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                                                                                                                                                                         Bellaria, 30 luglio 2025

Droga

 

Spesso viene fatta distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, il che rischia di generare confusione nell’opinione pubblica. Del resto la Scienza (notare la “S” maiuscola) indica come fuorviante tale ambigua posizione (forse volutamente ambigua), dal momento che le sostanze semplicisticamente/truffaldinamente definite “leggere” presentano rischi significativi per la salute, sia mentale che fisica. La cannabis (hashish e marijuana) può di fatto causare una forte dipendenza psicologica inducendo compulsività: chi ha qualche problema, per esempio di tipo sociale, assume cannabis per rilassarsi, sentirsi bene e far fronte a situazioni che altrimenti comporterebbero sofferenza. Finendo tuttavia per scivolare nella dipendenza, ossia in una forma di schiavitù (ampiamente riconosciuta dalla Scienza). La persona dipendente da sostanze stupefacenti perde la propria libertà, poiché è incapace di smettere anche quando le conseguenze siano chiaramente negative (a proposito di “libertà”, questo termine tanto ammaliante viene spesso maneggiato così come il pifferaio magico utilizzava le note del suo strumento). Cervello e comportamento di chi fa uso di cannabinoidi vengono alterati poiché essi causano una modificazione del livello neurobiologico (tale termine si riferisce ai processi biologici e cellulari che avvengono nel sistema nervoso, inclusi i neuroni e le loro interazioni. Quando si parla di “neurone” si fa riferimento a una cellula necessaria alla raccolta e alla conduzione degli impulsi nervosi). Nonostante il loro (a volte) tentativo/desiderio di smettere, spesso le persone dipendenti perdono il controllo sull’uso della sostanza, poiché a un certo punto diventano prioritari il sollievo dal disagio e la ricerca del piacere. Aumentando il rilascio di neurotrasmettitori come la dopamina, le droghe agiscono sul sistema di ricompensa del cervello che nel tempo si adatta all’ iperstimolazione, riducendo la sua capacità di produrre o di rispondere ai neurotrasmettitori in modo naturale (a proposito di uso tendenzioso dei termini, quando si parla di “natura”, anzi di “natura e sostenibilità”, ci si riferisce all'interconnessione tra protezione dell'ambiente naturale e sviluppo umano. Interconnessione che dovrebbe soddisfare i bisogni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future). L’uso della droga è “insostenibile” nella misura in cui genera schiavitù fisica e psicologica, vulnerabilità e sfruttamento, nonché un impatto sociale devastante a livello sia sociale che familiare. Con ricadute sulla salute pubblica, sulla criminalità e anche sulla disoccupazione.

In generale, l’uso delle droghe può avere rilevanti effetti negativi e spesso devastanti.

Di seguito ne vengono elencati alcuni.

(1) danni agli organi: epatite e cirrosi, aritmie, infarto/ictus, insufficienza renale e problemi legati soprattutto al fumo come malattie respiratorie e cancro;

(2) malattie infettive: la condivisione di aghi può portare a malattie come l’HIV e l’epatite B/C;

(3) problemi dentali: alcune sostanze, come la metanfetamina, possono causare gravi problemi come la “bocca da meth”, caratterizzata da un degrado dello smalto dentale, denti marci, sgretolati e anneriti);

(4) compromissione del sistema immunitario: di fatto l’uso di sostanze alteranti può indebolire le difese del corpo aprendo la strada a possibili infezioni;

(5) overdose: l’assunzione di una quantità eccessiva di una sostanza può portare a complicazioni gravi e perfino alla morte;

(6) problemi in gravidanza: l’uso di droghe in gravidanza può causare gravi danni al feto, inclusi difetti alla nascita e problemi di sviluppo.

Per quanto riguarda gli effetti sulla salute mentale, di seguito ne vengono elencati alcuni tra i più comuni.

