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                                                                   Bellaria Igea Marina, 21 Agosto 2020

 

La schizofrenia distruttiva del pensiero gnostico

 

Un giornalista RAI intervistò P. su un lavoro di restauro realizzato nella Basilica di Desio. Ne fecero un servizio che venne trasmesso qualche giorno dopo nelle varie edizioni del TG1. Quando l'arguto artista brianzolo mi parlò di questo episodio con dovizia di particolari lo fece esprimendo meraviglia per come le sue parole erano state “cambiate” attraverso un abile lavoro di montaggio, al punto che secondo lui quanto aveva detto nell'intervista non si combinava più di tanto col “significato” che da quel servizio emergeva.

Tutto normale, ovviamente, e nulla da ridire sul lavoro svolto dai bravissimi operatori dell'emittente nazionale, tanto più che in quella circostanza specifica non si trattava di un argomento scabroso o particolarmente delicato. Non che io ricordi. Ma questo episodio fa capire come attraverso il mezzo televisivo sia possibile manipolare almeno parte della realtà ponendo l'accento solo su alcuni aspetti di una questione trattata, magari spostando il baricentro su una frase secondaria e di poco conto rendendola centrale a dispetto di parti più importanti/significative.

Se in riferimento al fatto sopracitato non c'è molto da dire, tuttavia il problema della manipolazione della verità attraverso un uso arbitrario dei mass media è serio. Non dimentichiamo che Mussolini considerava il cinema “un'arma più potente del cannone” e che Goebbels, padrone della stampa e del cinema nella Germania nazionalsocialista, in seguito ministro plenipotenziario per l'attuazione della guerra totale, ebbe un ruolo centrale nel diffondere idee razziste presso un popolo che aveva dato i natali a personaggi di altissimo spessore scientifico, artistico e intellettuale. Come sarebbe stato possibile tutto ciò se non utilizzando in modo scaltro e malvagio i mezzi di diffusione di idee ed emozioni?

Un chiaro esempio di manipolazione della verità ci viene offerto dal “giornalismo di guerra”. Tempo fa approdò alla “casa rossa” della città in cui vivo tale Ennio Remondino, inviato di guerra della tv di Stato diventato ancora più noto al grande pubblico per via dei suoi servizi periodici dalla martoriata ex Jugoslavia. La guerra in Iraq non era ancora scoppiata, ufficialmente la diplomazia lavorava febbrilmente per evitare il peggio. Ma il giornalista, che in quell'occasione era venuto per presentare il suo nuovo libro e che a suo dire aveva lavorato fianco a fianco coi colleghi americani, che su certe questioni la sapevano lunga, ci disse con certezza che quello sporco conflitto sarebbe scoppiato e quando avrebbe avuto inizio!

Che la storia venga scritta dai vincitori è cosa nota. Ma in condizioni normali, in un Paese normale, a distanza di molti decenni dovrebbe essere consentito rileggere gli accadimenti passati con un occhio diverso e più critico senza rischiare di essere presi a calci, cosa che invece accadde al buon Giampaolo Pansa in una festa dell'Unità alla quale il compianto intellettuale volle partecipare nella speranza di dare il suo prezioso contributo alla verità storica e, soprattutto, per cercare di indirizzare la sinistra del suo Paese su più giusti binari aiutandola a evolversi, a liberarsi da un'ideologia incancrenita, pur tuttavia senza perdere di vista la sua identità incentrata sulla difesa dei più deboli.

