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                                                                                   Bellaria Igea Marina, 23 ottobre 2024

 

Abiti firmati Tavistock

 

Si dice che l'abito non faccia il monaco. D'altra parte questa diffusa espressione, che giustamente invita a non fidarsi delle apparenze, non dovrebbe indurre a credere a priori che sotto il vestito non ci sia nulla...o nulla di buono. In ogni caso chi sta un po' attento a ciò che accade intorno, o chi per qualche motivo può ancora permettersi di farlo, si accorge senz'altro del mega progetto di manipolazione in atto ormai da tempo a livello planetario. Certamente posso sembrare ripetitivo, ma quando si è in guerra è ben difficile non parlare di guerra nei suoi vari aspetti! Anzi, non parlarne significa fuggire dalla realtà, con conseguenze abbastanza immaginabili. Può anche significare accettare con rassegnazione, passivamente, in maniera un po' troppo «resiliente», una situazione creata da qualcuno per mere questioni di potere.

«A monte di qualsiasi conflitto ci sono sempre motivi economici», mi disse un ingegnere in Croazia quando ancora era in atto la guerra nell'ex Jugoslavia. Parole espresse sul campo da chi conosceva molto da vicino quella realtà, verosimilmente creata da vari organismi tra cui i ben noti circoli Bilderberg e da fondazioni dai nomi altisonanti, oltre che dalla famigerata CIA o DIA che si voglia (versione militare della CIA), la cui funzione, spesso, è stata ed è quella di influenzare su vasta scala l'opinione pubblica attraverso la politica, l'informazione, le università, le scuole in genere e così via. Nel caso specifico provocando emozioni e orientando l'opinione pubblica al fine di indurre una reazione di biasimo morale pressoché all'unisono verso Milosevic e compagni, ossia i «demoni» di turno. E una volta innescato il meccanismo perverso il processo di condizionamento qui sinteticamente descritto diventa irreversibile, tanto che a nulla valgono eventuali smentite, poiché «la prima affermazione è quella che conta». Resta il fatto che durante la crisi balcanica si è assistito al fallimento del diritto internazionale umanitario, in un momento in cui avrebbe potuto e dovuto far valere i suoi sacrosanti principi! L'ingerenza «solidaristica» degli Stati occidentali si trasformò quindi in «guerra umanitaria», che creò notevole imbarazzo perfino ai vertici dell'ONU, che, come dovrebbe essere noto ai più, sta assumendo via via il volto di un «governo unico mondiale» coi suoi sedicenti ministeri: OMS, UNICEF, ecc. Anche se al momento, a occhio e croce, ne rappresenta soltanto una pallida bozza. Sotto l'abito della sopracitata indignazione popolare (nei confronti del «diavolo» designato) c'era l'ingenuità popolare la cui coscienza collettiva venne forgiata attraverso un meccanismo diabolico basato su un'informazione massiccia e ingannevole. In pratica, il popolo incapace di comprendere e prima ancora di accettare la malafede dei governanti (come se fossero loro a fare il bello/cattivo tempo) fu indotto a credere ciò che i poteri forti volevano far credere al mondo intero. Da quanto detto, appare verosimile ritenere che le scelte economiche trasversali rispetto alle politiche dalla valenza ideologica stiano alla base della trasformazione delle guerre politiche in guerre cosiddette «umanitarie». Del resto è (o dovrebbe essere) ben nota la strategia delle grandi lobby internazionali (che non sono esattamente congreghe di «monaci»), le quali fanno leva sistematicamente su valori universalmente riconosciuti per cucirvi sopra abiti che solo tali poteri sovranazionali e apolitici (se non «politici» unicamente in un'ottica predatoria) possono indossare comodamente.

Ma nella ex Jugoslavia il risultato della politica imperialista occidentale fu quello di allontanare la popolazione albanese dal suo territorio addossandone la colpa ai serbi, e con tale alibi distruggere la Serbia allo scopo di catturare il «boia» Milosevic obbligandolo al ritiro dal Kosovo, con preavviso a Russia e Cina che eventuali opposizioni al «nuovo ordine» non sarebbero state tollerate. Ufficialmente quella sporca guerra fu causata dalla decisione serba di non permettere che territori abitati dai Serbi venissero smembrati dalla Federazione e scissi dalla madrepatria in seguito alla «dichiarazione d'indipendenza» del 25 giugno 1991, conseguenza di un referendum (ma poi, ahimè, la storia si sta ripetendo altrove evidenziando un modus operandi ben preciso...).

