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                                                                                Saronno 2007

                    Società incontinenti e relativi pannoloni

Venerdì mattina, viaggiando in auto verso Milano, in preda a una sonnolenza da benessere post lavorativo, ho cercato un modo per mantenermi sveglio: tenendo un occhio chiuso per qualche secondo (prima quello sinistro poi quello destro, o viceversa) ho constatato che è possibile mantenere più desta l’attenzione durante la guida, fermo restando che l’operazione va eseguita più volte. Ma devo dire “grazie” anche alla cara vecchia radio, in particolare alla trasmissione “Con parole mie” condotta da Umberto Broccoli, attraverso la quale da un po’ di tempo a questa parte si cerca di “incoraggiare” gli ascoltatori proponendo loro un’interpretazione suggestiva e verosimile del nostro tempo, che il virtuoso intellettuale RAI associa al medioevo invitandoci a “non avere paura” poiché tutto si svolge secondo natura, il linea con caratteristiche dell’umanità che sembrano destinate a riemergere nel corso della storia anche se ogni volta trasfigurate per via delle mutate condizioni sul pianeta. Il nuovo medioevo teorizzato da Broccoli rappresenta un’evidenza nella misura in cui l’Occidente è meta di esodi biblici da parte di arabi, cinesi, ecc.: sempre di più le terre ostiche e spesso aride del mondo rappresentano “luoghi d’incontinenza” non in grado di trattenere masse di disperati che regolarmente si dirigono verso aree più abitabili. Tale flusso di povere anime in cerca d’un respiro più lieve, d’un alito meno pesante, costituisce fonte di grande preoccupazione per noi occidentali che, non meno “pulci sulla schiena d’una tigre”, ci siamo illusi di consegnare ai posteri un mondo migliore, o meno peggiore. Evidentemente singole intelligenze non bastano a cambiare le cose, così come il più acuto e astuto degli uomini non può arrestare una valanga che sta per travolgerlo sul sentiero. Che fare, allora? Evitare il sentiero a priori? Restare a casa inermi? Attendere il disastro con rassegnazione e non fare nulla? E’ umano, per chiunque di noi, “fare nulla”? Non è plausibile! Come regolarci, allora, all’interno di questa “bolgia infernale” che sembra non avere soluzioni se non quella di lasciarsi andare alla corrente impetuosa della storia? Pare che ancora una volta dalle “strategie dei grandi numeri” siamo destinati a rientrare in noi stessi, per cercare nella nostra interiorità quel mondo ricco e oscuro con cui prima o poi è inevitabile dover fare i conti, non fosse che nel momento della morte fisica…

Gli occhi mi si rimpicciolivano, ma chiudendone uno l’altro si apriva di più consentendomi di nuovo una maggiore concentrazione sulla guida. Poi si diradava la musichetta languida e struggente dell’ oboe e la voce suadente di Broccoli mi riapriva anche l’occhio dormiente, mentre l’ennesimo camion rimaneva indietro sulla corsia di destra (a proposito di proposte radiofoniche consentitemi una breve parentesi: c’è modo e modo anche di fare rock. Quello degli ELP è una cosa, quello dei “nonni volanti” con la mano sempre nei coglioni è un’altra e non si faccia di tutte le erbe un fascio! Ovviamente mi riferivo agli “ossidabili” Rolling Stones. Beh, ringrazio Broccoli per certe folate ELP che ci regala e che fa solo piacere riascoltare in questo medioevo moderno dalle troppe moine sonore). Certo, quel “non abbiate paura” ricorda a tutti lo spirito coagulande di un grande papa (ma per quanto Giovanni Paolo II era l’Attore, credo che l’attuale pontefice ne fosse il regista). “Non temere il futuro”, quindi, ciò che tuttavia non significa tirare i remi in barca lasciando che siano gli altri a fare la storia (del resto “gli altri siamo noi”…)! Gli occidentali sono portatori di una cultura che non può essere dispersa a causa d’un atteggiamento troppo fatalista e rinunciatario! Anzi, forse proprio ora dovremmo cercare di definire le basi per il superamento del nuovo periodo buio, sostenendo, riscoprendo e valorizzando le cose migliori che l’occidente ha saputo costruire in secoli di conflitti e di travagli indicibili, ma anche di grandi conquiste spirituali. In sostanza, spero non si pensi tutti quanti di poter risolvere il problema dell’incontinenza mondiale adottando “pannoloni” anziché fare riferimento a valori derivati da importanti scoperte scientifiche e più in generale dall’evoluzione del pensiero. Certo, qui si viaggia sull’onda d’una utopia intrisa di rabbia e di sgomento per le occasioni perse. Ma la valanga non è trattenibile con la sola volontà, che per di più è indebolita e contaminata dalle tante “distrazioni” commesse, da troppe licenze che la parte del mondo tecnologicamente più progredita s’è concessa in termi d’inquinamento, di sfruttamento delle miserie altrui (non solo materiali), di egoismo in senso lato. Non di meno, il rischio di apparire ingenui è fortissimo e oggi l’ingenuità di alcuni suscita antipatia perché sotto sotto maschera la nostra incapacità di saper fare qualcosa di meglio, nonstante ci si lamenti di questo e di quello, degli “altri” in generale e in ultimo anche di se stessi (più o meno inconsciamente). Oggi “l’ingenuo” va emarginato, rimosso, perché non è in grado di fingere a sufficienza: lo specchio che riconosciamo in lui ci rende un’immagine antipatica in cui nessuno vuole più riflettersi! Allora si decide di non considerare tale colui che nel contesto di questo generale pastrocchio stellare sa ricavarsi uno spazio più o meno decoroso anche quando ciò comporti il non rispetto per il prossimo, per la società d’appartenenza e indirettamente per il mondo intero.