Non parliamo dell'indottrinamento dei giovani per mezzo di una miriade di libri scolastici assolutamente di parte, oggi innegabilmente ispirati al “progressismo neo-liberista” su temi come eutanasia e aborto, droga e divorzio, immigrazione di massa e sovranità nazionale (vorrei ricordare che sovranismo e nazionalismo sono due cose ben distinte!). Ne sono un chiarissimo esempio i testi di musica per la scuola secondaria di primo grado, dove in genere trovano risalto le gesta di Elvis the pelvis e dello smunto “premio Nobel” Bob Dilan, o quelle dei “luciferini” Rolling Stones e degli autori del “sottomarino giallo” (il cui significato è tutto un programma!). O, ancora, quelle dello “strafatto” Jimi Hendrix, ricordato per le sue ben note, ruffiane acrobazie chitarristiche ma anche per la sua dichiarata confidenza con gli stupefacenti. Ben poco, invece, viene scritto su autori d'immenso valore come Ennio Morricone, personaggio tutt'altro che di destra poiché nel 2007 partecipò alle primarie del Partito Democratico (lista Veltroni), il cui lavoro a volte può avere una valenza politica - mai ideologica - ma il cui livello artigianale e artistico è indiscutibile e permette di mettere al centro la “neutralità” della grande architettura musicale, che nel suo caso prende vita da una riuscitissima sintesi tra generi diversi e diversi periodi storici, all'insegna di uno stile inconfondibile e vincente, tra le altre cose caratterizzato da un uso frequente della quadriade di quarta specie dal sapore poetico e direi “magico”. Prendiamo come esempio una musica che tutti conosciamo e apprezziamo: la composizione centrale della colonna sonora del film “Metti una sera a cena”. Essa ci parla di “serialità” in una dimensione minimalista (si tratta di appena tre note ripetute) ma dentro un contesto tonale dagli sviluppi armonici assolutamente interessanti, il tutto condito da un ritmo di Bossa Nova che ci mantiene in una bolla di leggerezza, mai di frivolezza. Sarebbe bene ricordare che si può essere “leggeri” senza per questo doversi abbandonare alla volgarità, cosa che oggi ai più appare abbastanza improbabile se si considera quanto ci viene ostinatamente propinato dai soliti mass media, dietro ai quali non c'è neppure l'ultimo dei Padri Eterni. Prova ne è il rock più trasgressivo - alquanto sostenuto da una pubblicità senza bandiera - coi suoi “messaggi al contrario” che sembrano giochetti per adolescenti ma che in realtà sono di vera natura massonica. E la massoneria gode nel “dire e non dire”, nel far trapelare vaghi frammenti di una verità inconfessabile e la cui natura impone venga solo lontanamente intuita dalle persone semplici. Forse il “potere occulto” vuole crearsi un alibi (nascondere del tutto le verità potrebbe apparire esagerato persino agli “Iniziati”) o magari aspira solo a soddisfare quel certo sadismo sottile e strisciante che gli è proprio. Probabilmente sono vere entrambe le cose. Tornando ai “messaggi al contrario”, che si tratti di un vecchio vizio lo testimonierebbe, per la verità a non chiarissime lettere, il triste caso dell'Enola Gay, nome che letto al contrario qualcuno ritiene significhi “Jahvé è il solo Dio” (Ya. G. Alone). Ognuno la pensi come vuole...

Del resto, si sa, nell'ombra c'è chi mira ai giovani. C'è chi prova a sedurli in tutti i modi senza che ne siano consapevoli. Lo fanno usando la semplicità della colomba e allo stesso tempo la prudenza del serpente. Spesso questi manipolatori di coscienze in erba - non riesco a definirli altrimenti - fanno leva sul candore giovanile e sull'incapacità di affrontare in modo realistico temi come la comprensione, la tolleranza o l'ecologia. In sostanza, suscitando quelle idee che dovrebbero far evolvere la coscienza umana ma che in realtà vengono usate e diffuse per intorbidire le acque della ragione e per avere campo libero nello sviluppo di “progetti oscuri” le cui prime vittime designate sono proprio i giovani e gli indifesi in genere. E allora parole-chiave come umanità, retti valori, giusti principi, giusta scelta, pace, solidarietà e molte altre hanno lo scopo di far sì che nessuno si senta motivato a cercare verità invisibili opponendosi ad entità fantasma che forse manco ci sono, ritenendo che in fondo il mondo sia proteso nella giusta direzione nonostante tutti i suoi guai. E allora spesso vengono considerati sufficienti i guaiti di una Greta Tunberg qualunque, messa lì per la sua condizione fisica un po' così. Chiaro come il sole che la poverina dev'essere la versione antropomorfa del mondo malato (se questa non è una cosa studiata a tavolino ditemi voi).