(7) Disturbi dell’umore: depressione, ansia, attacchi di panico e irritabilità;

(8) psicosi: paranoia, episodi psicotici, deliri e allucinazioni (soprattutto in individui predisposti);

(9) alterazioni cognitive: difficoltà di concentrazione, problemi di memoria, rallentamento dei processi di pensiero e difficoltà nell’apprendimento (i dati più recenti sulle statistiche relative all'assunzione di droghe da parte degli studenti in Italia provengono principalmente dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze, pubblicata dal Dipartimento per le Politiche Antidroga (DPA). Gli ultimi dati disponibili si riferiscono al 2024, con riferimento ai dati del 2023: quasi un milione di giovani tra i 15 e i 19 anni - circa il 39% della popolazione studentesca - ha fatto uso di una sostanza psicoattiva illegale almeno una volta nella vita nel 2023; circa 680.000 studenti - 28% - hanno consumato droghe nell'ultimo anno, dato 2023; tra i minorenni, circa 360.000 studenti - 23% dei minorenni scolarizzati - hanno consumato almeno una sostanza illegale nel 2023, confermando un trend crescente nel post-pandemia. Tra le sostanze più usate abbiamo: cannabinoidi, stimolanti come ecstasy, MDMA, GHB, MD e le anfetamine; allucinogeni, cocaina, oppiacei, nuove sostanze psicoattive, inclusi ketamina e cannabinoidi sintetici).

(10) Sbalzi d’umore e comportamento irregolare: aggressività, impulsività o rinuncia a combattere:

(11) dipendenza, che può portare a sintomi di astinenza dolorosi e potenzialmente pericolosi.

Tra gli effetti sulla vita sociale e sulle relazioni annoveriamo:

(1) la rottura dei legami (tensioni, conflitti con familiari e amici);

(2) l’isolamento sociale;

(3) comportamenti a rischio (rapporti sessuali non protetti, guida in stato di alterazione psichica, comportamenti impulsivi e a volte pericolosi);

(4) problemi lavorativi e scolastici (diminuzione del rendimento, assenze ingiustificate, abbandono degli studi e perdita del lavoro).

Criminalità, impatto sui bambini, deterioramento delle comunità, costi sociali e produttività ridotta rappresentano problemi seri legati al diffondersi dell’uso degli stupefacenti.

Non possiamo non riflettere seriamente su quanto è accaduto in Germania al tempo del nazionalsocialismo, svariati decenni fa non di più: attraverso un’indagine che appare tutt’altro che semplicistica, nonostante le critiche ricevute da alcuni intellettuali, Norman Ohler ci ha svelato un complesso di fatti e particolari circa l’uso diffuso di droghe e stimolanti nella società tedesca già da prima che la Polonia fosse invasa dalla Wehrmacht. In larga parte quel popolo era fatto a immagine e somiglianza del suo Führer, il cosiddetto “paziente A” del discusso Theo Morell, allora definito "Reichsspritzenmeister" (il maestro delle iniezioni del Reich), per via del gran numero di iniezioni e farmaci che quotidianamente somministrava a Hitler. Il Pervitin era considerato un toccasana dai capi nazisti e dai loro soldati, ma anche da studenti, impiegati e casalinghe. Si tratta di una potente droga stimolante che a quel tempo poteva essere acquistata su prescrizione medica, come si trattasse di un semplice “aiutino” rivestito di cioccolato per superare meglio le difficoltà del quotidiano (non è forse ciò che sta accadendo negli USA con gli oppioidi?). In realtà l’”Aiutino” altro non è che una metanfetamina, ossia una droga stimolante molto potente e altamente tossica, con effetti negativi importanti sul corpo e sulla mente, sia a breve che a lungo termine.

 

Ecco alcuni effetti negativi a breve termine della metanfetamina in oggetto:

 

(1) aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca;

(2) aumento della temperatura corporea (ipertermia), che può essere pericolosa e persino mortale;

(3) respirazione accelerata;

(4) insonnia;

(5) ansia, irritabilità, agitazione;

(6) paranoia;

(7) confusione;

(8) comportamento aggressivo e violento;

(9) diminuzione dell’appetito;

(10) tremori e convulsioni;

(11) nausea;

(12) dilatazione delle pupille (midriasi);

(13) mal di testa.