Alla barriera di Melegnano non c’erano lunghe file, e con entrambi gli occhi ora spalancati pensavo che non sempre nei “passaggi importanti” sono molti a tutte le ore coloro che vi transitano: c’è dunque ancora speranza?… Sciocchezze! Solo pensieri di una delle troppe menti viziate di questo mondo maledetto! Certamente preferivo quella piccola coda tranquilla e assonnata alla classe in cui avevo fatto lezione solo il giorno prima, vera sintesi dell’odierno casino mondiale (col dovuto rispetto): il cinese appena arrivato che non spiaccica una parola d’italiano e non si sa come fare per comunicargli il dovuto; il figlio d’un paese caldo che mostra un’insofferenza sistematica per le fredde regole della “corrotta” società ospitante; il problematico dell’est che ti guarda in modo strano e sospettoso; il caratteriale che appoggiato dal consimile cerca di fartela sotto il naso; il collega dal viso cereo che non ne può più anche perché non sa se il prossimo anno continuerà a insegnare o se dovrà sbarcare il misero lunario prestando piccoli servizi chissà dove;… Inutile continuare: per chi insegna la serie dei problemi è davvero interminabile. Magari ne parlerò più approfonditamente in altre occasioni. Piuttosto mi sono accorto che 16 euro non bastano più per oltrepassare Milano Sud e per potersi infilare nella tangenziale ovest, in attesa della deviazione per Como-Chiasso. …A quel punto non avevo più bisogno di adottare la tecnica dell’occhio chiuso per mantenere desta l’attenzione: ormai la meta era vicina.

Ancora pensieri sul mondo moderno: Broccoli si era congedato dai suoi radioascoltatori ma le sue riflessioni, le sue parole, continuavano a pulsare nella mia mente un po’ affaticata per il viaggio (356 Km di sola andata: ma quanto mi costa quella signora, in termini di energie!) Quando parlo di “incontinenza” non mi riferisco solo agli esodi biblici, a cui spesso non sappiamo che opporre patetici “pannoloni” magari neppure di seconda mano: incontinente sta diventando la scuola; incontinente è l’intera nostra società che non sa più darsi (o accettare) regole funzionali alla libertà intesa come “equilibrio” fra tutte le parti sociali, pur facendo i dovuti rapporti fra chi necessita di qualche privilegio tecnico per potersi rendere meglio utile e chi, spesso non potendo fare altro, preferisce” o deve accontentarsi di poco (poi bisogna vedere se quel “poco” è sufficiente per vivere con un minimo di decenza, senza dimenticare che nel rapporto con gli altri la miseria può diventare disperazione, così come la ricchezza può diventare insensibilità fino a tradursi in un pericoloso senso d’onnipotenza. E i divari rischiano d’aumentare a dismisura).

