Bellaria Igea Marina, 18 Marzo 2018
LA PRESUNTA "EVOLUZIONE REGRESSIVA”
Confesso che a volte mi vengono i brividi quando sento affermare che “l'uomo è il peggiore degli animali”, perché pronunciare queste parole equivale a dire che la maggiore libertà di cui godiamo noi esseri razionali, rispetto alle altre creature viventi, è forse la principale causa dei problemi dell'intero pianeta...
Qui non ho certo la pretesa di dissertare su un argomento tanto complesso, e quelle che seguono non sono che riflessioni di una persona qualsiasi che non ama i luoghi comuni, spesso caratterizzati da superficialità e da comodo semplicismo (a buon mercato). Non sono, quindi, quelle che seguono, parole di uno scienziato o di un filosofo da sempre dedito allo studio approfondito di certe tematiche, ma solo e soltanto riflessioni scaturite dall'onesta osservazione di me stesso, in quanto essere appartenente a una determinata categoria animale.
Credo sia noto a tutti che Internet non rappresenti “il diavolo” solo perché qualcuno pensa di utilizzarla per fini pornografici o peggio, e se questa grande innovazione nasce per scopi militari, tuttavia oggi viene sfruttata in qualsiasi ambito (basti pensare alle possibilità offerte dalla rete alla causa medico-scientifica). Ma anche la natura umana offre un'ampia gamma di sfumature, e lo strumento cervello può essere utilizzato a fin di bene oppure no. L'agiografia ci racconta di conversioni clamorose, di spostamenti repentini dal segno negativo a quello positivo (o viceversa), di improvvise elaborazioni dall'esito fausto.
Se uomo e donna non sono “malvagi” in quanto tali, per quanto possano diventarlo per svariati motivi, talora insondabili, lo stesso vale per gli animali in genere. Viene anche il sospetto che il lupo cattivo delle favole rappresenti la parte oscura che c'è in noi, proiettata sul “povero animale” per poi ritornare al mittente, “purificata” dalla consapevolezza che anche la più feroce delle belve fa solo il suo mestiere, per ragioni di sopravvivenza. Con una cerca dose di ironia aggiungo che i nostri sensi di colpa ci inducono a cercare sottili stratagemmi per aggirare i “guardiani della morale”, ma a pensarci bene anche l'essere umano lotta per la propria vita, materiale o psicologica che sia.
Un'altra questione riguarda l'umiltà. E qui subito si pone un dubbio: siamo proprio sicuri, noi “eletti”, di essere in grado di intendere e di volere fino in fondo, tanto da poterci ritenere decisamente superiori alle altre creature viventi? O, piuttosto, facendo i dovuti rapporti e riducendo ai minimi termini la nostra vera natura, assomigliamo alquanto agli altri animali del pianeta?
Altra considerazione. Se è noto che sui social network si tende a umanizzare i nostri piccoli e pelosi compagni di viaggio per renderli simili o uguali all'uomo, è curioso che proprio chi attua questo “psicodramma” ritenga feroce la “categoria” di cui fa parte, che tanto affetto nutre per cani, gatti, topolini e via dicendo. Almeno in parte, le tante contraddizioni che caratterizzano la nostra natura possono derivare dall'impossibilità di afferrare la verità intera, ammesso esista una “verità assoluta”. La vita è dunque una sperimentazione continua, quitidiana, per cui l'errore è sempre dietro l'angolo (e dietro ogni angolo ce n'è subito un altro!). Se la verità sta nel mezzo è tuttavia difficile stabilire un centro che non sia parziale, poiché il “sistema di bilance” è praticamente infinito. Di cosa stiamo parlando, allora? Del lupo cattivo che c'è in noi e dell'animale feroce delle favole dentro cui alberga un'anima candida e gentile? Mi dispiace, ma l'ipotesi non regge. L'uomo è diventato cacciatore per sopravvivere e per difendersi da altri predatori: forse nella profondità della psiche umana noi e certi mostri preistorici abbiamo perso gli uni l'aspetto grottesco e la genialità rudimentale (nel costruire armi, ecc.), gli altri le terribili fauci e parte dell'aggressività che li caratterizzavano, diventando un'unica cosa per assumere contorni impalpabili e spesso indecifrabili. Nelle società civili l'uomo ha continuato a essere preda e cacciatore anche in una dimensione nuova, poiché la sua mente si è evoluta al punto da sapersi ricavare nascondigli invisibili per potervi celare fini non dichiarabili, se non al prezzo di dover rinunciare per via della forte quanto inevitabile competizione. L'uomo si è fatto via via più astuto, mentre gli altri esseri viventi sono rimasti a “livelli inferiori”, ciò che NON li rende necessariamente... migliori! Non un gioco di parole insulso o troppo facile, ma una considerazione seria e legittima. Credo.
Inoltre, che ne sarebbe di noi se improvvisamente il miagolante micetto di casa assumesse le proporzioni di una tigre? E se di punto in bianco il cagnolino che portiamo al guinzaglio diventasse simile a un leone, saremmo ancora propensi a infilargli amorevolmente la mano in bocca?... Certo, mi rendo conto che esiste un'altra questione di fondo: il rispetto dovuto a chi è più debole. Ma tale rispetto è destinato a tradursi in “patologia” nel momento in cui prende piede in noi una finta verità disegnata dal mal di vivere, dalla disperazione, e soprattutto quando tale pseudo-verità ci rende ossessivi e possessivi oltre il normale.
Davide Crociati
Spiaggia di Bellaria (Rn), 28 Gennaio 2017