Bellaria Igea Marina, 10 Agosto 2023
L'elogio dello squalo tigre
Come non accorgersi di ciò che sta accadendo al mondo e dello scempio che dalle stanze dei bottoni si sta compiendo dal punto di vista delle fake e delle sotto-informazioni (destinate ai Google/Social dipendenti)? Un argomento già ampiamente introdotto e solo in parte sviluppato in mie precedenti riflessioni, ma che ritengo valga la pena riprendere poiché l'azione perversa dell'oligarchia dominante di stampo darwiniano e malthusiano, ormai operante a viso scoperto e totalmente priva di scrupoli, tutta protesa ad accelerare una selezione «innaturale» della specie umana non basata sull'intelligenza quanto piuttosto sull'arroganza, non accenna a rallentare la sua azione distruttiva verso l'umanità inerme, o verso tutti coloro (la stragrande maggioranza) che oggi soffrono o che soffriranno allorché il loro contributo più o meno inconsapevole alla causa «mondialista» verrà ritenuto inutile.
Oggi cercavo una GIF sotto la voce «concerto» e mi aspettavo ingenuamente di trovare varie ensemble con archi, fiati, percussioni e pianoforte. A parte qualche immagine un po' così di violinisti all'opera, non ho potuto far altro che constatare il degrado estetico e intellettivo imposto ai più, nel caso specifico sotto forma di immagini in movimento che mostrano poveri esseri umani (giovani e non) che si dimenano senza dignità all'interno di una moltitudine tribale, tristemente omologata, in chiaro stato di alterazione psichica, banalmente chiassosa e illuminata da luci stroboscopiche che senza pietà impongono agli ignari l'interiorizzazione di suoni e ritmi incalzanti il cui scopo evidente (almeno per chi è del mestiere e, va sottolineato, è intellettualmente onesto) è quello di irretire gli stolti, gran parte dei quali adornati in ogni parte del corpo con tatuaggi, orecchini e piercing (cosa c'è di naturale in questo?). È anche così che i sedicenti semidei dei giorni nostri incanalano il gregge umano per dirigerlo verso territori babelici dove regnano angoscia e instabilità, confusione e omologazione utili solo a chi può trarre beneficio economico portando nuova linfa ad antiche ideologie luciferine, senza confini e senza valori. Ma la gente perlopiù non capisce. O forse ha sentore che qualcosa non stia andando per il verso giusto e malgrado ciò preferisce coltivare il proprio orto, forse un po' egoisticamente. Un orticello destinato comunque ad assottigliarsi progressivamente per effetto di un «clima impazzito» (devono ancora spiegarci che cosa si celi dietro le cosiddette «scie chimiche» tuttora coperte da segreto militare, come lo sono certi «sieri magici» che tante sventure stanno causando e nessuno sa quali altre conseguenze potranno determinare in futuro!).
Finora ho illustrato pochi particolari di un quadro ben più ampio e drammatico. Come dicevo nell'introduzione, l'informazione farlocca e fuorviante che ormai copre ogni angolo della nostra vuota curiosità è parte integrante di un processo «innaturale» di regressione mentale che attacca il pensiero logico e apre ampi spazi a nuove forme di pensiero magico. Chi è più attento alle dinamiche antropologiche del mondo moderno ha infatti la sensazione che negli ambiti pseudo-scientifico, economico, filosofico, psicologico, pedagogico, artistico, ecc., la prestidigitazione più sofisticata sia diventata uno strumento di lotta essenziale. Quando parlo di «lotta» mi riferisco a quella tra due opposti in realtà incongiungibili, se non all'interno di una visione unilaterale ed opportunistica (propria dell'alta massoneria internazionale, checché se ne dica!). Infatti, il bene e il male diventano «opposti inconciliabili» nel momento in cui si esce dalla logica massonica del bipensiero orwelliano, secondo cui è possibile ed anzi «necessario» accogliere simultaneamente nella propria mente due opinioni tra loro contrastanti, accettandole entrambe. In effetti, come fidarsi di chi in maniera insistente parla di «bene comune» al solo scopo di ordire trame sotterranee per togliere il terreno sotto i piedi a un popolo pressoché inerme, spaesato e spaventato anche a causa di un'azione incessante il cui obiettivo è creare condizioni babeliche fino al punto di non ritorno? Possono le sole parole costituire una garanzia di verità? No, sappiamo bene che non è così. Non è così da sempre, poiché inganni e complotti sono sempre esistiti e sempre esisteranno (con buona pace della CIA, che impose l'etichetta di «complottisti» a certi giornalisti un po' troppo agguerriti che volevano far luce sull'omicidio di JFK). Ma neppure gli «inganni» hanno tutti la stessa valenza, poiché se il medico nasconde la verità o parte di essa a un paziente senza speranze di sopravvivenza può anche unire inganno a verità, laddove per «verità» si intenda la consapevolezza che la speranza può aiutare a sopportare meglio il dolore fisico e mentale, in certi casi con risultati sorprendenti (in senso positivo). Ben diverso è l'inganno di chi sa di ingannare per fini tutt'altro che filantropici, per esempio di chi propone una «soluzione» in nome della scienza al solo scopo di nascondere interessi economici e/o di altro tipo a danno della comunità.
