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                                                                     Bellaria I. M., 26 Maggio 2022

 

Quadrato e Cerchio

 

«Il cerchio si illuse di essere quadrato, poi scoprì di essere un cerchio da sempre...» (D.C.)

 

...per un attimo lungo il percorso esistenziale mi sono illuso di essere una figura a quattro lati uguali e paralleli due a due, e dico illuso. Detto ciò, non posso che chiedermi con dolorosa esaltazione come si possa, oggi, chiedere a me di rinunciare ad essere la circonferenza che dopo un formidabile passaggio di verità so essere sempre stato?

Se accosto ciò che sono diventato o tornato ad essere (risvegliatomi dal torpore dell'immatura illusione) a ciò che (sbagliandomi) credevo di essere; se mi rendo conto che la farfalla era crisalide ma che allo stesso tempo la farfalla NON è (più) crisalide; chi può mai pretendere di farmi tornare bozzolo o di congelarmi in una improduttiva situazione di stallo spirituale ed evolutivo?

Credo che in tante situazioni ci sia sviluppo, in positivo o al contrario. Credo altresì che in molti casi esistano due processi paralleli strettamente collegati, uno evolutivo l'altro involutivo, i quali processi stanno tra loro in un rapporto inversamente proporzionale e sappiamo che la matematica non è esattamente un'opinione ad uso e consumo dei nostri miraggi spirituali e/o materiali. Le dinamiche della vita si svelano in progressione, attraverso le nebbie del tempo viene un momento in cui le cose si presentano con nitida chiarezza e per ciò che realmente sono, casi in cui diventa difficile tornare indietro poiché equivale a rientrare in una gabbia di incertezze (vera trappola per topi!) dopo avere conosciuto la libertà secondo natura, intesa come condizione ispirata dalle stesse leggi universali non necessariamente relegate dentro un alveo Super-Io, si trattasse anche di un'Istituzione religiosa. Dunque, quando improvvisamente scopriamo che la natura ha un'anima come possiamo accettare di regredire dentro una visione immanente della vita e tutto ciò che ne è emanazione?

Il matrimonio, per esempio: credo costituisca un grande valore solo nella misura in cui nel tempo non si svuoti della sostanza illusoria che abbia indotto un binomio o una componente di esso a usare l'Istituzione religiosa per alimentare l'autoinganno (che forse in quei casi rappresenta il vero tradimento). Ahimé, su questo tema c'è da aggiungere che nel campo dei sentimenti gli uomini sono portati a sbagliare con molta facilità: non essendo predisposti a partorire hanno le antenne maledettamente corte e la loro spregiudicatezza nel coinvolgere le speranzose, ignare donne altro non è che incoscienza foriera di insoddisfazioni, causa di rotture destabilizzanti e spesso dolorose, perlopiù inevitabili.

Fatta la premessa, credo che la più autentica Dea Ragione non sia esattamente quella dei boia giacobini, così come il vero Arcobaleno non è necessariamente quello degli gnostici amanti del «caos creativo» (utile solo a chi possiede i radar adeguati per orientarsi nel babelico, generale guazzabuglio). Non è quello di chi cerca maldestramente (verrebbe da dire stupidamente) di ricomporre in un unico essere androgino i generi maschile e femminile generatisi (secondo il pensiero gnostico) da un errore di Sophia, la Sapienza. Altresì, per eccedere pericolosamente nell'inganno, o nell'autoinganno, basta essere Pneumatici travestiti da Ilici, sapienti veri o presunti calati nella nuda terra dei ciechi materiali...

Detto della Dea Ragione e dell'Arcobaleno, la parola Tradimento non necessariamente dev'essere utilizzata per etichettare chi, giunto a un punto del proprio percorso evolutivo, si accorga di trovarsi su un sentiero impraticabile o, peggio, in un vicolo cieco privo di sbocchi e di luce o vera luce. Attraverso i termini e il significato loro attribuito (come, da chi o da che cosa sarebbe interessante verificarlo ogni volta, compito tutt'altro che facile!) è possibile definire una «realtà chiusa», ossia un contenitore valoriale paragonabile alla culla a cui il neonato difficilmente può sfuggire. Una culla piena di giocattoli che il bambino si ritrova a gestire in maniera elementare e circoscritta e che non ha potuto scegliere.

Per l'Istituzione religiosa del suo tempo traditore fu Galileo, che con le sue «bizzarre teorie» rischiava di destabilizzare il pensiero comune che la Chiesa cercava di difendere anche (o soprattutto) per tutelare se stessa e i propri interessi. Traditore fu Giordano Bruno, per i suoi presunti ricorsi alla magia e poiché osò «riflettere su Dio e l'infinito». Traditore fu Savonarola, che si permise di fustigare una Chiesa decadente e corrotta, così come traditrice fu Giovanna d'Arco per avere snobbato e umiliato il tenacissimo pensiero maschilista del suo tempo. Fermo restando che ogni vicenda ha una sua complessità e non sarebbe giusto liquidare quei fatti lontani con poche facili battute.

