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                                                                Bellaria I.M., 21 Aprile 2010

 

Riflessioni deliranti tra musica, politica e religione

 

 

"Lasciar fare il bene e aiutare a farlo, è cosa più difficile che farlo da sé"                                                                                                                               Lacordaire

 

Se, come diceva Nietzsche, "chi ha compiuto il suo dovere muore da vittorioso", nei nostri cimiteri sarà crisi nera di... sconfitti, poiché, secondo il buon Cicerone, "se la ragione ben operata discerne ciò che è meglio, non coltivarla sviluppa folli errori", e la forte sensazione che di sbagli se ne stiano facendo fin troppi appartiene a gran parte della società. Chi non dubita, oggi, che di (buone) riforme non se ne voglia ancora parlare seriamente? Inoltre, chi può non ricordare che fu proprio l'elegante Bertinotti a consegnare il paese nelle mani della destra? E ora? Si ripete il copione in maniera per certi versi speculare? Certo che fra un po' voteremo tutti Lega, perché in questa fase storica il movimento nordista dimostra di possedere quel pragmatismo schietto di cui, davvero, per troppo tempo si è sentita la mancanza. Sempre sperando che Bossi, Maroni e company non cambino registro in itinere per questioni di nuovi o vecchi opportunismi! Timore per altro non proprio infondato dal momento che questa nostra società troppo longeva di furbetti più o meno "da quartierino" ha strappato le unghie ai realmente dotati, di spirito di servizio e non solo. Anche o soprattutto qui in Italia sembra che ogni schieramento politico si guardi bene dall'acquisire troppi numeri, poiché averne significa dover poi governare in modo maschio, anche se oggi vanno di moda le "situazioni di mezzo", e invito ad andare a rivedere "Fellini Satyricon" per rendersi conto una volta di più di quanto sia stato autentico e grande quel nostro artista romagnolo, junghiano d'ispirazione come Woody Allen e Bergman  - regista - o come Kurosawa o il noto fisico nucleare Charon (che ahimè attendevamo con ansia a Riccione a un convegno di parapsicologia, ma che pensò bene di sbagliare aereo!!! Quando si dice la genialità...), od anche come il musicalmente "iper dotato" Sting, per non dimenticare i Beatles per i quali non ho mai provato troppa simpatia (magari, questi ultimi, filo junghiani più per questioni di moda che altro. Si sa come vanno certe cose se le si vuole vedere un po' più da vicino). Divagazioni a parte, c'è chi dice che "il segreto d'ogni riuscita sta nel sapersi imporre privazioni", ma qui in Italia, oggi come in passato, di cose riuscite se ne vedono poche.  Naturalmente bisogna considerare che ancora non abbiamo terminato di pagare le conseguenze della guerra civile che ha insanguinato l'Italia diversi decenni or sono, e che per tanti versi il secondo conflitto mondiale non si è mai chiuso definitivamente. Certo è che i "Macigni" di oggi temono (giustamente) lo "Spirito di gravità" di sempre, per dirla alla Severino, "Macigni" che si aggrappano a una terra ormai troppo friabile perché possa garantire ad essi un futuro stabile. A tal proposito, non possiamo non rimanere costernati nel ricordare la precisione con cui Stefano Livadiotti riporta i numeri della "decomposizione morale" della magistratura, o, meglio precisare, di "certa magistratura italiana"! Ma in che Paese viviamo, c'è da chiedersi? Di sicuro in un Paese nel quale servitori dello stato come Luciano Baglioni e Pietro Costanza sono malvisti dai colleghi anziché ricevere onori e riconoscimenti (salvo qualche sparuta iniziativa promossa forse dai parenti delle vittime della famigerata "banda della Uno bianca"). Almeno è quanto si dice e si legge. Poi, riguardo al mondo dell'informazione vale citare quanto scrive Emilio Fede nel suo "Peluche" a pag. 26: "Forse quella che è andata maggiormente perduta nella nostra categoria è l'umiltà. Le spinte politiche, le raccomandazioni sono sempre più numerose. Alcuni hanno un passato da portaborse di questo o quel personaggio." Questo è un momento storico in cui molti cervelli fragili cercano di ricostruirsi la capacità di non riflettere, per poter accettare in maniera acritica antidolorifiche pseudo verità dall'effetto palliativo.  