Perché nei cervelli subentri uno stato confusionale, anche e forse soprattutto dal punto di vista etico, si sta dunque facendo amplissimo uso di informazioni false o dall'interpretazione ambigua, posto che l'ambiguità rappresenti un terreno fertile su cui costruire edifici senza fondamenta o su fondamenta fradicie, pensieri basati sull'assenza di valori, promesse da marinaio e assiomi imposti per legge da fuorilegge honoris causa in doppiopetto a auto blu (con scorta).
Tornando al quotidiano, già da un po' le info di Google propongono articoletti a «protezione» dei famelici squali tigre, o bianchi che si voglia, purché di animali feroci si tratti. Il nuovo mantra deve servire a inculcare nella mente dei cittadini la convinzione che i predatori del mare (o i predatori tout court) siano parte di un equilibrio naturale e che quindi vadano visti con occhi diversi e più benevoli. Nell'ultimo articolo che ho letto un uomo libera uno squalo rimasto impigliato in un amo e pare che l'animale abbia mostrato riconoscenza verso il suo salvatore. Morale della favola: anche gli squali hanno un'anima. Morale sottinteso: anche i «feroci oligarchi» hanno un cuore e meritano comprensione. Hanno forse bisogno di auto-tranquillizzarsi?... Per chi ha individuato il modus operandi dell'oligarchia globalista (quella che ormai a carte scoperte ci sta portando «dolcemente» al macello, e per qualche tempo sarà così nonostante qualcuno dica che la globalizzazione è fallita e non solo per via del BRICS), chi propone tali articoli lo fa col chiaro intento di sovrapporre gli squali marini a quelli terreni, ovvero a quegli esseri umani che per il solo fatto di detenere un potere esorbitante (economico, tecnologico, ecc.) si sentono autorizzati ad addentare e a inghiottire i propri simili, in un terribile gioco antropofogico che di naturale sembra avere ben poco, poiché apre la strada a uno scenario apocalittico (per capirlo non servono scienza o fantascienza) che porterà la natura a distruggere se stessa se nessuno farà nulla per ostacolare questo processo insano.
Come dicevo, in un articolo precedente si sottolineava il fatto che i predatori del mare contribuiscono al mantenimento dell'equilibrio naturale. E sia, ma fino a prova contraria l'essere umano è superiore alle altre creature viventi, perché è in grado di riflettere su se stesso, di scrivere poesie e sinfonie, di realizzare opere monumentali, di andare sulla Luna e di mirare a Marte e chissà a cos'altro ancora. È in grado, l'essere umano, di scrivere Costituzioni e di produrre leggi a difesa dei più deboli (a volte solo sulla carta), nonché di fare viaggi dentro la propria anima e non mi risulta che uno squalo tigre costruisca sale operatorie o aerei di linea con cui attraversare terre e oceani. Non costruisce scuole, e qualcuno potrebbe obiettare che gli animali «inferiori» non ne hanno bisogno ed è vero. Ma l'uomo può fare a meno della scuola? Forse una volta, anche quando (come dice Schwab) si arrivò all'interazione tra uomo e animale all'inizio di una precedente rivoluzione sociale e antropologica. Sono, forse, gli oligarchi che ci governano, ciechi e ignoranti al punto da potersi sostituire impunemente a tigri, leoni, coccodrilli e scarafaggi? In realtà i nuovi apprendisti stregoni cercano in tutti i modi di trascinare l'uomo meno fortunato o magari meno intrallazzato al livello dei cosiddetti animali, per il semplice fatto che un essere «semplice» può stare chiuso in una gabbia senza che noi umani ci si debba scandalizzare, o non più di tanto. Anche solo per dare spettacolo (giardini zoologici, circhi equestri, ...).