Come ho detto in altre circostanze gl'imput di natura gnostico-sincretistica giungono dalle aree più recondite di un diffusissimo sistema planetario e i “poteri”, dall'alta finanza e giù a scendere, hanno la funzione di applicare fedelmente i dettami dei cosiddetti “Maghi”, che di quel sistema costituito da molte entità ma con un solo centro che definirei senza mezzi termini “ideologico” rappresentano il cervello. Eccoli, dunque, i cosiddetti “poteri forti” che secondo alcuni sono soltanto frutto di fantasie malate. Eccole le forze occulte che non vogliono sostituirsi alle Istituzioni ma che ad esse cercano di “sovrapporsi” in modo camaleontico (è un classico della massoneria in genere), per svuotarle dal loro interno con un'azione continua e inesorabile e con pazienza certosina. Non è forse quello che sta facendo Bergoglio coi Sacramenti? E le famose ONG non sono che uno degli strumenti “visibili” di cui i potenti della terra si servono per introdursi all'interno degli Stati scavalcandone i confini al fine di impossessarsi del loro territorio culturale e religioso (giusto per cominciare). Soltanto Soros ne possiede una miriade. Ufficialmente sono nate per promuovere la sanità pubblica, la giustizia, i media indipendenti e l'istruzione. Già, l'istruzione... Peccato che il magnate ungherese con serie pendenze a carico in diversi Paesi, amico della Bonino (forse anche per questo cacciata dal Partito Radicale?) abbia versato milioni di dollari alla “Fondazione per la politica della droga”, il cui fine è quello di liberalizzare la marijuana e non solo (perché, si sa, da cosa nasce cosa). Dunque per Soros e chi come lui istruzione e droga libera sono conciliabili? Entro breve, nei cartoni animati della Walt Disney, fondata dall'omonimo “massone”, vedremo Topolino assumere degli allegri allucinogeni e qui quo qua alle prese col loro primo “innocente” spinello sotto gli occhi divertiti di zio Paperino e con la compiacenza di sua maestà Paperon de' Paperoni? Dobbiamo aspettarcelo! Potenza della dottrina gnostica, che se da una parte invita a sorridere e a parlare di pace, dall'altra uccide la volontà dei popoli con gli stupefacenti e con lo sfaldamento o lo snaturamento delle famiglie, quindi con la contrazione demografica e con l'immigrazione di massa, disordinata e indiscriminata, in tal modo rendendo gli Stati più vulnerabili e ponendo una di fronte all'altra civiltà dalla radice monoteistica, ma diametralmente opposte e non solo dal punto di vista della fede religiosa e dei valori che immancabilmente ne derivano.

Ora, se “in un contesto democratico gli opposti sono necessari”, come ci ha opportunamente ricordato il comunista Rizzo a “Stasera Italia”, tuttavia il problema si pone in tutta la sua drammaticità quando poli contrari e coincidenti diventano espressione di una “schizofrenia non creativa” e diretta a manipolare la società per fini tutt'altro che patriottici o filantropici, se non solo in apparenza (poiché “Satana” - poco importa che sia inteso o meno come entità reale - non vuole mostrare il suo vero volto: chi non lo eviterebbe?). E quando si parla di manipolazioni credo sia il caso di troppa stampa e televisione (anche/soprattutto di quella leggera), di troppo cinema, di troppa letteratura e di tantissima musichetta costruita ad hoc per illudere gli stolti, i quali credono di far parte di una “tribù” (ahimé senza identità!) e che in genere sono più propensi a muovere le gambe che il cervello. E di ballerini dalle gambe sciolte ce ne saranno stati anche sul Titanic, mentre l'iceberg si avvicinava pericolosamente. Gli orchestrali si preoccupavano di non fare errori tecnici o di rendere più suadenti le loro note, davanti a un pubblico inebriato di champagne e impegnato a mostrare atteggiamenti civettuoli, ben lontano dall'immaginare la drammatica realtà che si approssimava ad ampie falcate nell'oscurità della notte gelida sull'oceano silenzioso, in quel lontano Aprile del 1912 (quasi una metafora della tragedia di ben più vaste proporzioni che si andava profilando e che probabilmente era già stata disegnata da qualche “Architetto senza volto”).

 

                                                                  Davide Crociati

 

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