Prima ho accennato a un “mondo ricco e oscuro” che abbiamo dentro. La crisi del mondo moderno ci porterà inevitabilmente a riesumare energie sopite, con tutto ciò che potrà conseguirene, nel bene e nel male. Carl Gustav Jung, memorabile e in parte “rimosso” autore di “Tipi psicologici”, considerava l’occidente estroverso e l’oriente “introverso”: il primo, secondo l’allievo di Freud, è più attratto dalla luce della coscienza; il secondo, forse, dall’intimità dell’inconscio; il primo è più orientato verso la razionalità, il secondo verso il sentimento. Semplificazioni che vanno prese col beneficio d’inventario, come lo stesso Jung correttamente non mancava di annotare. Anche perché sembra che oggi i migliori ingegneri vengano dall’India, e in matematica i cinesi sono fortissimi! E’ innegabile che dall’incontro di realtà così diverse si debba cercare un più che mai necessario “punto d’equilibrio”. E’ in questo processo di rimescolamento ormai inevitabile che da parte dell’Occidente converrebbe mostrare il fianco migliore, posto gli sia concesso farlo considerando il debito morale che ha verso i risentiti paesi poveri (sembra un paradosso ma è così, almeno per certi versi. Magari non in assoluto, se la realtà è sempre più complessa di come la dipingiamo...). Ma la zuppa è sempre quella: ciascuno si sente detentore della “verità più vera” e quindi portatore di “valori più alti”. La mia presso che trascurabile opinione è che dovremmo avere l’intelligenza di educare lasciandoci educare: per quanto possibile dovremmo mettere a disposizione dei “nuovi barbari” i nostri migliori “strumenti di verità” e cercare d’individuare punti di contatto tra le diverse culture in via d’integrazione. Posto che il “Sé” di junghiana memoria rappresenti “il centro della croce”, punto d’intersezione tra coscienza e inconscio, a lungo andare l’orizzontale occidente e il verticale oriente, incrociandosi, potranno dar luogo a un equilibrio di ordine superiore all’insegna d’un rapporto interdipendente. Di “morti” sul terreno ne resteranno tanti, come in tutte le grandi fasi storiche di cambiamento, a riprova del fatto che ciascuno di noi rappresenta ben poca cosa. Ma il vero “nemico” sta forse nell’età del mondo: se i giovani sembrano più vecchi di chi li ha generati non è così improbabile capirne il motivo, dato che essi rappresentano il picco più alto dell’umanità portando in sé il bagaglio genetico ed esperienziale dei predecessori, dall’antichità più remota ad oggi. Il mondo è vecchio e malato per questioni (forse) relative allo squilibrio climatico e al progressivo sovraffollamento, per dirne un paio. Il mondo è vecchio perché tutto invecchia e non ci piove! Ma lottare si, è necessario! Per preparasi una “vecchiaia decorosa”. Come un vegliardo ritorna bambino, questa nostra età avanzata è caratterizzata anche da fanciullaggine: quella dei “nuovi barbari”, per l’appunto. ...Ora fatemi preparare la camicia estiva per domattina e il cappotto e la sciarpa da mettere in macchina, perché se le temperature si fanno progressivamente più calde, nei prossimi giorni rischieremo la Siberia!…E a causa dei problemi economici dovuti anche al clima si dice ci aspetti una crisi peggiore di quella del ’29, che consacrò Hitler leader della Germania post Weimar! Che sia una forma di terrorismo giornalistico di stampo politico, qualcuno si chiede? Tutto è possibile in questo “si salvi chi può” che ormai pare giustificare ogni forma di nefandezza. In ogni caso, già decenni fa si capiva che un certo equilibrio mondiale favorevole all’occidente non sarebbe potuto durare all’infinito. E forse il “medioevo” non è semplicemente “una fase dell’umanità” ormai superata da un’età più adulta ma “uno stato dell’essere”, che ci accompagna perennemente ma che riaffiora solo in determinate circostanze storiche, al di là dello sviluppo progressivo…


                                                                  Davide Crociati

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