È pur vero che lo spettro dell'umanità comprende sia entità sopraffini che esseri ben poco evoluti, ma tutti sono parte di una stessa Specie e la cultura e l'affetto dei propri simili possono produrre effetti straordinari su chi è in difficoltà o in chi subisce qualche tipo di inferiorità più o meno acquisita...
Come recita l'Articolo 8a della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale «La sperimentazione animale che implica una sofferenza fisica e psichica è incompatibile con i diritti dell'animale sia che si tratti di una sperimentazione medica, scientifica, commerciale, sia di ogni altra forma di sperimentazione». Se consideriamo quanto successo in fase pandemica, come la mettiamo col TSO nei fatti imposto a studenti e lavoratori, a persone già fragili di per sé e a donne in gravidanza, pena l'emarginazione sociale, la perdita del lavoro, ecc.? Eppure questa sperimentazione mascherata da «trattamento medico necessario» (secondo eminenti scienziati sarebbe bastato seguire il protocollo adottato in casi precedenti di Sars per evitare il sovraffollamento dei nosocomi e tanti decessi dovuti a terapie sbagliate o negate), fatta su uomini e donne d'ogni età, bambini piccoli compresi, ha causato e causerà morti e sofferenze, poiché oggi le testimonianze sono davvero tante! A un noto giornalista, intervenuto a Bellaria per presentare un suo nuovo libro, ho riferito di decessi e di situazioni più o meno gravi conseguenti all'inoculazione di «certe sostanze» non a caso coperte da segreto militare (esattamente come le scie chimiche, come si diceva, che da decenni rigano i nostri cieli chissà per quale motivo - posto ce ne sia uno solo - e con quali costi). Casi di cui sono a conoscenza. Lo stesso personaggio ha definito «schifosi» questi farmaci anti-pandemici. Gli ho voluto riferire di un paese dell'agrigentino che ha conosciuto eventi di morte improvvisa (e non solo) forse conseguenti alla cura sperimentale che tanto ha fatto guadagnare le grandi case farmaceutiche internazionali.
«I diritti dell'animale devono essere difesi dalla legge come i diritti dell'uomo (Art. 14b della suddetta Dichiarazione». Allo stato attuale non risulta che i diritti dell'uomo vengano rispettati, nonostante l'Articolo 1 del codice di Norimberga imponga di non scavalcare il «consenso volontario» in caso di sperimentazione medica. Testualmente, l'Articolo recita così: «Il consenso volontario è assolutamente essenziale. Ciò significa che la persona interessata debba avere capacità legale di esprimere il consenso; che essa sia nella condizione di poter esercitare un libero potere decisionale senza che si intervenga con la forza, con la frode, con l'inganno, con minacce o esagerando con qualsiasi forma di vincolo o coercizione; che essa abbia sufficiente conoscenza e comprensione degli elementi coinvolti nello studio, tali da permettere una decisione consapevole e ragionata. Questo ultimo elemento fa si che prima che il soggetto decida affermativamente sia informato circa la natura, la durata, lo scopo della sperimentazione, nonché dei metodi con cui verrà condotta, qualsiasi disagio o pericolo potenziale ed i possibili effetti sulla salute che potrebbero derivare dal partecipare alla sperimentazione. Il dovere e la responsabilità di accertare la bontà del consenso rimane in capo alla persona che avvia o dirige la sperimentazione. Questo è un dovere personale ed una responsabilità che non possono essere delegate impunemente».
Al Processo di Norimberga le sperimentazioni nei campi di sterminio da parte dei medici nazisti (anche quelli erano dottori e pare che Mengele fosse perfino molto preparato e apprezzato a livello internazionale!) furono condannate come crimini contro l'umanità. A sentenze eseguite vogliamo dunque annullare i principi che stavano alla base dello storico Processo?