Per rendere l'idea di quanto in realtà sia piccolo il mondo e fin troppo breve la distanza tra ambiti lontani solo in apparenza, su un articolo de IL FOGLIO leggo che per il sociologo De Carvalho «i Beatles erano analfabeti in musica e questo basterebbe a rendere evidente lo zampino di Adorno». Già, Adorno «l'Illuminista», sostenitore della dodecafonia nonostante il giudizio impietoso di Schönberg verso l'intellettuale tedesco, per altro noto e raffinatissimo musicologo appartenente alla Scuola di Francoforte di orientamento neo-marxista (il cui nucleo è formato per lo più da filosofi e sociologi tedeschi di origine ebraica) «il cui vero obiettivo sarebbe stato, ovviamente, diffondere l'effetto devastante dei Beatles, basato sulla diffusione dell'LSD».

Qualche giorno fa ero a cena con un noto esponente della cosiddetta controinformazione, il quale mi ha accennato proprio a questo strano rapporto tra Adorno e i Beatles che a mio giudizio meriterebbe un approfondimento.

Secondo Coleman i Beatles non erano che «burattini mandati dagli Illuminati per annientare l'umanità». Cosa c'era sotto il vestito dei «capelloni»? Nel suo libro «Il Comitato dei 300», infatti, John Coleman, ex agente dell'MI6 (agenzia di spionaggio per l'estero del Regno Unito) rivelò che i Beatles erano una psy-op gestita dal famigerato Tavistock per le relazioni umane. I modi con cui viene effettuata la guerra psicologica sono detti «operazioni psicologiche» o «manovre psicologiche», in inglese PSYOP, per l'appunto, ossia «psychological operations». Tale tesi non è del tutto inverosimile se in una foto promozionale per l'album «Yellow Submarine» John Lennon mostra le corna del diavolo e Paul McCartney un 666 occhio di Horus (Horus è una divinità appartenente alla religione dell'antico Egitto, mentre il numero 666 è un simbolo che nel cristianesimo indica un personaggio satanico: satana = assenza di valori. È proprio tutto un gioco? Personalmente ritengo di no). Il sopracitato album assume il titolo di una notissima canzone dei Beatles, che solitamente troviamo tra le pagine dei libri di musica per la scuola secondaria di I grado (ex scuola media, per intenderci): in pratica, il «sottomarino giallo» altro non sarebbe che la casa di uno dei componenti il celebre gruppo che si trasforma sotto effetto di un allucinogeno. Come spiegarlo agli studenti qualora un docente zelante si proponga di «entrare nell'argomento»? Qualche alunno potrebbe farlo da sé e scoprire che i super blasonati Beatles si drogavano allegramente, tanto da entrare «degnamente» nei libri di testo. Non ci piove, anche nella scuola pubblica è entrata la massoneria (forse non da adesso...), vedi anche un mio precedente scritto del 7 febbraio 2021 dal titolo «Massoneria e Istruzione», non faccio per dire, ma da Franco Fracassi definito «molto interessante». Grazie Fracassi!

Pare che nel 1988 sia stata pubblicata una compilation dei Beatles di 33 canzoni (dicasi 33, il massimo grado del Rito scozzese antico ed accettato è proprio il 33esimo) intitolata «Past Master», termine massonico usato per descrivere il vecchio Maestro Venerabile di una Loggia massonica. Sarà anche un gioco. Ma quanto si può realmente discutere il fatto che tra i rischi dei videogiochi (per es.) ci siano l'isolamento e la tendenza a un'introversione che ricorda più l'autismo che non la necessità di appartarsi provvisoriamente al fine di realizzare opere d'ingegno? Per non parlare dei disturbi del sonno, delle disfunzioni cognitive e dei comportamenti autodistruttivi legati a un uso improprio dei videogiochi, tra i cui effetti malsani c'è il rilascio di dopamina nel cervello e la dopamina crea dipendenza.

Pare che le canzoni dei Beatles presentino testi occulti: la canzone «Lucy in the Sky with Diamonds» si riferisce a Lucifero nel cielo coi diamanti (ossia le stelle, e la stella di Sirio rappresenta proprio Lucifero). Il brano «Across the Universe» parla della possessione demoniaca. Lennon cantava «Gai guru deva», che significa salve a tutti i deva. Secondo la Teosofia «deva» è un'entità spirituale che «dietro le quinte» dirige il comportamento umano. Nel 1966 McCartney, in un'intervista alla BBC, ammise di avere assunto acidi. Quale esempio da un idolo delle folle, se penso a quanti invece sono finiti sotto censura solo per volere legittimamente ragionare attorno a «certe questioni», in tempo di covid?