La metamfetamina può causare danni permanenti al cervello, in particolare alle aree che regolano l'emozione, la memoria, il processo decisionale e il movimento. Pensiamo a come può ridursi una società pervasa da una simile sostanza e parte di ciò che accadde al tempo della Shoah diventa oggi più comprensibile, senza per questo dover cedere a un atteggiamento assolutorio verso i criminali nazisti, che tali rimarranno al di là di ogni disquisizione storica più o meno sottile/dettagliata.

 

Nello specifico, il Pervitin può avere alcuni effetti psichici:

 

(1) irrequietezza e ansia pronunciata;

(2) paranoia, deliri (false convinzioni), e allucinazioni visive o auditive (vedere o sentire cose che non esistono);

(3) agitazione estrema e confusione;

(4) comportamento impulsivo e violento;

(5) difficoltà di concentrazione o deficit delle prestazioni mentali;

(6) insonnia grave;

(7) euforia eccessiva, seguita da un crollo con stanchezza e umore depresso e irritabile

(8) il cosiddetto crash;

(9) perdita del contatto con la realtà (psicosi). Hitler ne fu indiscutibilmente affetto.

 

Effetti a lungo termine del Pervitin (uso cronico):

 

(1) alterazioni (anche permanenti) della struttura e funzione del cervello;

(2) difficoltà di memoria (sia a breve che a lungo termine);

(3) problemi di attenzione e concentrazione

(4) incapacità del cervello di produrre determinate sostanze chimiche;

(5) difficoltà nel controllo degli impulsi;

(6) sviluppo o aggravamento di disturbi mentali come depressione, ansia, psicosi (sintomi simili alla schizofrenia paranoide);

(7) difficoltà con l'apprendimento verbale e tempi di reazione più lenti;

(8) neurotossicità ai neuroni dopaminergici (cellule nervose che producono e rilasciano dopamina, la quale è un neurotrasmettitore, una sostanza chimica che agisce come messaggero nel cervello, svolgendo un ruolo cruciale in molte funzioni vitali. È spesso associata al piacere, alla ricompensa, alla motivazione e al movimento);

(9) neurotossicità ai neuroni serotoninergici (i quali sono cellule nervose che producono e rilasciano serotonina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo cruciale in diverse funzioni cerebrali e corporee. La serotonina, nota anche come "ormone della felicità", è coinvolta nella regolazione dell'umore, del sonno, dell'appetito, della memoria, dell'apprendimento e della sessualità);

(10) a volte può causare ictus emorragico anche a basse dosi.

 

Anche danni ai reni e al fegato, sistema immunitario indebolito e problemi dentali, di nutrizione (malnutrizione e perdita di peso estrema) e dermatologici rientrano tra i possibili danni fisici dovuti all’uso del Pervitin. Tra i rischi a livello dermatologico rientrano:

 

(a) pelle gravemente danneggiata;

(b) piaghe che possono evolvere in infezioni pericolose per la vita;

(c) sensazione di insetti che strisciano sotto la pelle (formicazione), che porta a grattarsi eccessivamente.

Potremmo proseguire.

 

Tra i sintomi di astinenza annoveriamo:

 

(1) fatica intensa ed esaurimento;

(2) difficoltà a dormire e sonno disturbato;

(3) fame costante;

(4) incapacità di provare piacere (anedonia);

(5) depressione, ansia, irritabilità;

(6) cravings (forte desiderio della droga);

(7) pensieri suicidi;

(8) agitazione.

 

In sintesi, il Pervitin è una sostanza estremamente pericolosa con un alto potenziale di abuso e può di fatto causare danni gravi a molti sistemi del corpo, in particolare a quello cardiovascolare e al cervello. Danni potenzialmente irreversibili.