Per uscire dal contesto e avvicinarsi ai nostri giorni, traditori furono i fratelli Cervi che a parere dei «compagni» osarono assumere un atteggiamento troppo blando verso il nemico fascista. Cosicché furono i «compagni» stessi a tradire i sette giovani contadini, a posteriori super celebrati nelle scuole e sui media.

Oggi il «traditore della scienza» Montagnier è stato accompagnato a miglior vita con commenti inascoltabili, tipo: «la terra piatta ti sia lieve».

Diego Armando Maradona è reo di avere tradito gli «ideali» del Deep State USA, come ci racconta dettagliatamente Amodeo nel suo «Il DiegO rivoluzionario». Traditore «tollerato» da un mondo innamorato di lui per ciò che in quel momento rappresentava fu JFK, per i suoi ben noti rapporti con la finta bionda Marilyn Monroe e più in generale per la sua «aperta disposizione» verso il gentil sesso, con buona pace dell'affascinante moglie Jakline.

Oggi traditore è Vladimir Putin, che osa reagire verso bande neonaziste notoriamente inviate dagli Stati Uniti a spese del popolo ucraino che tutto avrebbe voluto tranne che una guerra devastante tra le mura di casa.

Facendo un passo indietro e cambiando completamente ambito, traditore fu il musicista Igor Stravinskij che nel 1913 all'Opéra di Parigi osò inondare di selvagge poliritmie e di dissonanze deliranti le orecchie e i cervelli di un pubblico impreparato e non ancora disposto a rinunciare a un «centro gravitazionale» stabile e rassicurante. Per rimanere nel campo della musica, con «Le nozze di figaro» Mozart tradì le aspettative dell'aristocrazia viennese ponendo al centro della storia un personaggio umile in omaggio al popolo e non certo ai governanti.

Secondo la visione cattolica traditore è il pensiero gnostico che ammette il male come «necessario»: la congiunzione degli estremi apre uno spiraglio a una dimensione altra nel cui ambito il peccato viene depotenziato al punto che ogni etica certezza rischia di venir meno. Per contro, la massoneria relega i cristiani alla stregua di fondamentalisti e quindi, va da sé, di «traditori della verità».

Durante la sua permanenza al dicastero degli interni Matteo Salvini si è speso in prima persona per arginare l'invasione di stranieri dall'Africa, per arginare quindi il traffico di esseri umani sostenuto tra gli altri dallo speculatore Soros, per la gioia della mafia nigeriana e nostrana. Per questo dalle élite mondialiste l'ex ministro è stato indicato come «traditore» degli ideali che stanno alla base del moderno settaggio geopolitico. Oggi lo stesso Salvini viene visto da alcuni come «traditore», ritrovandosi la Lega all'ombra di Draghi e di fianco alla Lamorgese che certamente ha assunto una linea opposta a quella dell'ex ministro in tema di migrazione clandestina.

Non parliamo delle fals flag, ossia delle operazioni sotto falsa bandiera che sicuramente non sono cessate con l'incendio del Reichstag del 27 febbraio 1933! Se il tradimento è la rottura della fiducia nei confronti di qualcuno o di una controparte, come potremmo non considerare tradimenti i numerosi inganni messi in atto dall'Occidente a trazione ango-americana (lo dico da occidentale) al fine di mutare gli scenari geopolitici? Di recente qualche giornalista si è spinto a dichiarare che «nell'arte del governare il tradimento non esiste», ciò che rende un'immagine torbida e forse in parte veritiera della politica di vertice (anche a livello nazionale nella misura in cui le infiltrazioni da oltreconfine rappresentano ormai la regola). Lo stesso dicasi per l'informazione ufficiale, che seguendo «fedelmente» la linea governativa sta tradendo i principi etici che dovrebbero reggere l'operato dei giornalisti: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure», proclama l'articolo 21 della Costituzione repubblicana. Ma l'informazione «di guerra» a reti unificate avviata da tempo e «legittimata» dalla guerra contro un virus di cui poco ancora sappiamo ha scardinato ogni certezza anche in materia giornalistica.

In ultimo, traditore è chi cerca pretesti intellettuali per porre sotto una luce filosofica le proprie «aspirazioni velleitarie», cercando in tali pretesti una giustificazione che possa rendere più mite il giudizio dell'opinione pubblica. Parimenti, traditore è chi tali argomenti li ha nel proprio bagaglio intellettuale e non fa nulla per esternarli, poiché la parte sana delle cose dette può essere utile a qualcuno (vuoi mai?).

 

                                                                           Davide Crociati

 

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