Detto con grande chiarezza, alla luce di certi fatti il dubbio è che si cerchi di riabilitare gli «squali nazisti» assumendo come pretesto il mantenimento di un «equilibrio naturale» (vero o presunto) nell'ambito del quale pesce uccide pesce/altro animale, uomo compreso. Inverosimile? La banalità del male è qualcosa di cui l'umanità ha già fatto esperienza e il fenomeno dei corsi e ricorsi storici non può lasciare tranquilli. Mai. Grandi personaggi come il compianto Sandro Pertini non perdevano occasione per ribadire che la democrazia (quella vera, quella «meno peggiore») non è mai una conquista definitiva. Parlo al passato poiché oggi nessuno più sembra apprezzare il pluralismo democratico con tutti i suoi limiti evidenti e umanamente comprensibili.
Allora chiediamoci perché tanta informazione parzialmente vera o sedicente ci viene oggi somministrata seguendo modalità inedite: un titolo sibillino introduce all'articolo che si rivela regolarmente odisseico, un articolo fatto di ripetizioni a oltranza, sino alla noia (o alla rinuncia ad arrivare al dunque, posto ci sia un dunque cui arrivare). Il risultato è che la mente si ottunde e rimane la sgradevole sensazione di essere presi in in giro. Di questo passo andrà tutto bene? Davvero è tutto normale? O effettivamente c'è dietro qualcosa di molto strano, di inquietante? Certo, si potrebbe obiettare che nessuno ci obbliga a tenere gli occhi fissi sul cellulare o sul computer per leggere decine di scemenze mischiate a fatti tragici e a puro terrorismo mediatico (sul clima, su possibili conflitti nucleari e via dicendo). Ma, inutile negarlo, sappiamo come vanno le cose se da decenni sopportiamo una montagna di tv spazzatura, di cinema propagandistico, di musichette per mezzo delle quali filtrano messaggi luciferini (dicasi nulla valoriale), se anche nelle scuole si regge il moccolo al «resiliente» Schwab sostenendo i principi dell'Agenda 2030. «Quanto detto, insieme alla facilità nel reperimento e nell'utilizzo di nuovi strumenti tecnologici dagli effetti mortali, dimostra come la quarta rivoluzione industriale sia in grado di fornire agli individui modalità innovative per nuocere agli altri. Ciò naturalmente genera una diffusa sensazione di vulnerabilità». («La quarta rivoluzione industriale» di Klaus Schwab, pag. 106). Sempre da «La quarta rivoluzione industriale» (Pag. 204): «Cambiamento n.22 – «La creazione di esseri umani. Conseguenze negative: rischi di interazione tra piante e animali creati geneticamente e la salute delle persone e dell'ambiente; maggiori disuguaglianze a causa degli alti costi per usufruire delle terapie; uso improprio delle informazioni genetiche da parte di governi e istituzioni; mancanza di consenso a livello internazionale relativamente a un uso delle tecnologie per l'editing dei geni che sia giusto in termini etici». Ma nelle scuole non si festeggiava la giornata della memoria? Abbiamo dimenticato come «ragionavano» i nazisti?... Oggi si parla molto di OGM. Gli Organismi Geneticamente Modificati possono compromettere l'equilibrio ambientale, oltretutto già precario, portando le specie selvatiche presenti in un determinato ambiente a elidersi tra loro.
Ho voluto porre il focus su alcuni passi del libro di Schwab dai quali si evince la pericolosità del processo in corso. Ho trascurato volutamente altri aspetti considerati «positivi» dall'autore, che tuttavia non possono recare conforto visti i risultati che già emergono e che ci stanno condizionando l'esistenza, non credo in meglio.