Dopo aver ascoltato l'esperto biblista Mauro Pesce, abilmente punzecchiato dall' "inquietante" Corrado Augias (scusate, ma quell'uomo un po' m'inquieta), "purtroppo" oggi non possiamo appellarci neppure ai Vangeli, che possono essere presi alla lettera solo per fede, o per auto-convinzione dal sapore psichiatrico. A proposito, vorrei tanto sapere perché la Sindone viene definita "Sacra" in maniera così spudorata! Ci rendiamo conto di quanti poveracci hanno crocifisso con analoghe modalità all'epoca di Gesù, sempre che, come qualcuno ritiene, il celebrato lenzuolo non appartenga ad epoche posteriori come farebbe pensare l'esame del carbonio?... Per la Chiesa non può essere un'arma a doppio taglio la sottile imposizione di "certezze" che in realtà di certo hanno molto poco? A volte viene persino da chiedersi se sia stata la fede a ispirare la realizzazione di strabilianti opere architettoniche o se piuttosto non sia vero il contrario. Non voglio essere irriverente, ma se esiste un'Entità Suprema Essa ci ha dotato anche della facoltà dell'intelletto: non usarla equivarrebbe a non usare mani e piedi...  Qualcuno potrebbe anche credere che non rimanga che Battiato, al quale uomo spirituale penso tuttavia siano serviti i consigli del "cervellotico" Stockhausen, che da quel di Darmstadt ha contribuito, con altri "pazzi" par suo, a condurre alle estreme conseguenze la già razionalissima opera avviata da Schönberg: spesso gli estremi si congiungono... Non si può neppure escludere che il segreto di Battiato stia tutto in quel celeberrimo "centro di gravità permanente", che tanto ha fatto riflettere e spremere le meningi quando invece, a detta dello stesso Battiato alias "l'alieno", una sua amica che un giorno incontrò (forse) per caso cercava un centro dove farsi la permanente e da lì sarebbe nata la canzone... Ma non scoraggiamoci, le qualità dei nostri cervelli matti possono permetterci di riconoscere grande fascino e concretezza persino nelle bolle di sapone! Ancora una volta il mio non vuole essere un atteggiamento irriverente, nel caso specifico verso un "intellettuale dello spirito" che comunque credo appartenga alla ristretta elite di artisti semi-autentici del nostro tempo. La sua è una storia in continua evoluzione, una spirale verso l'alto "alla Zarathustra", un raro condensato di esperienze e conoscenze. Anche se sono convinto che certi compositori "da conservatorio" sono stati e sono tutt'altro che dei cialtroni (magari a volte solo un po' "invasati" e politicizzati). Gli artefici della "Seconda Scuola di Vienna", di cui gli austriaci si compiacciono tanto da farne orgogliosamente cenno in video-presentazioni della loro splendida capitale, hanno preso il testimone non da pinco pallino ma dagli ultimi grandi tonalisti (basti pensare al magnifico Mahler o al suo amico e maestro Bruckner). Se vogliamo, nel campo musicale l'artefice N.1 della dodecafonia ha rappresentato un "Freud": entrambi efficaci e così decisi da sembrare in ultimo persino dogmatici, tanto da crearsi intorno una cerchia di "adepti". Per esempio, si dice di Freud che abbia fatto dono ai suoi più intimi e fidati collaboratori di un anello, uguale per tutti, diventato simbolo di una missione da compiere (vista la feroce reattività dell'ambiente accademico con cui bene o male questi pionieri dello spirito dovevano fare i conti), adottando così la tecnica del cosiddetto "granfalloon", come la chiamano gli americani. Gente che ha avuto il coraggio di cambiare le regole, nel caso del