Nel 1963 McCartney dichiarò che «il cristianesimo non è adatto alla vita che faccio». Povero innocente, se non fosse che è ben nota l'avversione della massoneria per il cristianesimo, poiché un tratto distintivo degli Illuminati è proprio la concezione filosofica secondo cui non esistono verità definitive e non negoziabili. Discorso chiuso. In realtà c'è chi dice esista una «massoneria delle nebbie», come tale non inquadrabile secondo schemi profani, cristiani/razionali che siano. In effetti, pare proprio che tra i doveri di un Libero Muratore ci sia anche quello di «sviare un discorso e manipolarlo prudentemente, affinché il profano non scopra della Massoneria ciò che non è conveniente egli apprenda».

Se è vero che, come qualcuno asserisce, negli anni '60 le grandi case discografiche avevano il controllo pressoché totale sugli artisti cosiddetti (ma sarebbe giusto porsi qualche seria domanda sul reale significato della parola Arte), i Beatles e tanti altri come loro possono avere colto la palla al balzo dichiarandosi anticristiani al solo scopo di vendersi in cambio di successo e ricchezza? Molto probabile. Non dimentichiamo la copertina dell'album «Yesterday/Today», che ritrae i Beatles coperti da parti di corpo di bambini morti, come a voler portare linfa alla causa dell'amore libero e (di conseguenza) dell'aborto facile, secondo il volere della massoneria.

Per Henry Makov, canadese di origine ebraica nato a Zurigo, «i Beatles erano una creazione dei Rothschild. I loro manipolatori hanno scritto canzoni per loro, hanno creato le loro azioni e parole».

Secondo Makov «esiste una mano nascosta che tira le fila dietro la storia moderna e segue un programma segreto. Lo collega alla maggior parte dei nomi che terminano con «in – ismo» (sionismo, comunismo, liberalismo, secolarismo, neoconservatorismo, fascismo, nazismo e femminismo. Postula inoltre che l'attuale democrazia sia una farsa che funge da sistema di controllo sociale sulle masse popolari. I media reprimono le informazioni e le correnti di pensiero, l'intrattenimento popolare distrae il pubblico da ciò che sta realmente accadendo e allo stesso tempo lo degrada. Una forza occulta, proveniente da un cartello di banchieri della città di Londra (opinione condivisa da Lyndon LaRouche) esercita la sua influenza e il suo potere nella società attraverso la Massoneria e cerca di instaurare una tirannia mondiale per difendere il suo monopolio creditizio (creazione della moneta). Uno dei suoi obiettivi finali è lo spopolamento globale e la riduzione in schiavitù dell'umanità, mentalmente e spiritualmente». Ha denunciato una rete pedofila in Canada» (da Wikipedia, traduzione dallo spagnolo).

Ricercando altre notizie su Henry Makov non le ho trovate, per effetto di una censura europea a livello di informazione che evidentemente lo riguarda.

Tornando a noi, come ci ricorda il giornalista David Noebel nel 1982, «l'attuale scena rock'n roll è un enorme ritratto multimediale, in un mondo squallido di immoralità, malattie veneree, anarchia, nichilismo, cocaina, eroina, morte, satanismo, perversione e orge». Guardandoci intorno, mi chiedo seriamente quanto oggi si possa dargli torto. «Spacciare sudiciume per amore», come ha detto Noebel nei primi anni '80, è ciò che il mondo del rock, delle discoteche sotto la piramide e oggi del rap, del trap e quant'altro di peggio ancora ha fatto e cerca di fare. Sotto il vestito? Mi piace credere che agli albori della Beatles mania ci fosse la convinzione, per quanto ingenua, di poter gestire in maniera libera e arbitraria la parola «libertà» senza pensare di poter invece scivolare nel suo contrario (chiusura ideologica, schiavitù dalle droghe, dall'alcool, dal sesso libero, dall'aborto facile, e così via). Quando nel 1863 Carducci scrisse una raccolta intitolata «Inno a Satana» forse non ragionava (ancora) secondo una vera e propria visione massonica, tuttavia era mosso da una profonda ostilità verso i preti. Per Carducci Satana era «ribellione» (nel 1831 si iscrisse alla carboneria), ma all'interno di una visione conservatrice, prova ne sia il riavvicinamento di Carducci alla Monarchia, nonché all'interno di una visione colonialista (quindi espansionistica, della serie non solo Mussolini...).

 

                                                     Davide Crociati

 

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