Ma una cosa non possiamo farla passare sotto traccia: per arrivare a quei «risultati» che sistemi usano? L'informazione come strumento di disinformazione e d'inganno? Il ricatto (se non ti inoculi il farmaco sperimentale perdi il lavoro e vieni emarginato)? Un conflitto come quello iniziato nel 2014 in Ucraina, così ben analizzato dal compianto Giulietto Chiesa? La guerra batteriologica? Il sospetto che quest'ultima pandemia sia stata voluta per riorganizzare la società secondo nuovi parametri giuridici, economici e valoriali è legittimo, checché ne dicano esperti veri o sedicenti ai quali stranamente è stata data ampia risonanza nonostante fossero perfetti sconosciuti, mentre non si contano le parole ingiuriose spese all'indirizzo di eminenti personalità della scienza poiché il loro parere andava controcorrente, o forse più precisamente non collimava con gli interessi esorbitanti di Big Pharma e di un intero Sistema-Impero planetario tanto finanziario quanto ideologico (non dimentichiamo il «caso Mattei» e le celeberrime «sette sorelle»).
Mi riservo di tornare in riflessioni successive sull'informazione farlocca e su quella congegnata per mortificare i cervelli, proprie di questo step preparativo ad «altro di peggio». Fino alla famosa prova contraria di cui al momento non c'è traccia. Il timore è che oltre il punto di non ritorno (Alea iacta est) di prove contrarie non ne arriveranno. Quindi, se ci si basa sui dati di fatto il dubbio che la «nuova realtà» non potrà che attestarsi su valori etici bassissimi è forte e legittimo.
Theodore Levitt, colui che nei primi anni 80 ha divulgato il termine «globalizzazione» - già preesistente prima che apparisse pubblicamente, nel 1983 - era un teorico e docente di marketing (non un esperto di etica). Se in nome dell'unificazione dei mercati a livello planetario si mira a unificare tutto, anche il modo di pensare, e se per raggiungere questo scopo si usano tutti i mezzi compresa ovviamente l'informazione, non è così difficile capire che i singoli individui dovranno rinunciare alla propria complessità per entrare a far parte di una moltitudine al di sopra della quale qualcuno ne regolerà comunque la vita immettendo in rete quantità di informazioni (anche false), miranti a raggiungere lo scopo primario, ossia l'omologazione in ogni ambito della sfera sociale. Non è difficile capire che i padroni dell'esistenza altrui lo faranno, e già lo fanno da tempo, senza dover rendere conto di alcunché al «gregge» inerme la cui depersonalizzazione progressiva, come in altri disturbi dissociativi, porterà i singoli individui a cader preda di problemi psicologici più o meno seri a cominciare dalla sgradevole sensazione di vuoto interiore, in una sorta di anestesia che porta a perdere la percezione di tempo e spazio. Sentendosi le persone derealizzate estranee a se stesse, ed essendo quindi soggette ad ansia, attacchi di panico e depressione, tenderanno evidentemente a trovare rifugio in luoghi angusti offerti gentilmente dal Sistema (autentiche caverne di Platone dentro le quali sarà possibile vedere soltanto le ombre di una realtà perduta). E quali riferimenti potrà mai offrire un'organizzazione planetaria attraverso la quale si vuol togliere certezze ai singoli per favorire una collettività graniticamente vincolata in tutto e per tutto alle volontà di quest'oligarchia tra i cui propositi c'è la dichiarata volontà di aprire le grate del buonsenso a un mondo chimerico fatto di mostri non più immaginari, in una nuova realtà basata su insane utopie? Lo scopo di tanta follia? A mio avviso risiede nell'antico desiderio di annullare i Testi Sacri per dimostrare a un universo insensibile che non esistono colpe bensì «fenomeni», analizzabili unicamente nell'ottica di una materialistica possibilità: quella di poter effettivamente apportare cambiamenti nella natura in conformità alla volontà di pochi «illuminati», per lasciare ai subordinati una fatalistica rassegnazione, triste volto coperto dalla maschera della resilienza (se con tale termine non intendiamo la capacità di adattarsi alle situazioni anche meno favorevoli bensì la «necessità» di adeguarsi a qualcosa di più forte situato al di sopra della natura stessa, follia delle follie).
Confesso che la visione de «Il signor diavolo» di Pupi Avati ha destato in me un senso di profonda tristezza e inquietudine, poiché dietro il velo di credenze ancestrali e di sadismo rurale alla Eraldo Baldini credo di avere colto un messaggio (involontario?) dell'autore, lanciato indirettamente dalle roccaforti di un progressismo ancora sognante: quello che, al di là delle credenze, non è il caso di scherzare con il creato col rischio concreto di generare nuovi mostri in un processo senza ritorno.
Davide Crociati