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                                                                               Bellaria I.M., 12-07-1028

 

Realtà e Percezione

 

Come volevasi dimostrare, ora con questa storiella della “realtà” e della “percezione” abbiamo la prova provata che ci stanno prendendo letteralmente per scemi, per cui è più che giusto prenderne atto per poi fare tutte le considerazioni necessarie nel momento in cui saremo chiamati alle urne...

In riferimento alla migrazione di massa ve lo dico io perché c'è una distanza tra i numeri definiti reali e la percezione della cosiddetta gente comune. Ve lo dico per dare una mano a chi non sa/vuole capire. Lo faccio mettendo nero su bianco una previsione tutt'altro che campata per aria (davvero non si capisce perché certi sedicenti intelligentoni non sappiano elaborarla in modo autonomo: forse non vogliono?).

Ciascun essere umano è un po' come un computer e ogni computer elabora dati. Cosa credete che preoccupi la gente di strada se non il rischio che l'Italia possa africanizzarsi più velocemente del previsto per effetto di un fenomeno che tutto è tranne che poco inquietante? Oggi i numeri sono relativamente esigui, ma domani? Dopo domani? Tra dieci anni? Tra vent'anni e oltre? Si pensi che fino a qualche tempo fa il fenomeno esisteva ma non era ancora esploso in tutta la sua drammaticità, per cui veniva percepito ben diversamente dalla popolazione. A volte non servono computer particolarmente sofisticati e non ce ne vuole uno supermoderno per sperare che si assumano da subito le misure necessarie, ed anche qualcuna di più.

Se un individuo vive al di sopra delle sue possibilità economiche il fallimento non sarà immediato. Ma spendi oggi, spendi domani, spendi (e di più) dopo domani, a un certo punto cosa pensate che accadrà al malcapitato?

Se per caso decido di recarmi al giardino zoologico e di entrare nella gabbia delle tigri so benissimo a quali conseguenze posso andare incontro, anche se non sono in compagnia di un valente zoologo! Quale uomo di mondo non ha mai sentito parlare di tigri o leoni? Chi è così ignorante, oggi, da non sapere che dentro il Colosseo i cristiani venivano sbranati dalle belve feroci?

Possiamo anche decidere di avventurarci in mare aperto nonostante sia in corso una tempesta, ma possiamo non immaginare le conseguenze del nostro ardire?

Non bisogna avere la laurea in medicina per sapere che c'è un rapporto tra zuccheri e diabete, o tra abuso di alcol e cirrosi epatica. Tutti sanno che il Bellaria calcio avrebbe ben poche possibilità di vittoria contro la nazionale brasiliana, o contro quella tedesca.

E chi non conosce l'effetto valanga? Ecco, il timore dell'effetto valanga sta alla base di un fenomeno che oggi qualcuno vuol definire “percezione impropria”. Chi conosce l'effetto valanga sa che nel caso della migrazione di massa e indiscriminata può verificarsi qualcosa di simile. Qui sta la percezione del pericolo che per qualcuno non dovrebbe esistere, o meglio, che qualcuno pretenderebbe di annullare così come si può sperare di andare sulla luna utilizzando un F-35. I numeri di oggi possono essere presi alla lettera solo da chi non osa guardare oltre il proprio naso (a qualcuno può recare dolore per effetto di una presa di coscienza, certo).

In sostanza, il “computer umano” possiede alcune qualità razionali (ebbene sì, la natura ci ha dotati anche di quelle!). Non si illudano certi politici che ingegneri e avvocati, medici e scienziati, docenti di ogni ordine e grado, economisti, operai più o meno specializzati, pensionati “vecchie glorie” e operatori di qualsivoglia categoria siano solo pecoroni non in grado di intendere e di volere, in preda alla paura dell'uomo nero o addirittura vittime inconsapevoli di strani rigurgiti novecenteschi. Perché quando si parla di “gente comune” si parla anche di professionisti seri e preparati (a volte super dotati), che non sono in parlamento o in qualche stanza del potere solo per scelta di vita, per tornaconto economico o per necessità particolari.

Dulcis in fundo, la “percezione” della gente comune deriva anche dall'evidente incapacità di sviluppare un'accoglienza come si deve, un'accoglienza che non sia solo illusoria, ingannevole e pericolosa per il futuro della nazione. Un'accoglienza che non sia destinata a diventare terreno fertile per droga e prostituzione, per schiavismo, caporalato, delinquenza più o meno organizzata, concorrenza sleale e degrado progressivo, ad “effetto valanga”. Già...

 

                                                    Davide Crociati

"Ops, ho la sensazione che stia succedendo qualcosa..."

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