padre della dodecafonia della "costruzione musicale": la sua "pantonalità", come egli stesso la definiva, diventò oggetto di grande attenzione e di analisi filosofica anche da parte di jazzisti memorabili come Miles Davis, Lenny Tristano e numerosi altri. Quei "viennesi pazzi" avevano capito che i tempi erano maturi per fare il grande salto da compiere in maniera “scientifica”, quindi partendo dal loro notevole bagaglio di conoscenze, relative alle opere degli illustri predecessori. Cambiando le regole della composizione in maniera tanto ardita (non certo alla cieca!) Schönberg sollevò molte critiche feroci, neanche volesse mettere in discussione la costituzione di uno Stato! Eppure quel passaggio storico rappresentò soltanto il logico epilogo di un complesso percorso linguistico. Oggi, è vero, i nostri canterini televisivi si guardano bene dallo scomodare i telespettatori da feste natalizie proponendo "diavolerie sonore" che pure, dato il periodo che stiamo attraversando, non sarebbero oggetti così estranei... Del resto si può mai condannare il sesso in quanto tale? Ebbene, a quei personaggi tanto arditi non faceva difetto l'ambizione che in molti casi potrebbe davvero essere definito "il sesso dell'intelligenza" (vi piace la mia definizione?). Anche se, per completare la riflessione e per dirla in barba a chi ne sta quasi facendo una malattia, il sesso, come l'ambizione, può condurre su terreni impervi e in certi casi sbagliati. Questo, per onestà intellettuale. Chi si adopera con fervore e ambizione per cambiare le regole si comporta come chi è proteso verso l'altra metà della natura: le motivazioni possono essere diverse. In ogni caso, che si sia motivati da cieche intenzioni "piratesche" piuttosto che dal più sano desiderio di generare nuova vita a coronamento d'un processo evolutivo in primo luogo personale, nonché relativo alla sopravvivenza della specie, il "mezzo"  rappresenta il necessario atto procreatore. Ovviamente la concorrenza è sempre agguerrita ed è foriera di lotte spesso intestine, non raramente dagli esiti drammatici. Riconducendo la questione su un piano intellettuale, chi cerca di cambiare le regole comuni non trova certo la strada spianata, proprio in ragione della concorrenza spietata che sempre caratterizza le contese su questioni profonde e vitali. Prima di fare goal anche il simpaticissimo Totti deve fare i conti con difensori rognosi e spesso irriverenti! Credo che certi uomini politici potrebbero tranquillamente identificarsi con artisti quali Berg e Webern, altri ancora con musicisti più legati a valori linguistici preesistenti, magari individuando in essi elementi archetipici o quanto meno “inossidabili” sui quali poter continuare a contare. E qui non ci vuole "orecchio" ma tanto cervello! Ovviamente contornato da una buona dose di coraggio e di spudoratezza (necessaria esattamente come nel sesso fisico). Oggi i più superficiali potrebbero parlare di "bordello politico", ma in realtà è in atto un duello a incornate fra schieramenti diversi (o almeno tali dovrebbero essere, fino a prova contraria...), sempre che i due "cervi" non decidano in ultimo di abdicare ciascuno assumendo in sé una natura "neutra", il che significherebbe: niente riforme, tutto vada com'è andato finora , fino a quando la società non si ritroverà sull'orlo del precipizio, per poter nel frattempo condividere (i due cervi "neutri") benessere e sicurezza alla faccia dei milioni di precari e di portatori di disgrazie chi più ne ha più ne metta, con le gambe già dondolanti nel vuoto e con le mani sporche di terra e radici, e ormai solo nella possibilità di confidare nella reincarnazione e nel ritorno dell' “era del cinghiale bianco"...

 

                                                                  Davide Crociati                                                                         

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