Bellaria, 23 Settembre 2006
Pupe e secchioni,
ovvero "dell'equilibrio"
Trovo commovente il tentativo Mediaset di cercare spasmodicamente, attraverso l'uso ormai collaudato del solito potente mezzo televisivo, un
improbabile punto d'equilibrio tra "secchioni" cosiddetti, che personalmente avrei preferito definire semplicemente "coglioni" (non me ne voglia l'ex Presidente del Consiglio) e "pupe" che, forse,
non sbagliando del tutto, avrei definito "pupattole"... Riguardo ai "coglioni", del resto, gli stessi protagonisti maschili sembrano accettare un ruolo attraverso il quale si intende stigmatizzare
con chiara evidenza tutti coloro che non appartengono alla sfera del futile e dell' immagine fine a se stessa, utilizzando personaggi "secchioni" a cui manca quel quid che potrebbe farne degli
intellettuali sufficientemente credibili. Lo si fa quindi utilizzando personaggi (simpaticissimi, per carità, e sicuramente dotati di qualche capacità) che in fin dei conti dichiarano la loro
alleanza con quel mondo fatto di arroganti sculettatori e di vane parole elevate a "verità sacrosante" che caratterizzano ormai troppa parte dei palinsesti televisivi... Riguardo alle "pupattole",
non dispiace che per una sottile forma di par condicio quasi si goda a rimarcarne l'assenza di sapere (che definire "strabiliante" è del tutto eufemistico). Ma il migliore messaggio che si può trarre
dalla trasmissione è che le contrapposizioni di cultura (d'origine fanciullesco-affettiva?) non sono che sbilanciamenti improduttivi che alla fine portano solo e semplicemente al ridicolo, per la
gioia di chi in giuria ama mostrarsi al pubblico in studio e soprattutto a quello televisivo, cioè a noi, soliti destinatari di sciocchezzuole inaudite (anzi auditissime, e scusate l'italiano
ignobile). Così come i crociati non sculettavano su un piedistallo per contribuire alla riuscita d'una pubblicità un po' stronza (scusate, ve ne prego!), poiché invece mozzavano le braccia armate dei
loro nemici dalla pelle bruna (ora direte che sono un razzista ma è esattamente il contrario), i veri intellettuali difficilmente sono disposti ad assumere atteggiamenti "velineschi" (ormai i
neologismi si sprecano!): ce lo vedreste, voi, un Giuliano Ferrara in tenuta da pugile che cercasse disperatamente di limitare i danni d'immagine scazzottando a vuoto con una minuscola "pera"? Ce lo
vedreste Bruno Vespa in pantaloncini corti alle prese con una cordicella davanti al "distruttore di computer" in perfetta tenuta (lui si!) "giacca blu e cravatta"? Ce lo vedreste Emilio Fede
impegnato in una capriola sotto gli occhi delle sue splendide collaboratrici del Tg4 (beh, forse questo...)? E un Gad Lerner, un Santoro o un qualsiasi altro personaggio di livello, ce li vedreste
alle prese con "pupattole" miagolanti per riceverne in cambio un bacetto (beh, perché no)?... Ancora. Una Cesara Buonamici potrebbe mai fare la "pupattola"? Del resto fra le donne affascinanti della
tv ci sono lei e poche altre... Non risulta a nessuno, credo, che la conduttrice del Tg5 abbia mai fatto domande all'inviato di turno a Beirut pensando di essere collegata con l'Iran o con l'Egitto,
o addirittura con Israele! Ma c'è poco da ridere con quello che succede in quei posti e per questo chiedo scusa. Dico io, perché si lavora di fino per trasformare gocce d'acqua mosse dal vento in
spermatozoi solo per pubblicizzare una pur bella macchina? Abbiamo bisogno di queste raffinate meschinità per penetrare nei cervelli? Non è mica tanto un pensare positivo, questo, se nell'assurda
lotta tra proponenti e potenziali acquirenti si cerca sempre di scavalcare le coscienze di questi ultimi , che evidentemente sono visti solo come... "macchine" pronte a reagire di scatto agli impulsi
ricevuti dai manovratori! Va bene che questa società ricorda quella romano-barbarica di medievale memoria, e che da esseri in fondo ancora primitivi quali siamo (non facciamoci troppe illusioni che
le cose stiano diversamente) non si può pretendere nulla se non di saper arraffare l'arraffabile per arricchire la nostra tribù e, perché no, dato che ci siamo, anche la nostra tana personale. Ma
santo Iddio, semplificando ai minimi termini, eliminando tutte le sovrastrutture, alla fine rimane sempre la solita, deprimente scimmia?... Ci sono voluti massacri indicibili per togliere i
parrucconi dalle teste aristocratiche e ci ritrovimo al punto di partenza? Il "castello televisivo" ha ancora bisogno di giullari e di danzatrici pronte a obbedire agli ordini dei loro pigmalioni?...
Il vulgo fa ancora paura, credetemi, nonostante l'aomizzazione della società: meglio cercare di ripristinare un po' di valori basati su qualità autentiche…
Davide Crociati