Pensiamo a un intero popolo preda di questa e altre sostanze e rileggeremo la storia sotto una lente diversa, forse più realistica. In linea di massima mi sento tra coloro che ritengono l’uso e abuso di droghe un’aggravante e non un’attenuante: il pensiero stesso di forzare l’ordine costituito di natura “divina” porta inevitabilmente a una ritorsione da parte della natura stessa con conseguenze e ricadute negative, soprattutto sulle nuove e future generazioni. Tutto ciò non è “sostenibile”. E non si parli di “uso creativo” poiché tanti artisti avrebbero ottenuto risultati migliori e più duraturi se non avessero fatto uso di droghe. Anche questo è un mito da sfatare, a cominciare dalle scuole che a mio avviso farebbero bene ad ammainare la bandiera arcobaleno (si fa presto a dire “Pace”), la quale è emblema di quel progressismo  (un’ideologia che abbraccia sinistra e destra”, come l’ha definita il massone Emiliano Bartolozzi alla “Feltrinelli” di Arezzo, durante la presentazione de “Il Cerchio Di Coltrane”) che palesa evidenti paradossi promuovendo valori come l'inclusione e la tolleranza, ma che scivola spesso in forme di intolleranza verso il dissenso o verso visioni non allineate. Una critica filosofica riguarda l'idea stessa di un "progresso inarrestabile" e lineare della società. Filosofi come Giacomo Leopardi hanno anticipato critiche a un ottimismo cieco nel progresso, sottolineando la precarietà umana e i “limiti” di una crescita senza fine. Inoltre, alcuni interpreti del progressismo contemporaneo, in particolare nella sinistra italiana, sono accusati di promuovere un'idea di "modernità" che implicherebbe il superamento e lo svuotamento della sovranità popolare e costituzionale a favore di logiche globalizzate o sovranazionali. A proposito di stupefacenti, non dimentichiamo che il “globalista” Soros si è fatto promotore della legalizzazione delle droghe cosiddette “leggere” negli USA, quando è di poco fa la notizia che in Canada (fonte diretta) sono entrate in commercio finte sostanze “leggere” dagli effetti devastanti. Forse lo speculatore Soros non ha capito che una volta aperta la porta può entrare di tutto, e che la delinquenza organizzata è più efficiente di qualsiasi Stato? Difficile crederlo. Fatto sta che negli Stati Uniti si registra un aumento di disturbi legati all’uso di cannabis (che dà dipendenza). Lì ospedali e pronto soccorso hanno registrato un aumento delle visite correlate all'uso di marijuana, inclusi problemi respiratori, attacchi di ansia, sintomi psicotici e iperemesi da cannabinoidi (nausea, vomito e dolore addominale). Non è un caso se in Italia, in base all’articolo 187 del Codice della Strada, chi guida dopo aver assunto cannabis viene sanzionato penalmente con l'arresto fino a un anno, una multa da 543 a 2.170 euro, la sospensione della patente da uno a due anni e la decadenza automatica dei punti. Ma la punizione prevista per chi supera la quantità massima che si può detenere (500 mg di principio attivo, pari a 5 grammi di sostanza lorda) è la reclusione da sei a venti anni e una multa da euro 26.000 a euro 260.000. Così per gioco?

 

Il consumo di droghe tra i giovani è un fenomeno complesso e preoccupante, con un impatto significativo sulla salute, lo sviluppo e il benessere complessivo degli adolescenti (e della società). Ecco i problemi principali:

 

(1) sviluppo cerebrale compromesso: Il cervello degli adolescenti è ancora in fase di sviluppo, e l'uso di droghe può alterarne la struttura e le funzioni portando a deficit di attenzione, difficoltà di apprendimento, problemi di memoria e coordinazione motoria. Alcuni studi suggeriscono un aumento del rischio di insorgenza di disturbi psicotici e schizofrenia in età adulta;

(2) problemi respiratori: tosse, bronchite cronica, enfisema polmonare e cancro del polmone sono rischi associati all'uso di sostanze, in particolare al fumo;

(3) problemi cardiovascolari: cardiopatie ischemiche (angina pectoris, infarto del miocardio) e disordini vascolari possono essere conseguenza dell'abuso di alcune sostanze;

(4) infezioni sessualmente trasmesse (IST): l'uso di sostanze può portare a comportamenti a rischio, aumentando la probabilità di contrarre IST;

