calarmi nei panni del “nullafacente” (non coatto). Mi chiedo come possa sopravvivere un paese colpito da emorragia di posti di lavoro. Finché si tratta di
“giornate interlocutorie” come quella da me ipotizzata (neanche tanto scherzosamente) è una cosa, ma quando la disoccupazione diventa realtà, tempo qualche mese e il cervello rischia di andare in
tilt! In questo modo siamo destinati a diventare un Paese di paria, di straccioni senza futuro, di alcolizzati e di drogati. Nelle pagine introduttive del libro “Uscita di sicurezza”, di Giulio
Tremonti, si dice: “L’Arca di Noè fu costruita da dilettanti. Il Titanic è stato costruito da professionisti. La prima, quella dell’Arca, è l’immagine millenaria della salvezza. La seconda,
quella del Titanic, è l’immagine contemporanea del disastro. Il primo disegno, il disegno fantastico, ha funzionato e può ancora funzionare perché riporta l’uomo a un creator spiritus: “fatti un’arca
di legno e di cipresso”. Il secondo disegno, il disegno tecnico, può funzionare ma può anche fallire. E spesso fallisce se è fatto solo dall’uomo per l’uomo”. Senza voler travisare o male
interpretare queste righe introduttive dell’On Tremonti, lungi da me l’intenzione di volerne stravolgere il significato originale, l’idea dell’Arca mi fa correre un brivido sulla schiena perché oggi
più che mai, nell’immaginario collettivo, la biblica imbarcazione rappresenta il più classico rifugio per “pochi eletti”. Leggendola in chiave Maya (stavo dicendo massonica), siamo dunque arrivati al
“2012 del mondo occidentale”?
Davide Crociati