(5) overdose: il rischio di overdose è reale e può essere fatale, specialmente con sostanze più potenti come il fentanyl;

(6) dipendenza e astinenza: anche un uso occasionale può degenerare rapidamente in dipendenza, con sintomi di astinenza che possono essere gravi e debilitanti (ansia, tremori, insonnia, nausea, vomito, crisi epilettiche, ecc.);

(7) disturbi mentali: le droghe possono scatenare o peggiorare disturbi come depressione, ansia, irritabilità, paranoia e sbalzi d'umore. Si è notato un legame tra l'uso di cannabis e l'aumento del rischio di depressione e ideazione suicidaria;

(8) difficoltà scolastiche: scarso rendimento, difficoltà di concentrazione, assenze ingiustificate e perdita di interesse per gli studi sono campanelli d'allarme frequenti;

(9) cambiamenti nel comportamento: aggressività, irresponsabilità, furti, menzogne, segretezza e chiusura;

(10) isolamento sociale: perdita di interesse per gli hobby, cambiamento delle amicizie e tendenza all'isolamento (come il fenomeno degli hikikomori);

(11) problemi legali: i giovani possono essere coinvolti nella produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, con conseguenze penali;

(12) scarsa autostima e insicurezza: l'uso di droghe può essere legato a problemi di autostima preesistenti o aggravarli;

(13) Comportamenti a rischio: oltre alle IST (Infezioni Sessualmente Trasmesse), l'abuso di sostanze può portare a comportamenti impulsivi e pericolosi.

 

Notare che diversi dei sopraelencati disturbi riguardano sia l’uso di droghe che l’abuso di strumenti di difficile gestione per bambini e adolescenti, come i cellulari e i videogames (vedi “Il cellulare di Caino” e “Dalla sfera gialla a Villain”, i miei due scritti precedenti).

 

Se è vero che la storia si ripete, seppur in forme diverse, sarebbe un tragico errore abbassare la guardia rispetto alla possibilità di futuri ritorni (“a volte ritornano”, come si usa spesso dire in riferimento a qualche cosa del passato, non gradevole, che si fa vivo nuovamente). Il fenomeno nazionalsocialista, che ha dominato la politica tedesca dal 1933 al 1945 (con tutto il rispetto non si parla del Burundi ma della patria di Kant, Goethe, Nietzsche, Beethoven, Schopenhauer, Bach, Marx, Brahms, Wagner, Brecht e tantissimi altri), è sorto in determinate circostanze dall’animo umano e probabilmente è stato amplificato dall’uso sistematico (oserei dire istituzionalizzato) di droghe come l’Eukodal, l’eroina, la cocaina e il citato Pervitin. Notiamo da tempo che le tecniche di manipolazione di massa congegnate da Goebbels vengono tuttora usate per sostenere la causa N.W.O. (Magi docet). Con un “candore” d’altri tempi Goebbles diceva che “una menzogna ripetuta all’infinito si trasforma in verità”, ed è esattamente questo il principio che sta alla base dell’Agenda 2030 (anno troppo vicino perché si possa compiere un programma tanto ambizioso quanto folle senza che i popoli ne escano gravemente traumatizzati). “L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite ed è costituita da 17 obiettivi da raggiungere in ambito sociale, economico, ambientale e istituzionale, entro il 2030. L’Agenda è entrata anche nella scuola italiana di ogni ordine e grado, divenendo una nuova dottrina a cui aderire, senza possibilità di obiezione o dibattito. In un suo libro che reputo molto interessante (quanto intelligente) Enzo Pennetta pone il focus sul “politicamente corretto”. Una delle obiezioni più frequenti è che il politicamente corretto possa soffocare la libertà di espressione, scoraggiando le persone dal dire ciò che pensano per paura di essere accusate di razzismo, sessismo, omofobia, o altre forme di discriminazione. Insomma, secondo Pennetta dietro apparenti buoni propositi si celerebbero le peggiori intenzioni. Il che, se ci guardiamo intorno con occhio vigile, è del tutto verosimile (altro che complottismo!).

                                                                                                                                                                        Davide Crociati

 

 

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